19 Ottobre 2013

La settimana finanziaria

di Direzione Finanza e Prodotti - Banca Esperia S.p.A.
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a cura della Direzione Investment SolutionsBanca Esperia S.p.A.

Rialzo generalizzato per i mercati azionari

La possibilità di una risoluzione positiva, anche se dal punto di vista teorico, temporanea, della disputa al Congresso ha fatto da propulsore alla maggior parte dei mercati azionari, consci anche del fatto che lo stop imposto alle attività federali avrà indubbiamente dei riflessi sulla crescita americana e, probabilmente sposterà in avanti l’inizio del tapering da parte della Federal Reserve. Questa considerazione è anche suffragata dalla pubblicazione di un Beige Book che indubbiamente mostra una crescita economica ancora molto fragile, malgrado la struttura fortemente aneddotica del report in esame che non sempre è un indicatore previsto attendibile. Il Dow ed i mercati americani in generale, influenzati anche dalla stagione degli utili, hanno avuto una performance di circa 2 punti percentuali. Anche l’Asia ha beneficiato del calo della tensione globale e, malgrado una serie di chiusure per festività che hanno interessato a rotazione i maggiori mercati del Pacific Rim, la dinamica degli eventi ha permesso al’Indice MSCI una progressione di oltre un punto e mezzo che porta il benchmark al miglior livello degli ultimi sei mesi. Spicca il comportamento dell’indice giapponese, +2.85% grazie sia alle dinamiche valutarie sia alla variazione di raccomandazioni su nomi particolarmente “pesanti” all’interno del Nikkei. Chiude la settimana una “salva” di rilevazioni positive in Cina, con GDP in crescita per il terzo trimestre del 7.8%, accompagnato da buoni numeri per produzione industriale e vendite al dettaglio. Anche i mercati europei si sono uniformati ai movimenti dei mercati americani, senza particolari news se non la pubblicazione di un buon indice IFO in Germania; L’Italia ha beneficiato del varo della legge di stabilità e di un momento di tranquillità dal punto di vista politico, che ha permesso anche un deciso rientro dello Spread Decennale/Bund. In termini valutari il dollaro, date le premesse, si è indebolito fino ad un livello pari a 1.37 contro Euro.

 

Raggiunto l’accordo a Congresso

Come era cominciato ad emergere durante il fine settimana, l’intransigenza del Presidente Obama e la serie di commenti preoccupati provenienti dal mondo delle società di rating e dai governi mondiali hanno fatto si che Repubblicani e Democratici venissero a più miti consigli dopo un mese di scontri e schermaglie. La firma del Presidente, dopo le votazioni alla Camera ed al Senato, mette fine alla prova di forza, riporta al lavoro gli impiegati federali e permette al Governo di ricominciare a pagare debiti, salari e benefit, sollevando la cappa di incertezza che era calata sugli Stati Uniti e sulla ripresa dell’economia americana. La decisione di ieri però non va verso la soluzione strutturale dei conflitti tra politici in merito alle priorità di spesa e alle politiche di riduzione del debito ma sposta solo il problema in avanti lungo l’orizzonte temporale fino al 7 Febbraio, data entro la quale dovrebbe essere composto il nuovo budget. Alcuni analisti si sono spinti a definire quanto deciso non come un accordo ma come una autentica tregua armata. Sono numerosi i commenti, che in effetti stigmatizzano la sconfitta del movimento dei Tea Party, che ha erroneamente impostato la battaglia portando al centro della mischia l’Obamacare, piuttosto che puntare ad una revisione fiscale vera e propria. Intanto continua la serie di esternazioni di chi cerca di calcolare l’impatto dello ShutDown sull’economia di Washington. Standard & Poor’s ha affermato ieri che il blocco delle attività potrebbe essere costato lo 0,6% del GDP del quarto trimestre e aver incrementato il livello dei disoccupati di circa 900K unità.

La Reporting Season entra nel vivo: finanziari in evidenza

Con il calendario macro in disarmo, a causa della non disponibilità di molte rilevazioni federali dovuta allo ShutDown, l’attenzione degli investitori era focalizzata sulle trimestrali delle aziende americane. Dopo gli utili di JP Morgan, commentati la scorsa settimana, il comparto bancario e finanziario era contraddistinto da una serie di trimestrali importanti; Bank Of America ha riportato numeri incoraggianti che dimostrano, come evidenziato durante la conference call del CEO Moynihan, che la maggior parte dei problemi legati all’acquisizione e alle conseguenti perdite di Countrywide Financials sia ormai retaggio del passato. Citigroup ha invece subito una pesante diminuzione dell’utile relativo alla parte obbligazionaria: i clienti del gruppo guidato da Mike Corbat in attesa di capire quali sarebbero state le decisioni della Federal Reserve , hanno bruscamente ridotto la propria attività, con evidente impatto sui conti della banca. Anche l’impennata dei tassi a breve negli USA ha compromesso la profittabilità dell’attività legata al rifinanziamento dei mutui Goldman Sachs ha invece riportato utili notevoli ma con revenues peggiori del consensus, a causa anche della “regulatory review” che la FED sta imponendo a tutte le banche attive nel trading relativo alle commodities. Sui numeri di GS potrebbe aver pesato anche il program trading su opzioni lanciato per errore a metà agosto.

Morgan Stanley ha riportato meglio delle attese; il fatto di essere concentrati soprattutto sull’Equity ha pagato più delle previsioni in termini di risultato finale.

Nel comparto Consumer, Johnson & Johnson ha riportato utili migliori delle attese: la strategia sulla parte Pharma ha pagato: molti concorrenti hanno abbandonato il business ma JNJ si è concentrata sulle molecole che comportano una migliore marginalità. In linea i risultati di Coca Cola.

Nel Tech Intel ha visto margini in miglioramento e utili più alti delle attese e prevede numeri migliori delle aspettative per fine anno, legati sorprendentemente non al fatturato PC ma a quello del comparto server. AMD invece, nonostante utili migliori di quanto atteso, non riuscirà nel quarto trimestre a compensare i volumi in calo del mercato PC con le nuove forniture per Game Consoles.

Numeri contrastati anche per IBM che, con utili migliori delle attese vede però il sesto trimestre consecutivo di calo nel fatturato. La pubblicità, elemento fondamentale del nuovo corso impresso dal CEO Marissa Mayer, permette a Yahoo! risultati migliori del previsto. Analoga dinamica per Google, che ha portato numeri molto superiori alle attese e si appresta a rappresentare il 33% della pubblicità veicolata attraverso il web.

 

Riprende la pubblicazione dei dati federali, prosegue la stagione degli utili 3Q

Risolto il problema dello ShutDown, dovrebbe riprendere in modo regolare la pubblicazione dei dati federali ma al momento l’effettiva scansione delle pubblicazioni non è ancora chiara. Gli analisti si attendono una buona dose di caos, che tra l’altro potrebbe portare qualsiasi rilevazione eccessivamente difforme dalle attese ad essere considerata come errata e ciò porterebbe ad un basso impatto sui mercati e sul sentiment anche di notizie e rilevazioni con un contenuto potenzialmente negativo. Continuerà ad essere caratterizzata da comunicazioni interessanti la Reporting Season, con le trimestrali di McDonald’s, Texas Instruments, HD ma soprattutto Boeing, Caterpillar e Ford per gli industriali e Colgate Palmolive, 3M e Procter & Gamble per la parte consumer.

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