14 Aprile 2018

La settimana finanziaria

di Mediobanca S.p.A.
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IL PUNTO DELLA SETTIMANA: continua la “stagflazione inversa” del Giappone

  •  La fiducia delle imprese manifatturiere è peggiorata per la prima volta in due anni, ma i piani di investimenti restano solidi all’interno del Tankan
  • Le aspettative di inflazione continua a restare particolarmente moderate, anche perché le imprese cercano di assorbire l’aumento dei salari attraverso una riduzione dei servizi
  • Restano positive solidi i piani di investimento per il resto del 2018 delle diverse società

Il Giappone continua a permanere in una fase di “stagflazione inversa”, ovvero in una fase caratterizzata da bassa inflazione (ma con un rischio ridotto di deflazione), crescita sopra il potenziale e un basso tasso di disoccupazione (che non si registrava dal 1993). Questa fase è affiancata da una politica monetaria ancora estremamente accomodante, come ha ribadito Kuroda, durante il discorso inaugurale del suo secondo mandato alla guida della BoJ. Il governatore ha sottolineato che “è troppo presto” per discutere le strategie di uscita dalla politica monetaria ultra-accomodante. Per questo, la BoJ non si unirà a breve al processo di uscita dalle politiche monetarie espansive, intrapreso dalle altre banche centrali, bensì farà tutto il possibile per raggiungere l’obiettivo di inflazione del 2%, che rimane ancora lontano. Le ancora modeste pressioni inflazionistiche forniscono l’argomento principale alla BoJ per conservare la sua strategia ultra-espansiva, che prevede tassi negativi dello 0,1% su una parte dei depositi in eccesso delle istituzioni finanziarie, oltre a massicci acquisti di bond e asset nel contesto di una politica di controllo della curva dei rendimenti, finalizzato a tenere intorno a zero i tassi di mercato sui decennali. Anche le aspettative di inflazione delle imprese sono stabili, con il livello generale dei prezzi atteso dalle società, espresso in termini di CPI, pari a 0,8% a/a in marzo contro +0,8% a/a in dicembre e +0,7% a/a in settembre. La tendenza al rialzo dei prezzi sembra destinata a continuare, ma molto lentamente. Attualmente, le aziende sono costrette ad aumentare i salari per far fronte alla carenza di manodopera – in particolare tra le piccole aziende del settore non manifatturiero ad alta intensità di lavoro – ma continuano ad adottare strategie prudenti in materia di prezzi, cercando di assorbire i costi, attraverso riduzioni dei servizi forniti, anziché trasferirli ai prezzi di produzione. Questo atteggiamento prudente delle imprese potrebbe, però, portare ad un peggioramento della redditività pesando sulla ripresa degli utili, già appesantiti dalla forza dello yen. Questo spiega parte del recente indebolimento della fiducia delle imprese: a marzo il Tankan, l’indice di diffusione delle condizioni commerciali attuali (periodo di indagine: 26 febbraio-30 marzo) è sceso a 24 per i grandi produttori (a dicembre: 26) e a 23 per la larga produzione (a dicembre: 25), con il primo che registra il primo calo da marzo 2016. Questo deterioramento della fiducia delle imprese potrebbe essere ulteriormente esacerbato da un futuro aumento delle frizioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Restano invece solidi i piani di investimento per il resto del 2018 delle diverse società (compresi gli investimenti immobiliari, esclusa la componente software) che registrano un miglioramento rispetto alla previsione per l’anno successivo nel sondaggio di marzo 2017 (-1,3%) e la più forte dall’indagine di marzo 2007, pur indicando un moderato rallentamento (-0,7% a/a nell’anno a venire). Questo è stato confermato anche dal recente dato degli ordini di macchine core, aumentati del 2,1% m/m a febbraio, al di sopra delle attese (-2,5%) e che segue l’aumento dell’8,2% m/m in gennaio. Gli ordini principali registrano quindi un + 4,3% t/t in T1, più saldi della proiezione del sondaggio ESRI di (1,5%) e segneranno il terzo aumento trimestrale consecutivo. Ricordiamo che il parlamento giapponese ha approvato la legge sulla riforma fiscale 2018, che includeva incentivi fiscali aziendali per aumenti salariali e investimenti che aumentano la produttività. In questo contesto, il consumo reale di febbraio dell’indagine sulle famiglie si è attestato a -0,9% a/a, in moderato calo, dopo una forte accelerazione a gennaio (+ 1,9%). I salari nominali sono aumentati bruscamente a febbraio del + 1,3% a/a. Anche la lettura finale di gennaio è stata rivista in modo significativo, a + 1,2% a/a, dal valore preliminare di + 0,7%.

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