La settimana finanziaria
di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.
Europa in negativo
I mercati europei chiudono la settimana in negativo, con l’agenda economica ancora dominata dalla situazione greca. Atene ha presentato ieri una richiesta al Fondo Monetario Internazionale per accorpare, a fine mese, tutte e quattro le rate di rimborso del prestito (la prima scadenza, di 310 milioni, era prevista per oggi).
La procedura di impacchettamento di diverse rate di prestiti, in scadenza nello stesso mese, è prevista dai regolamenti del Fondo, ma è stata usata solo una volta in passato. Il governo ellenico ha sinora rifiutato le proposte dei creditori e, attraverso il ministero delle finanze, spiega di ritenere il programma richiesto non idoneo a risolvere la crisi e capace di aumentare la povertà e la disoccupazione. In particolare, continua l’opposizione su due delle richieste dei creditori, considerate controproducenti: i tagli alle pensioni e l’aumento dell’Iva del 10% per elettricità e farmaci. Tsipras avrebbe così proposto una nuova bozza d’accordo (un documento di quarantasette pagine) con: tabelle su nuove aliquote Iva, piano di privatizzazioni, innalzamento graduale dell’età pensionabile (da una media di 56 anni a 62 nel 2023 fino ai 67 anni, ma nel 2040), riforma delle professioni (per esempio, i notai), un nuovo Catasto, lotta alla corruzione, nuove politiche fiscali (con una patrimoniale per i ricchi), liberalizzazione del mercato energetico e la ristrutturazione dei debiti verso il Fondo monetario (50%), con l’intervento del fondo salva-stati Esm.
Stoxx 600 Europe -2.71%, Euro Stoxx 50 -1.37%, Ftse MIB -1.72%
Stati Uniti sotto la parità
I mercati USA chiudono la settimana in territorio negativo. I dati sulla disoccupazione di maggio, pubblicati oggi, hanno deluso le attese degli analisti, con un tasso del 5.5% rispetto al 5.4% atteso e allo stesso valore di aprile. Guardando alla domanda aggregata, la spesa delle famiglie segna ad aprile un andamento piatto rispetto a marzo, deludendo le attese che prevedevano un’espansione dello 0.2%. Il dato va di pari passo a redditi che crescono dello 0.4%, rispetto alle attese di un +0.3%, segnalando, secondo gli economisti, come i cittadini americani sarebbero ancora intenti a riassestare le proprie finanze, rinunciando a una fetta di consumi. I dati, del resto arrivano in un mercato del lavoro che sembra ancora solido, nonostante il tasso di disoccupazione già citato, con i numeri sull’occupazione forniti da ADP che segnalano 201mila nuove assunzioni nel mese di maggio, rispetto alle 200 mila ipotizzate dagli analisti e alle 165mila del mese precedente. Sul fronte dell’offerta, i segnali incoraggianti si hanno nella fiducia dei manager del manifatturiero che supera le attese degli analisti: il Markit PMI raggiunge, nel mese di maggio, il livello di 54.0, superando le attese orientate a 53.8 e il valore di aprile, sempre di 53.8. L’ISM Manufacturing si porta a 52.8, rispetto al 52.0 atteso e al 51.5 del mese precedente. Tuttavia, gli ordinativi industriali di aprile hanno segnato un calo mensile dello 0.4%, rispetto al -0.1% del mese precedente, ma il rallentamento sembra fisiologico paragonando il dato al +2.1%, registrato nel mese di marzo. Infine, indicazioni positive arrivano dalla bilancia commerciale di aprile, che segna un deficit di $40.9mld, in netta contrazione rispetto al massimo negativo dello scorso mese, rivisto a -$50.6mld e superando il consensus orientato a -$44mld. Alcuni economisti ritengono che i movimenti commerciali si vadano ormai stabilizzando per gli Stati Uniti, grazie a un dollaro più stabile e a un rafforzamento del mercato dei consumi europeo che assorbe maggiormente anche beni americani.
S&P 500 -0.55%, Dow Jones Industrial -0.58%, Nasdaq Composite -0.22%
Asia contrastata
I mercati asiatici registrano andamenti contrastati. In Cina, i dati sulla produzione manifatturiera mostrano il terzo mese di rialzo segno, secondo diversi analisti, che le politiche monetarie e fiscali messe in atto da Pechino stanno riuscendo ad alimentare la crescita dell’economia. Inoltre, la fiducia dei manager registrata dalla federazione cinese di logistica e acquisto (organismo ufficiale) ha segnato a maggio un valore di 50.2, superiore al 50.1 di aprile, anche se inferiore al 50.3 di consensus, in un contesto dove valori superiori a 50 mostrano una fase espansiva. Un indice simile ma indipendente, l’HSBC PMI per il settore manifatturiero, mostra invece un valore di 49.2, tuttavia allineandosi alle attese degli analisti. I listini giapponesi hanno particolarmente subito le dinamiche dei titoli a reddito fisso, con un sell off dei titoli governativi che ha portato i rendimenti decennali a nuovi massimi e, parallelamente, indebolito lo Yen e aumentato la volatilità. In Australia, i dati sul PIL del primo trimestre 2015 hanno superato le attese degli analisti, orientate a un +0.7%, registrando una crescita trimestrale dello 0.9%, in espansione rispetto al +0.5% di fine 2014. I buoni dati sull’economia hanno però spinto i tassi d’interesse obbligazionari al rialzo e provocato un rafforzamento del dollaro australiano, con conseguenze negative per il comparto azionario, mentre la banca centrale ha deciso di mantenere invariati i tassi d’interesse ufficiali, nell’attesa di verificare i risultati dei due tagli effettuati nella prima metà dell’anno.
Nikkei -0.50%, Hang Seng -0.60%, Shangai Composite +8.92%, ASX -4.82%
Principali avvenimenti della settimana
In Europa, la principale notizia della settimana è stata legata all’inflazione, cresciuta a maggio dello 0.3% su base annua, rispetto alle attese degli analisti orientate al +0.2% e a un valore piatto nel mese di aprile. Il dato ha scongiurato la paura di deflazione nell’Eurozona e ha aumentato in maniera significativa la volatilità su tutti i mercati internazionali, in particolare quelli del reddito fisso. Il rendimento del Bund tedesco a 10 anni è, infatti, balzato di circa l’1% e, in questo scenario, la Germania prova a correre ai ripari per evitare altre aste di titoli di stato parzialmente invendute, decidendo di imitare l’Italia e di incaricare alcune banche per l’emissione di titoli indicizzati all’inflazione con durata di 30 anni. In questo contesto si sono inserite le dichiarazioni di Mario Draghi nella classica conferenza stampa successiva alle decisioni sui tassi d’interesse ufficiali applicati dalla BCE, peraltro rimasti invariati come da attese. Il governatore ha fatto capire di ritenere normale un periodo di elevata volatilità in un contesto di tassi così bassi, dichiarando come la banca centrale non possa snaturare se stessa e intervenire per arginare le oscillazioni di breve periodo.
Lato societario, Basf starebbe valutando un’acquisizione della svizzera Sygenta o, secondo alcune fonti, delle sole sementi. L’offerta di Basf andrebbe a contrastare quella di Monsanto, già rifiutata da Sygenta e la decisione di approcciare gli svizzeri, per una sola divisione, permetterebbe al gruppo tedesco di non dover ricorrere a un’emissione azionaria per finanziare l’offerta. Sempre sul fronte M&A, sarebbe arrivato l’ok del governo francese per permettere ad Areva di vendere la propria divisione reattori a EDF. Nel settore farmaceutico, oggetto d’intensa attività straordinaria negli Stati Uniti, sono arrivate le dichiarazioni del numero due di Merck che escludono operazioni d’acquisto rilevanti nell’immediato futuro.
In Italia, a fronte di una richiesta CONSOB, Saipem ha confermato che Eni, proprio azionista di controllo, intenderebbe consolidare la propria partecipazione attuando diverse misure per la riduzione del debito, tra cui anche un’emissione azionaria. La società ha comunque ribadito che, attualmente, la decisone non è ancora definitiva. Guardando a Telecom Italia, CONSOB ha approvato la pubblicazione del prospetto di quotazione di Inwit, la divisione torri del gruppo, per cui il consorzio di collocamento inizierà a ricevere offerte.
Negli Stati Uniti, proseguono le operazioni di M&A: Intel avrebbe riavviato le discussioni con Altera e sarebbe vicina, secondo rumors, a un acquisto della società per circa $16mld, nel tentativo di allargare la propria offerta acquisendo la linea di chip programmabili di Altera, con particolari funzioni per le ricerche Web. Nel settore retail, Dollar Tree avrebbe concordato la cessione di 330 punti vendita Family Dollar al fondo di private equity Sycamore Partners per $8.5mld, in un’operazione che sarà sotto stretta vigilanza dell’Antitrust americana, data la presenza di Sycamore nel mercato, tramite la catena Dollar Express. Sempre un fondo di private equity, Apollo Global Management, ha annunciato l’acquisizione per $1.03mld di OM Group, produttore di tecnologie magnetiche e legate alle batterie.
Buone indicazioni bottom-up per l’economia a stelle e strisce arrivano da Wal-Mart, che ha deciso di alzare il salario minimo per oltre 100mila dipendenti, tra cui anche manager di punti vendita; si tratta del secondo rialzo di salari annunciati dalla società da inizio 2015.
Sul fronte trimestrale, Medtronic ha annunciato risultati superiori alle attese degli analisti, grazie a una crescita di fatturato che ha coinvolto tutte le aree di business del gruppo e ai buoni risultati registrati dalla neo acquisita Covidien, produttrice di tecnologia chirurgica. Nel mondo retail, anche Dollar General supera le attese degli analisti, aiutata da prezzi più alti e minori costi di trasporto; la società ha anche dichiarato di voler accelerare il processo di nuove aperture nel 2015.
Infine, lato corporate governance, l’attivismo da parte degli azionisti ha visto un nuovo episodio con alcuni Hedge Funds che chiedono, al management di Macy’s, di valutare operazioni per valorizzare il proprio portafoglio real estate, tra cui la vendita degli immobili e il successivo leasing degli stessi.
Sul fronte asiatico, dopo la quotazione parallela per i titoli continentali cinesi sulla piazza di Hong Kong, Vanguard ha comunicato che il suo Emerging Markets Stock Index Fund investirà il 5.6% delle masse in titoli cinesi di categoria A, decidendo di replicare un indice di transizione proposto da Ftse lo scorso mese. La decisione arriva mentre la società di gestione e produzione di indici MSCI sta ancora valutando l’inserimento delle azioni cinesi di classe A nei propri panieri, con una decisione prevista la prossima settimana. Parallelamente, un broker locale cinese ha deciso di sospendere la possibilità di acquisti a leva (con margini di garanzia) per tutte le azioni appartenenti all’indice ChiNext. Secondo diversi analisti, altri operatori potrebbero presto seguire la stessa strada, date le valutazioni ormai raggiunte dai titoli quotati a Shenzen, il cui indice ha registrato da inizio anno un rialzo del 153%.
Appuntamenti macro prossima settimana
USA
La prossima settimana sarà piuttosto scarica in relazione a nuovi dati macro per l’economia statunitense. Oltre al tradizionale appuntamento settimanale con le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, l’attenzione degli analisti sarà rivolta ai progressi delle vendite retail nel mese di maggio. Sul fronte più industriale, si guarderà all’andamento delle scorte all’ingrosso d’aprile, oltre a verificare l’andamento dei prezzi attraverso l’indice PPI di maggio. Tornando ai consumatori, verrà reso noto l’indice di fiducia dell’Università del Michigan per la prima settimana di giugno e, allargandosi al settore immobiliare, indicazioni importanti arriveranno dalle richieste di mutui di tipo MBA.
Europa
In Europa, dopo la sorpresa sui dati relativi all’inflazione, si guarderà con attenzione al PIL del primo trimestre nell’Eurozona. Per i singoli paesi, sia in Germania che in Italia l’agenda sarà piuttosto scarica, con indicazioni importanti che arriveranno solo in relazione alla produzione industriale del mese d’aprile. In Francia, oltre alla medesima indicazione, si avranno notizie sull’andamento dei prezzi tramite l’indice CPI di maggio. Infine, sarà possibile registrare l’andamento dell’economia spagnola attraversi i dati sul PIL del primo trimestre 2015 e sul tasso di disoccupazione di maggio.
Asia
L’agenda macroeconomica giapponese sarà ricca di appuntamenti: l’andamento dell’economia potrà essere monitorato attraverso i dati sul PIL del primo trimestre, l’indice della produzione industriale di aprile e, per lo stesso mese, gli ordinativi di macchinari e l’andamento del settore terziario. L’andamento dei prezzi nipponici sarà invece tracciato dal deflatore del PIL del primo trimestre e dall’indice PPI di maggio, mentre si guarderà con interesse anche alla bilancia dei pagamenti d’aprile. In Cina, le indicazioni principali arriveranno dalla produzione industriale di maggio, oltre che dall’andamento dell’inflazione tramite gli indici CPI e PPI. Infine, in Australia si vedrà l’andamento del mercato del lavoro con l’indice di disoccupazione di maggio.