Inviti a sanare le anomalie dichiarazione Iva-spesometro del 2013
di Alessandro BonuzziLe imprese e i professionisti che hanno dichiarato ai fini Iva per l’anno 2013 un volume d’affari discordante rispetto al dato che emergerebbe prendendo a riferimento le operazioni comunicate dai propri clienti attraverso lo spesometro, riceveranno a breve una comunicazione personalizzata del Fisco contenente l’invito a regolarizzare l’anomalia.
Lo ha annunciato il provvedimento n. 221446 pubblicato ieri con il quale l’Agenzia delle Entrate fissa le modalità e le procedure utilizzate per mettere a disposizione dei contribuenti, in maniera preventiva, le informazioni utili ad adempiere correttamente ai propri doveri fiscali e ad evitare, di conseguenza, futuri controlli.
In tal senso l’obiettivo dichiarato è quello di consentire ai soggetti Iva di fornire per tempo elementi in grado di giustificare le presunte irregolarità e, se del caso, ricorrere all’istituto del ravvedimento operoso, potendo così beneficiare della riduzione delle sanzioni graduata in ragione della tempestività delle correzioni.
Gli alert riguarderanno più di 20.000 contribuenti e verranno inviati via e-mail agli indirizzi di posta elettronica certificata. Le informazioni di dettaglio contenute nella comunicazione saranno comunque consultabili accedendo al “Cassetto fiscale” e riguarderanno i seguenti dati:
- protocollo identificativo e data di invio della dichiarazione Iva, per il periodo d’imposta oggetto di comunicazione (2013);
- somma algebrica dell’ammontare complessivo delle operazioni effettuate risultante dal quadro VE della dichiarazione Iva;
- importo totale delle operazioni comunicate dai clienti soggetti passivi Iva attraverso lo spesometro;
- ammontare delle operazioni attive che risulterebbero omesse;
- dati identificativi dei clienti soggetti passivi Iva (denominazione e codice fiscale);
- ammontare degli acquisti comunicati da ciascuno dei clienti soggetti passivi Iva.
In pratica i nuovi inviti preventivi si basano sulle incongruenze derivanti dall’incrocio dei dati delle dichiarazioni Iva presentate dai soggetti passivi dell’imposta rispetto a quelli comunicati dai loro clienti.
Lo scostamento tra l’ammontare dichiarato delle operazioni attive effettuate dall’interessato e il maggior ammontare ricostruito secondo i dati degli spesometri presentati da soggetti terzi (i clienti) potrebbe costituire – per l’Agenzia – un’omissione di almeno una parte del volume d’affari realmente conseguito nell’anno.
In sostanza, le comunicazioni in questione, attivate dalla verifica incrociata, si basano sulla “strana” probabilità che i contribuenti siano da considerare più affidabili nella compilazione dello spesometro che nella predisposizione della dichiarazione Iva.
Ad ogni modo gli inviti, oltre a mettere a disposizione dei soggetti Iva interessati le informazioni inviate dai loro clienti, indicheranno altresì le modalità con cui il contribuente potrà richiedere informazioni o segnalare all’Agenzia eventuali elementi, fatti e circostanze dalla stessa non conosciuti.