17 Aprile 2015

La presunzione di esterovestizione delle società

di Nicola Fasano
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Oramai da diversi anni nel nostro ordinamento è stata introdotta (art. 35, co. 13, D.L. n. 223/2006 che ha integrato l’art. 73, Tuir, inserendo i co. 5-bis e 5-ter) una presunzione di residenza in Italia per le c.d. “subholding”, ma non solo.

La norma, evidentemente ha lo scopo di colpire in primo luogo lo schema di partecipazioni a catena secondo cui a monte e a valle ci sono due società italiane e in mezzo una subholding estera che da un lato è controllata, anche indirettamente, da soggetti residenti in Italia e, dall’altro, detiene a sua volta una partecipazione di controllo in società italiana. Analoga presunzione di residenza in Italia opera se la società estera che controlla quella italiana è amministrata da un Consiglio di amministrazione composto in prevalenza di consiglieri residenti nel territorio dello Stato.

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