Il credito d’imposta per pagamenti elettronici anche per le strutture alberghiere
di Leonardo PietrobonL’articolo 22 del D.L. n. 12/2019, c.d. decreto fiscale 2020, ha introdotto un credito d’imposta a favore degli esercenti attività d’impresa, arti o professioni, pari al 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate mediante carte di credito, di debito o prepagate, nonché per le transazioni effettuate mediante altri strumenti di pagamento elettronici tracciabili.
Sotto il profilo soggettivo, secondo quanto disposto dalla citata disposizione normativa, il credito d’imposta non è subordinato all’esistenza di particolari condizioni, in quanto spetta a esercenti attività d’impresa, arti o professioni per le commissioni dovute in relazione a cessioni di beni e prestazioni di servizi rese nei confronti di consumatori finali dal 1° luglio 2020, a condizione che i ricavi e compensi relativi all’anno d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 400.000 euro. Di conseguenza, l’unica “condizione” soggettiva è rappresentata dall’ammontare dei ricavi relativi all’anno 2019 che, come già evidenziato, non deve eccedere la soglia di euro 400.000. sulla base di tali considerazioni, anche le strutture alberghiere, rispettose di tale condizione, sono quindi destinatarie di tale norma agevolativa, in quanto il riferimento generico è lo svolgimento di un’attività d’impresa.