La settimana finanziaria
di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.Settimana di riflessione su tutti i mercati
Dopo le parole e lo scenario accomodante descritto da Janet Yellen la settimana scorsa, gli ultimi cinque giorni hanno visto un comportamento sostanzialmente privo di particolari dinamiche da parte dei mercati americani. Gli indici hanno leggermente stornato dai massimi storici fatti registrare e l’attenzione degli analisti si è spostata dalle news di carattere macro e dagli scenari relativi alla crescita economica USA alle notizie maggiormente connesse alle dinamiche societarie e ai commenti relativi ai singoli comparti. Buono il comportamento del Nasdaq che, proprio grazie a un newsflow positivo, si dimostra come il migliore, nelle ultime cinque sedute, tra i maggiori indici USA.
S&P -0.12%, Dow -0.45 %, Nasdaq 100 +0.69%.
L’ Asia ha mostrato, sostanzialmente, una buona progressione dei mercati cinesi e un ritracciamento del Giappone, che aveva performato positivamente in precedenza grazie soprattutto alla dinamica del rapporto Dollaro/Yen.
Gli indici di riferimento, comunque, hanno solo stornato dai massimi raggiunti nelle ultime settimane. Nikkei -1.66%, HK -0.06%, Shanghai +0.55%, Sensex -0.12%, ASX +0.47%.
I mercati azionari europei hanno, invece, mostrato la performance peggiore, a causa soprattutto del persistere del nervosismo generato dalle tensioni Russia /UE sulla questione Ucraina, del movimento del prezzo del petrolio e di una serie di dati macro non propriamente esaltanti. Milano dimostra una delle dinamiche peggiori rispetto alla media, soprattutto a causa di numerosi dividendi pagati in settimana.
MSCI -1.8%, EuroStoxx50 -2.46%, FtseMib -3.75%.
Il movimento del Dollaro negli ultimi sei giorni è stato sostanzialmente nullo: il Biglietto Verde si è mosso con escursioni minimali nell’intorno di 1.3608 conto Euro, mentre si è indebolito da 102.2 a 101.4 contro Yen, andando a danneggiare evidentemente la performance degli Exporters giapponesi.
Analisti concentrati sull’analisi del GDP 1Q definitivo.
Wall Street ha vissuto una settimana sostanzialmente tranquilla dopo il Meeting della Fed e la serie di commenti a margine. L’attenzione degli investitori era, in termini macro, focalizzata soprattutto sulla pubblicazione del GDP per il primo trimestre, nella sua manifestazione finale.
Il dato, che era già stato rivisto a -1% nella seconda pubblicazione, è risultato molto più basso delle aspettative. Secondo la lettura definitiva, l’economia americana si è contratta nel primo trimestre di ben 2.9 punti percentuali. Alcuni autorevoli analisti, anche italiani, hanno dato la seguente spiegazione a un dato così debole, che è evidentemente frutto delle ben note avverse condizioni meteo, ma non solo:
l’elemento più debole è la personal consumption che è pesantemente influenzata – pare – da una stima eccessiva per la componente della cosiddetta Obama Care.
L’impatto meteo mantiene indubbiamente la propria valenza, anche perché gli analisti fanno notare che nel periodo in esame l’occupazione sembra essere cresciuta.
Un dato così negativo che è stato seguito da PMI, manifatturiero e non, e da Ordini di Beni Durevoli migliori delle aspettative fa, però, leggere un rovescio della medaglia più confortante: se il primo trimestre è stato così debole, le stime decisamente positive per il secondo indicano una trazione dell’economia USA migliore delle aspettative.
In termini societari, il Tech è stato il comparto con il miglior flusso di notizie: Apple è pronta al lancio della produzione del nuovo Iphone con schermo maggiorato per il mese prossimo. La commercializzazione è prevista per questo autunno. GOPro, leader nelle telecamere indossabili, si è quotata con successo a Wall Street.
In Asia la settimana appena trascorsa ha evidenziato una dinamica sostanzialmente a due velocità, in un contesto sicuramente disturbato dalle tensioni geopolitiche: il WSJ ha riportato la notizia di bombardamenti delle postazioni degli jihadisti dell’Isis in territorio Iracheno da parte dell’aviazione siriana, che – di fatto – eleverebbe il livello della tensione nell’area, già alta a causa dei combattimenti tra fondamentalisti ed esercito regolare di Baghdad.
Il Giappone, nonostante le affermazioni del Premier Abe che dichiara concluso il lungo periodo di deflazione, è il peggior performer dell’area e riprende vigore solo nella giornata di Giovedì, quando, dopo la pubblicazione dell’ultima revisione del GDP, comincia a prendere corpo la possibilità che l’economia americana stia emergendo da un trimestre dove la contrazione economica stia risultando ex-post peggiore di quanto precedentemente preventivato. Non sembra avere impressionato più di tanto analisti e investitori il PMI nipponico 51.1 contro attese per 50, un risultato notevole se si considera che è immediatamente successivo all’aumento dell’IVA scattato in primavera.
La Cina ha beneficiato della pubblicazione dell’indice HSBC/Markit a 50.8 contro il livello atteso di 49.7. L’indice risulta non solo migliore delle attese, ma anche oltre il limite di 50 che, come è noto, separa la contrazione dall’espansione economica.
Gli indici del Pacifico sono stati anche influenzati da alcune comunicazioni societarie come quelle di China Gas (+4% Giovedì), che ha annunciato la possibilità di triplicare il proprio fatturato entro il 2020.
Come anticipato qualche settimana fa, i “regulators” cinesi avevano delineato una precisa sequenza di IPO da qui alla fine dell’anno, dinamica che nei primi mesi del 2014 aveva evidenziato un netto alleggerimento dell’equity per rendere disponibili risorse da investire nelle nuove quotazioni. In settimana tre imprese che fanno parte della prima tranche di Initial Public Offering hanno esordito “limit- up” e, di conseguenza, numerosi analisti ritengono che questa strategia, coerente con quanto pubblicato nel Documento Programmatico pubblicato dopo il Plenum del partito, possa nel medio periodo portare a una maggiore capitalizzazione e internazionalizzazione delle borse cinesi.
In Europa i mercati hanno iniziato la settimana in modo sostanzialmente guardingo, forse influenzati da un intervento di Draghi che ha raffreddato il mood degli investitori, affermando – durante una intervista – che i tassi rimarranno bassi a lungo, ma che il Quantitative Easing (una delle opzioni maggiormente attese dalla comunità finanziaria) potrebbe essere implementato solo in caso di un marcato deterioramento del quadro inflattivo.
Ha pesato poi sulle dinamiche dei mercati il debole dato sul settore manifatturiero dell’Eurozona (sceso a giugno a 52.8 punti dai 53.5 di maggio, che continua a indicare la difficoltà per l’economia continentale ad entrare in trazione. Inoltre il dato dell’IFO Index in Germania sottolinea e conferma il quadro che si ottiene disassemblando il dato dei PMI: Francia e Germania in flessione e periferici in moderata ripresa, stesso scenario delineato da buone vendite al dettaglio in Italia e scenario industriale leggermente più debole del previsto in Francia.
Inoltre, i mercati azionari europei hanno indubbiamente risentito dei processi relativi all’aumento di capitale per numerosi istituti bancari, Monte Paschi e Deutsche Bank in primis, e dello stacco dei dividendi, che hanno evidentemente colpito soprattutto Milano, visto il peso preponderante del comparto creditizio sul Ftse MIB. Inoltre, l’Europa paga più di tutti gli altri continenti la propria dipendenza energetica e soffre più delle altre macroaree le tensioni innescate sul prezzo del petrolio dall’esplosione della violenza in Irak.
Dati relativi al Mercato del Lavoro pubblicati di Giovedì.
La prossima settimana sarà contraddistinta dalla pubblicazione delle Pending Home Sales e dalla Construction Spending, che forniranno qualche indizio in merito alla attuale condizione del Real Estate americano. Verrà poi pubblicata la ISM, Manifatturiera e non, e l’indice ADP. Il dato chiave del Mercato del Lavoro, che come è noto viene sempre pubblicato il primo Venerdì del mese, è anticipato a Giovedì a causa della festività del 4 Luglio. A margine, nella stessa giornata, Trade Balance e Factory Orders.
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