Quale pace tra Italia e San Marino
di Massimiliano Tasini
Non vi sono dubbi che negli ultimi anni la Serenissima Repubblica sanmarinese abbia compiuto passi da gigante nella direzione della trasparenza e dell’adeguamento agli standards internazionali; le parole pronunziate dal Presidente Napolitano nel corso della Visita Ufficiale compiuta nella primavera 2014 a San Marino testimoniano con chiarezza questa lettura, corroborata da provvedimenti in campo normativo ed interpretativo con potenziale rilevante impatto pratico.
Convenzione contro le Doppie Imposizioni, siglata fin dal 2002 ma ratificata dagli Stati Contraenti solo nel 2013, ha fatto seguito l’eliminazione di San Marino dalla Black List, e di riflesso l’inoperatività della presunzione contemplata all’art. 2 c. 2 bis del Tuir.
speciali regimi contemplati
agli artt. da 10 a 12 della stessa, dedicati rispettivamente ai dividendi, agli interessi ed ai canoni.
ritenuta fiscale in uscita sul dividendo dello zero per cento.
Circolare n. 4 del 20/3/2014 della Segreteria di Stato, Finanze e Bilancio della Repubblica di San Marino, testualmente reciti che
“sulla scorta del dato letterale della norma … l’esenzione dalla ritenuta può trovare applicazione esclusivamente in presenza di un rapporto partecipativo diretto tra la società italiana percettrice dei dividendi e la società sanmarinese pagatrice dei dividendi”. Non vi è pertanto biunivocità di trattamento, con conseguente
impossibilità di immaginare la costituzione di holding in San Marino.
questa lettura “tranchant” pone un ostacolo di estrema rilevanza, rischiando di vanificare una delle operazioni potenzialmente più interessanti. Tutti gli strumenti tecnici possono essere buoni o cattivi, dipende solo da come li si usa e da chi lo fa, e certamente la holding è tra questi.