L’equo compenso per tutti i professionisti
di EVOLUTIONL’equo compenso è una misura introdotta dall’articolo 19-quaterdecies del D.L. 148/2017 volta a tutelare i professionisti dai cd. clienti forti e non solo. In particolare, la norma individua:
- i criteri sulla base dei quali valutare l’equità del compenso;
- le clausole vessatorie;
- il procedimento di tutela.
Il compenso si considera equo quando risulta proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonché al contenuto e alle caratteristiche della prestazione legale, e conforme ai parametri previsti dal regolamento di cui al decreto del Ministro della giustizia.
Quindi, affinché il compenso possa definirsi equo, deve avere le seguenti caratteristiche:
- proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto,
- proporzionato al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale,
- conforme ai parametri individuati dal Ministero della Giustizia con apposito decreto per la liquidazione giudiziale (si tratta del decreto n. 140 del 20.07.2012).
Sebbene la norma di riferimento (articolo 13-bis, L. 247/2012) sia riferita esclusivamente agli avvocati, l’articolo 19-quaterdecies del D.L. 148/2017 estende l’equo compenso anche a tutti gli altri professionisti come definiti dall’articolo 1 della L. 81/2017 (Jobs Act). Sono esclusi unicamente gli agenti della riscossione.
L’equo compenso si applica solo ai contratti stipulati con i cd. clienti forti, tra cui vi rientrano:
- Imprese bancarie e assicurative;
- Grandi imprese, cioè quelle imprese che occupano più di 250 persone e il fatturato supera i 50 milioni di euro o il totale di bilancio annuo supera i 43 milioni di euro.
La disciplina si applica alle convenzioni predisposte unilateralmente dalle imprese committenti, ma anche alle prestazioni rese a favore della pubblica amministrazione.
Di notevole importanza nella disciplina dell’equo compenso, è la previsione ai commi 4 e 5 dell’articolo 13-bis della L. 247/2012 delle clausole vessatorie, le quali non inficiano la validità del contratto, ma unicamente la loro nullità.
Clausole vessatorie |
Si considerano vessatorie le seguenti clausole:
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Nel caso in cui il compenso non possa definirsi equo o in presenza di una delle clausole vessatorie, il professionista può rivolgersi al giudice, il quale una volta accertata la sussistenza: dichiara:
- dichiara la nullità della clausola,
- ridetermina il compenso tenendo conto i parametri.
Nella Scheda di studio pubblicata su EVOLUTION sono approfonditi, tra gli altri, i seguenti aspetti: |