25 Settembre 2014

Dichiarazione precompilata? Parliamone

di Giovanni Valcarenghi
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Buttiamoci per un attimo alle spalle la campagna dei dichiarativi per il periodo di imposta 2013 e facciamo un ipotetico balzo al prossimo anno. Non si tratta di pazzia, né di voler anticipare i tempi in relazione ad una disposizione che non è ancora ufficiale; semplicemente, appare opportuno provare a comprendere cosa accadrà dal prossimo anno se le disposizioni del decreto semplificazioni dovessero essere approvate così come ad oggi note.

Lo
scenario, tutto sommato, appare
ben definito: si è scelto di voler assimilare la situazione italiana a quella di altri Paesi, proponendo a
talune categorie di contribuenti una
dichiarazione precompilata da parte dell’Amministrazione Finanziaria. I soggetti interessati saranno, inizialmente, i
lavoratori dipendenti ed i
pensionati ed anche coloro che producono
redditi assimilati.
Scattano subito
due considerazioni:
  • la prima, di natura strategica, che riguarda i colleghi che dalle dichiarazioni dei soggetti privati traggono una componente importante dei propri compensi; il futuro non mi pare roseo, poiché una fetta del loro lavoro verrà presumibilmente assorbita dagli automatismi delle Entrate;
  • la seconda, di natura pratico – operativa, che riguarda tutti i colleghi, relativa alle modalità con cui l’amministrazione potrà acquisire i dati necessari per coordinare tra loro le informazioni necessarie a predisporre i modelli precompilati.
Proprio su tale secondo aspetto, bisogna comprendere che
il vero tema della dichiarazione precompilata
non è tanto relativo alla gestione vera e propria del modello,
quanto al lavoro (non indifferente) che si dovrà svolgere
per far giungere all’anagrafe tributaria le necessarie informazioni.
Da anni, qualcuno lo ricorderà, giacevano
proposte di legge tese a rendere il contenuto del modello 770 un flusso telematico periodico, di modo che le informazioni fossero acquisite in tempo reale dal Fisco; non se ne fece mai nulla per il semplice fatto che
l’INPS si era dichiarata impreparata a gestire tali comunicazioni.
Ora, invece,
i tempi sono evidentemente mutati (per l’INPS), anche se nessuno ha chiesto ai professionisti se sono pronti per la
trasmissione delle certificazioni telematiche; infatti, dal prossimo anno l’invio dovrà essere effettuato
entro il 7 di marzo del periodo successivo. Staremo a vedere se saranno coinvolti solo i redditi di lavoro dipendente e assimilato, oppure si dovranno inserire anche le informazioni del lavoro autonomo. Già questo fatto rappresenterebbe
una vera e propria rivoluzione, posto che qualcuno sta ancora inseguendo i simpatici foglietti per l’anno 2013.
Ma la questione che mi pare più degna di nota è quella che attiene il
versante delle detrazioni e delle deduzioni; sia pure su un
arco temporale triennale (il pieno regime dovrebbe raggiungersi nel 2017), sono previsti degli
obblighi di invio telematico delle informazioni relative alle spese sanitarie, ai premi assicurativi sulla vita e sugli infortuni, agli interessi passivi dei mutui e così via discorrendo.
Banche e compagnie assicuratrici sono già attrezzate al riguardo, ma qui
sono coinvolti soggetti per nulla meccanizzati, quali le farmacie e tutti i medici del comparto della sanità, che dovranno trasmettere le informazioni sia pure utilizzando le piattaforme del sistema sanitario che saranno via via implementate.
Ma vi è di più: con
appositi provvedimenti sarà possibile
prevedere ulteriori obblighi a carico di altri soggetti che percepiscono somme che possono concedere un beneficio fiscale al soggetto erogante.
Ecco, dunque, il vero nodo della dichiarazione precompilata. Da un lato
l’agevolazione per il contribuente che potrebbe ricevere un modello già “finito” che potrà essere accettato o modificato ove sia errato o parzialmente completo. Dall’altro
l’onere di trasmettere le necessarie informazioni che viene ribaltato a carico delle aziende e dei professionisti.
Mi pare una questione che meriti una attenta riflessione, in quanto rientra nel più ampio novero degli interventi “a senso inverso” che abbiamo collezionato negli ultimi anni.
Funzioni che dovrebbero essere
appannaggio della amministrazione finanziaria o del singolo contribuente vengono di fatto
ribaltati sul sistema “impresa” affinché qualcun altro possa trarne un beneficio. Da ultimo, basterà ricordare la vicenda del modello F24 telematico.
Io sono dell’idea che, ove un contribuente intenda godere di un beneficio fiscale, si debba assumere l’onere (anche economico) di provvedere alle dichiarazioni del caso, mentre qui mi pare che il sistema debba consegnare al soggetto un prodotto finito, che lui deve solo accettare senza sopportare alcun costo.
Questo è uno degli
aspetti fondamentali del decreto semplificazioni; altri ve ne sono (di medesima, se non maggiore importanza). Per tale motivo,
abbiamo deciso di parlarne nel corso di apposite giornate di studio che si terranno in varie città nei primi giorni di ottobre; conoscendo lo scenario futuro non ci lasceremo cogliere impreparati.