27 Gennaio 2018

La settimana finanziaria

di Mediobanca S.p.A.
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IL PUNTO DELLA SETTIMANA: Per la BCE il rialzo dei tassi “ben oltre l’orizzonte degli acquisti” è scritto sulla pietra

  • Nel meeting di questa settimana la BCE ha lasciato invariati i parametri di politica monetaria: il piano di acquisti rimane state contingent” e la forward guidance invariata
  • La recente volatilità del tasso di cambio è divenuta una fonte di incertezza e necessita di essere monitorata

Nel meeting di gennaio, la BCE ha lasciato invariati tutti i parametri di politica monetaria, compreso il piano di acquisti netti di attività (30 miliardi al mese fino a settembre 2018) e il corridoio dei tassi di interesse (tasso di deposito a -0,4%, tasso repo allo 0,0%), ribadendo che i tassi di interesse di riferimento resteranno invariati ai livelli attuali per un lungo periodo di tempo “ben oltre l’orizzonte degli acquisti”. Il piano di acquisti rimane state contingent(essendo possibile ampliarlo se necessario) e condizionale ad un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi. Nella descrizione del contesto economico, che precede la sessione di Q&A, il Presidente Draghi ha ribadito la solidità del ciclo economico, la cui accelerazione ha sorpreso al rialzo negli ultimi mesi, la debolezza dell’inflazione, che resta lontana dall’obiettivo della BCE e il risanamento del meccanismo di trasmissione del credito nei paesi dell’Area. Se sulla crescita i rischi restano bilanciati, possono invece sorgere rischi al ribasso per l’inflazione, legati a fattori globali e ai movimenti sul mercato valutario. Pertanto l’orientamento di politica monetaria “ampiamente accomodante” resta necessario per il raggiungimento dello scenario di inflazione implicito nelle previsioni della banca centrale. Contestualmente, Draghi ha cercato di imprimere un tono particolarmente dovish alla conferenza stampa, ribadendo più volte tutti gli elementi della forward guidance ed in particolare la sequenza della strategia di uscita dalla politica monetaria “ampiamente accomodante”: si è persino spinto a sottolineare che uno dei membri del Consiglio Direttivo nel meeting odierno ha dichiarato che la frase relativa al primo aumento del costo del denaro ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività è scritta “nella pietra”. Dopo aver esplicitamente dichiarato che un aumento dei tassi di riferimento quest’anno è “altamente improbabile”, Draghi ha anche sottolineato che diversi funzionari della BCE sono stati sorpresi dalla reazione dei mercati e, in particolare, del tasso di cambio alla pubblicazione dei verbali della riunione di dicembre, sottolineando che le discussioni sulla fine del legame tra inflazione e QE non sono ancora neppure iniziate all’interno del Consiglio Direttivo. La novità rispetto alle riunioni precedenti è stata l’inserimento di un commento sul tasso di cambio: “la recente volatilità del tasso di cambio è divenuta una fonte di incertezza e necessita di essere monitorata. Il Presidente Draghi ha sottolineato che è importate considerare quanta parte del recente movimento del tasso di cambio sia dovuta all’andamento dei fondamentali dell’economia domestica e quanta parte, invece, alla politica di comunicazione sia essa interna o di altri paesi. E’ chiaro il riferimento agli ultimi commenti del segretario di stato americano Steven Mnuchin (“ci fa comodo un dollaro debole”). In breve, Draghi ha affermato che solo parte del recente movimento del tasso di cambio è giustificato dai fondamentali e dalla forza dell’economia dell’Area stessa, ma potrebbe avere una ricaduta sulla crescita sull’inflazione, ostacolandone la graduale risalita verso il target, comportando un cambio di strategia. In particolar modo la BCE si dichiara preoccupata che un apprezzamento dell’Euro possa generare un restringimento non voluto delle condizioni finanziarie. Una tale evenienza rientra nel mandato della BCE e potrebbe portare ad una modifica della politica monetaria. Tuttavia i commenti sono stati ampiamente ignorati dai mercati con il cambio Euro/Dollaro che è salito sopra 1,25 per la prima volta dal 2014. La curva dei future sull’Euribor è divenuta marginalmente più ripida incorporando un aumento dei tassi di riferimento più accelerato dopo la seconda metà del 2019 e il rendimento del titolo governativo decennale tedesco scambia a 0.62 (+ 5 punti base).

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