27 Novembre 2013

Acconti imposte e saldo IMU: alla ricerca del decreto perduto

di Fabio Garrini
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Non credo di essere certo l’unico professionista italiano a patire un senso di frustrazione in questi giorni nell’entrare ogni mattina in Studio e non sapere che indicazioni dare agli addetti di contabilità per i organizzare i calcoli degli acconti delle imposte e per il saldo dell’IMU; contemporaneamente al fatto di dover gestire il senso di imbarazzo nel rispondere ai clienti quando chiedono legittimamente del deleghe di versamento per conoscere quanto dovranno, a giorni, pagare.

Quello dei professionisti italiani ormai è diventato, soprattutto negli ultimi tempi, uno scomodo ruolo di “materasso sociale” tra chi, sempre in maggiore difficoltà per la crisi che non pare certo allentarsi, ha la necessità di dare un minimo di programmazione alle proprie poche risorse finanziarie per affrontare le imminenti scadenze e chi, dall’altra parte, non ha la più pallida idea di come far quadrare i conti pubblici a causa del fatto che le disposizioni di legge vengono continuamente modificate in ragione di chi batte più forte i pugni sul tavolo.

Pensavamo di averle viste tutte, ed invece in questo fine 2013 stiamo assistendo ad una ulteriore farsa italiana, l’ennesima, forse la più eclatante. Ma non l’ultima, ne siamo certi.

Saldo IMU: ma chi deve pagare?

Mancano meno di 20 giorni alla scadenza del saldo IMU e ancora non è dato sapere se sarà introdotto un esonero dal versamento per le abitazioni principali e neppure quale sarà l’esatto perimetro di applicazione. Il tutto dovrebbe essere definito in un apposito decreto che, dopo ripetuti slittamenti, doveva essere approvato ieri, 26 novembre 2013, ma che non ha trovato posto in agenda a causa dell’approvazione della legge di stabilità. A questo punto, pertanto, ogni giorno è buono per avere notizie in merito.

Pare si vada incontro ad una esenzione per le abitazioni principali non di lusso (quindi esclusi i fabbricati di categoria A/1, A/8 e A/9), relative pertinenze e fabbricati assimilati, analogamente a quanto previsto in sede di acconto dal D.L. 54/2013 e poi “stabilizzato” dal D.L. 102/2013.

Nell’ambito di tale previsione non ha ancora trovato soluzione la questione dei Comuni che hanno incrementato l’aliquota 2013 per le abitazioni principali (e in tale gruppo vi sono numerosi Enti Locali, anche alcune grosse città), in quanto i trasferimenti erariali non dovrebbero coprire tale incremento; una delle possibili soluzioni risiederebbe nella possibilità che in tali Comuni i contribuenti siano comunque chiamati a versare il differenziale tra aliquota approvata per il 2013 e parametri applicabili per il 2012. Su questo punto i giochi non sono però ancora fatti e quindi il tema dell’esonero sull’abitazione principale deve ancora trovare compiuta soluzione.

Allo stesso modo non è ancora risolta la partita degli altri immobili esentati in sede di versamento dello scorso acconto 2013, terreni agricoli e fabbricati rurali, per i quali non sarebbero ancora state individuate le coperture in vista della scadenza del 16 dicembre e si stanno cercando le risorse necessarie per confermare l’esonero.

Senza dimenticare che, anche una volta che sarà presa una decisione sull’ambito di applicazione degli esoneri, comunque non saremo in grado di calcolare compiutamente quanto i contribuenti dovranno versare a saldo: la certezza della misura delle aliquote 2013, infatti, si avrà solo il prossimo 9 dicembre, termine ultimo per la pubblicazione dei parametri di calcolo approvati dai Comuni entro il 30 novembre, parametri necessari ad effettuare i conguagli previsti per la scadenza IMU del 16 dicembre.

Acconti imposte con proroga “fantasma”

Come se tale panorama non fosse sufficientemente tormentato, questa settimana è stata anche segnata dalla promessa di proroga al 10 dicembre dei secondi acconti delle imposte dirette, in scadenza il prossimo lunedì 2 dicembre (la scadenza naturale, quella del 30 novembre, cade infatti di sabato): tale scadenza, di per sé piuttosto tormentata visto che richiede ai contribuenti un versamento spesso corposo e non rateizzabile, da anni segnata da obblighi di ricalcolo, ora si scontra con l’esigenza di un ulteriore incremento rispetto a quanto già previsto dal D.L. 76/2013 per garantire le coperture IMU:

  • L’acconto dei soggetti IRPEF dovrebbe restare inalterato al 100% (quindi senza ulteriori interventi rispetto a quanto già previsto dal citato D.L. 76/2013);
  • L’acconto dei soggetti IRES, dopo essere passato dal 100% al 101%, ora dovrebbe passare al 103%, mentre per banche ed assicurazioni il prelievo dovrebbe passare quasi al 130%. Ma anche su questo punto la situazione è ancora del tutto “fluida”.

Tralasciando il fatto che pare davvero paradossale che un versamento che viene definito “acconto” possa superare il tetto ragionevole del 100%, siamo quindi in attesa, anche in questo caso, di un provvedimento (forse lo stesso che disporrà sul saldo IMU?) che stabilisca i parametri di calcolo e, soprattutto, formalizzi la proroga. Anche se, va detto, pare davvero improbabile, a questo punto, una marcia indietro, anche a costo di assistere all’emanazione di una proroga postuma.

Il tutto con due note di ottimismo conclusive:

  • il prossimo fine settimana il tempo sarà incerto (e le previsioni del tempo ormai sono di gran lunga più affidabili rispetto a quelle delle scadenze degli adempimenti fiscali), e quindi possiamo recuperare in extremis consegnando puntualmente lunedì mattina gli F24 ai nostri clienti di Studio;
  • potrebbe essere sfoderato all’ultimo minuto, anche in questo caso, il nuovo istituto della “tolleranza fiscale” già sperimentato in occasione dello spesometro.

Attendiamo le novità attese nelle prossime ore … speriamo.