16 Luglio 2014

Sicurezza, attenti ai messaggi di Facebook!

di TeamSystem
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Siamo abituati a pensare che le minacce arrivino sul nostro computer via posta elettronica, con le solite mail scritte in italiano sgrammaticato e, quindi, facilmente riconoscibili. Ormai non è più così. Troppo spesso dimentichiamo che l’interesse principale di chi diffonde software maligno è produrre il massimo danno con il minimo sforzo e i social network ormai sono diventati piattaforme sempre più utilizzate per mimetizzare le proprie attività criminali. Lo rivela uno studio condotto da Kaspersky, colosso mondiale dei software di sicurezza.

Secondo la ricerca, il 21,89 % delle minacce di phishing arriva ormai tramite messaggi che imitano Facebook. Ricordiamo: il phishing è quella pratica che cerca di adescare le persone con email fasulle che invogliano a inviare dati sensibili, spacciandosi per messaggi di banche o amici.

Facebook funziona

Il concetto è semplice: ormai tutti sanno che un messaggio scritto male, proveniente da un indirizzo sconosciuto, spesso generato automaticamente da un computer, non verrà quasi mai aperto. Ma solitamente ci si fida di Facebook ed è per questo che molti messaggi imitano la grafica e lo stile del celebre social network per invitare i destinatari a fare clic. “Nello scorso anno – dichiarano dai laboratori Kaspersky – abbiamo registrato oltre 600milioni di tentativi dei nostri utenti, di accedere a pagine di phishing. Di questi, quasi il 22% era stato causato da messaggi che imitavano Facebook”. Nel 2014 la situazione non sembra essere cambiata. In Italia in particolare la percentuale di minacce veicolate in questo modo va dal 9 al 12%.

 

Le strategie dei cybercriminali

Come fanno i malintenzionati per convincerci a fare clic su un falso messaggio?

  1. Inviano notifiche che sembrano del tutto simili a quelle dei social network.
  2. Fanno partire le email da account di posta compromessi, quindi ci ritroviamo nella posta finti messaggi di Facebook che arrivano da nostri conoscenti e siamo naturalmente portati a fidarci.
  3. Fanno partire le comunicazioni da veri account di Facebook per i quali sono stati rubati i dati di accesso. In questo caso le comunicazioni arrivano da account reali, ma ci portano su siti infetti.
  4. Scrivono falsi messaggi nei forum di discussione per invogliarci a fare clic.
  5. Fanno apparire i messaggi nei risultati dei motori di ricerca.
  6. Usano banner con immagini attraenti o finte notifiche di Facebook.

Unico scopo: rubare i dati

Lo scopo di un messaggio di phishing è rubare i nostri dati. Quindi una volta fatto clic su uno di questi finti messaggi, viene richiesto di inserire le proprie credenziali di accesso, ricorrendo alle scuse più strane, dopodiché si viene reindirizzati alle vere pagine di Facebook per dissipare qualsiasi dubbio di frode.

Se gli adulti sono più smaliziati, spesso a cadere nel tranello dei finti messaggi sono soprattutto gli utenti più giovani che nutrono una fiducia, in molti casi eccessiva, nei confronti dei social network. Se viene compromesso l’account di nostro figlio o nostro nipote di 15 anni, riceveremo da lui delle notifiche di phishing e saremo subito tentati di fare clic.

Spesso, per costringere ad aprire i messaggi di phishing, i responsabili inviano comunicazioni intimidatorie che minacciano, per esempio, il blocco dell’account se non si esegue una determinata operazione che consiste, tanto per cambiare, nell’inserimento dei propri dati di accesso.

Il consiglio migliore è di non rispondere a queste mail e collegarsi sempre direttamente al sito di Facebook, ma mai utilizzare i collegamenti di un
messaggio di posta che ci appare anche minimamente sospetto.

Ecco un esempio di finto messaggio di Facebook che invita a leggere qualcosa che ci siamo persi. Spostando il cursore del mouse (senza fare clic) sul link del messaggio, vediamo che compare un indirizzo sconosciuto e non è certamente quello del vero Facebook.