Cittadini americani al nodo FATCA
di Ennio VialEnrico Povoloprotocollo FATCA richiede che gli
Intermediari Finanziari Italiani, a seguito di uno specifico accordo IGA firmato tra Italia e Stati Uniti il 10 Gennaio 2014, compiano una “
due diligence” relativamente ai propri clienti aventi delle probabilità (“US indicia”) di essere fiscalmente residenti negli Stati Uniti.
all’Agenzia delle Entrate la quale, a sua volta, li passerà all’IRS (
Internal Revenue Service) americano che controllerà la coincidenza di tali dati con quelli esposti nella dichiarazione dei redditi americana da parte del soggetto fiscalmente residente negli USA.
- sia fiscalmente residente negli USA;
- sia cittadino americano.
- era molto complesso per l’IRS cercare di capire dove potesse essere andato a finire ogni cittadino americano residente all’estero;
- era probabilmente economicamente non conveniente compiere questa ricerca, dato che l’eventuale vantaggio in termini erariali sarebbe stato solo quello di percepire la differenza fra la maggiore tassazione americana e la supposta minore tassazione del Paese di residenza fiscale del suo cittadino espatriato. Ora, se consideriamo che la tassazione media americana è tutto sommato abbastanza modesta (se confrontata, ad esempio, con le principali tassazioni europee) non ci sarebbe stato un gran vantaggio erariale per l’IRS a perseguire tali cittadini inadempienti.
spedire a tutti i loro clienti un’autocertificazione da restituire firmata nella quale, dopo averli informati che i loro dati saranno spediti all’Agenzia delle Entrate e da questa all’IRS, chiedevano loro conferma di essere fiscalmente residenti o di essere cittadini USA.
- se non firmano l’autocertificazione, la banca italiana può chiudere il conto in essere e/o segnalare comunque il cliente (all’Agenzia delle Entrate) quale fiscalmente residente negli USA se vi sono indizi in tal senso;
- se firmano l’autocertificazione e dichiarano di essere cittadini americani, e dunque là fiscalmente residenti, i loro dati finiscono nelle mani dell’IRS e si trovano di fronte al problema di non aver mai dichiarato al fisco americano né i loro redditi prodotti in Italia, né i loro investimenti finanziari italiani, primo fra tutti il loro conto corrente che ha “originato” il problema.
questione controversa, dato che sono molti coloro che, in Italia e all’estero, pur di non sottostare a questa normativa percepita come inaccettabile, rinunciano alla cittadinanza americana, tant’è che il Dipartimento di Giustizia Americano si è visto costretto, per disincentivare il gran incremento di domande di rinunzia, a più che raddoppiare il costo di tale pratica.
soglie minime di reddito”, al di sotto delle quali la dichiarazione dei redditi negli Stati Uniti non va presentata (e che sono diverse a seconda dello stato civile del contribuente) o la soglia minima al di sotto delle quali gli investimenti finanziari all’estero non vanno dichiarati all’IRS (pari a 10.000 dollari).
specifico “ravvedimento” per tutti coloro che sono residenti all’estero da più di tre anni e che hanno mancato di presentare la dichiarazione dei redditi o la dichiarazione di detenzione di attività finanziarie all’estero.
negligenza, inavvertenza o errore compiuto in buona fede sull’interpretazione di una norma”: per quanto curiosa, tale statuizione ha il senso di differenziare coloro che hanno omesso la dichiarazione per puro errore dai contribuenti che hanno operato con dolo.
Volontary Disclosure (
Offshore Voluntary Disclosure Program).
14 Dicembre 2017 a 13:18
POTRESTE INDICARMI UN REFERENTE PER POTER PROCEDERE AD UNA SANATORIA FATCA?
GRAZIE