30 Luglio 2016

Riserve di patrimonio: come e cosa indicare in nota integrativa

di Viviana Grippo
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A seconda della loro origine le riserve possono essere distinte tra riserve di utili o di capitale.

Le riserve di utili si formano a seguito della delibera assembleare di approvazione del bilancio e relativa destinazione del risultato di esercizio.

Le riserve di capitale vengono iscritte in bilancio al momento del verificarsi della sottostante operazione che ne richiede l’iscrizione o direttamente in sede di formazione del bilancio, senza che occorra alcuna deliberazione dell’assemblea.

Il punto 7-bis dell’articolo 2427 cod. civ. prevede, tanto per i bilanci ordinari che per quelli abbreviati, che “le  voci  di  patrimonio  netto  devono  essere   analiticamente indicate, con specificazione  in  appositi  prospetti  della  loro  origine, possibilità di utilizzazione e distribuibilità, nonché della  loro  avvenuta utilizzazione nei precedenti esercizi”.

Un esempio di compilazione dei dati richiesti dal codice civile (e anche dall’OIC 28) potrebbe essere il seguente.

Descrizione Importo Origine/Natura Possibilità di utilizzazione Quota disponibile Riepilogo delle utilizzazioni effettuate nei tre precedenti esercizi – per altre ragioni
Capitale 200.000         Capitale             B 200.000
Riserva legale 40.000          Utili             B 40.000
Riserva per azioni proprie in portafoglio 1.350.000          Utili            B 1.350.000 1.350.000
Varie altre riserve 5.652.462         Utili         A;B;C 5.652.462 (1.350.000)
Totale altre riserve 5.652.462        Utili        A;B;C 5.652.462
Totale 7.242.462     7.242.462
Quota non distribuibile       1.590.000  
Residua quota distribuibile       5.652.462  

 

Origine, possibilità di utilizzo e distribuibilità delle varie altre riserve

Descrizione Importo Origine/Natura Possibilità di utilizzazioni
Riserva da arrotondamento unità di euro 1                   Capitale  
Riserva facoltativa 5.652.461                       Utili                       A;B;C
Totale 5.652.462    

 

Nella precedente tabella vengono fornite per ciascuna voce le possibilità di utilizzazione come di seguito indicato:

  • A: per aumento di capitale
  • B: per copertura perdite
  • C: per distribuzione ai soci.

È quindi necessario in nota integrativa definire se le riserve appostate in bilancio siano delle riserve di utili o di capitali e chiarire quali sono le possibilità di utilizzo delle stesse.

Al riguardo occorre ricordare che le riserve sono distinguibili tra disponibili ed indisponibili e possono essere destinate:

  • ad aumento del capitale sociale,
  • a copertura delle perdite,
  • alla distribuzione ai soci.

Nello specifico, possono essere utilizzate per l’aumento del capitale sociale tutte le riserve tra le quali:

  • la riserva da sovrapprezzo azioni;
  • la riserva da conversione obbligazioni;
  • la riserva da utili netti su cambi;
  • la riserva da deroghe ex comma 4, articolo 2423, codice civile;
  • gli utili portati a nuovo.

Sono invece utilizzabili per la copertura delle perdite di esercizio:

  • la riserva legale;
  • la riserva da sovrapprezzo azioni;
  • la riserva da conversione obbligazioni;
  • la riserva da utili netti su cambi;
  • la riserva da deroghe ex comma 4, articolo 2423 codice civile;
  • gli utili portati a nuovo.In merito all’utilizzo delle riserve occorre rispettare l’ordine inverso di vincolo, di conseguenza l’ultima riserva utilizzabile sarà quella legale.

In relazione alla distribuzione ai soci possono essere distribuite:

  • la riserva da sovrapprezzo azioni (a condizione che la riserva legale abbia raggiunto il limite di 1/5 del capitale sociale);
  • la riserva da conversione obbligazioni (a condizione che la riserva legale abbia raggiunto il limite di 1/5 del capitale sociale);
  • gli utili portati a nuovo.

Restano comunque indisponibili le seguenti riserve:

  • riserva da acquisto di azioni proprie;
  • riserve delle società cooperative;
  • riserve da rivalutazione di partecipazioni.
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