Definita dal CNDCEC la metodologia comune per i sindaci-revisori
di Francesco RizziIl CNDCEC ha recentemente pubblicato la versione definitiva del documento “approccio metodologico alla revisione legale affidata al Collegio Sindacale nelle imprese di minori dimensioni” dopo un periodo in cui era stato posto in pubblica consultazione (dal 17 gennaio al 2 febbraio scorsi).
Come dichiarato dai Consiglieri del CNDCEC delegati alla revisione legale (Raffaele Marcello e Antonio Borrelli), il testo finale tiene conto dei feedback ricevuti da parte della categoria durante il periodo di pubblica consultazione e può dunque ritenersi un documento “generalmente accettato”.
Partendo dall’assunto che la maggior parte delle imprese italiane hanno una dimensione medio-piccola, il nuovo volume si propone quale supporto operativo per la revisione legale svolta nelle imprese di minori dimensioni.
Gli scopi del documento sono quelli di fornire al revisore legale e al sindaco a cui è stato affidato anche l’incarico della revisione legale
- delle metodologie, delle procedure e delle tecniche di revisione condivise e comuni, aderenti al sistema di regole (in termini di obiettivi, procedure di revisione, risk approach, documentazione) previsto dai principi di revisione internazionali, ma adattate alle caratteristiche delle PMI italiane;
- degli utili facsimili di carte di lavoro;
- una serie di casi ed esempi di situazioni in cui potrebbe venirsi a trovare il professionista e la prospettazione di suggerimenti operativi e comportamenti risolutivi;
- un ausilio per il professionista che si trova a dover coordinare la disciplina di riferimento e il suo ruolo di sindaco con quelli del revisore legale.
Come preannunciato alla pubblicazione della bozza del lavoro, i suddetti Consiglieri nazionali hanno confermato che il documento di prassi è stato proposto al MEF al fine di chiederne il riconoscimento quale possibile “schema di riferimento” rispetto al quale effettuare le valutazioni in tema di controllo della qualità degli incarichi di revisione ex articolo 20 D.Lgs. 39/2010. Ciò sarebbe di grande ausilio sia per i professionisti “controllati” che per i soggetti deputati a svolgere il “controllo”, in quanto consentirebbe di avere una prassi di riferimento “comune” da seguire, sebbene sempre adattabile ed ampliabile a seconda dei casi.
Il documento è abbastanza “corposo”. È composto da ben 336 pagine suddivise in 27 capitoli e da 19 cartelle di file allegati sia in formato word che excel.
Per quanto si è potuto finora constatare da una prima visione del volume, nel riservarsi di approfondirne in seguito i diversi contenuti, il documento di prassi
- fornisce un utile schema logico da seguire nello svolgimento del lavoro di revisione, definendo la strutturazione dell’intero processo di revisione;
- segue un approccio metodologico basato sull’audit risk model;
- offre ampie trattazioni di aspetti in passato spesso trascurati dai professionisti, quali l’accettazione e il mantenimento dell’incarico, la lettera d’incarico, la stima delle ore di lavoro e dei compensi, le valutazioni della propria indipendenza, ecc.;
- pone l’accento sul concetto di significatività e sulle procedure di identificazione e di valutazione dei rischi (intrinseco, di controllo e di errori significativi);
- dà ampio spazio alle risposte del revisore ai rischi identificati;
- tratta largamente della fase del reporting e conclusiva del lavoro di revisione, soffermandosi opportunamente su alcuni aspetti meritevoli di approfondimento, quali la continuità aziendale, le attestazioni della direzione, la valutazione degli errori, ecc.;
- dedica l’ultimo capitolo ad un argomento di fondamentale importanza, cui il revisore dovrà abituarsi a porre la dovuta attenzione e cioè al controllo della qualità del lavoro di revisione. Al capitolo è inoltre allegato un utile “manuale delle procedure di controllo della qualità per il sindaco-revisore”, cui potrà utilmente riferirsi il revisore che per lo svolgimento del proprio lavoro si avvale di personale professionale, sia esso interno o esterno alla propria struttura organizzativa;
- supporta il revisore nella redazione della documentazione del lavoro di revisione, allegando diversi facsimili di carte di lavoro in formato informatico (file word o excel) identificati con una tassonomia che utilizza un’indicizzazione alfa-numerica. Come opportunamente specificato nel documento di prassi, detti facsimili non dovranno essere intesi quali schemi rigidi da utilizzare acriticamente, ma dovranno essere opportunamente adattati, ridotti o ampliati dal revisore in base al proprio giudizio professionale e alle specificità dell’impresa;
- ha un linguaggio semplice e discorsivo nonché un apprezzabile taglio operativo (ricco di tabelle sinottiche, schemi, suggerimenti operativi e facili riferimenti ai principi di revisione);
- cura efficacemente la grafica e il layout del testo, rendendone agevole la lettura e la comprensione.
Si sottolinea, infine, che il nuovo volume sostituisce integralmente il precedente documento dal titolo “L’applicazione dei principi di revisione internazionali (ISA Italia) alle imprese di dimensioni minori” edito a dicembre del 2015, il quale, pertanto, dovrà ritenersi superato per tutte le revisioni a partire dal 1° gennaio 2018.