Il Decreto Ristori e lo sport
di Guido MartinelliDopo i provvedimenti di chiusura del settore sport, introdotti dal D.P.C.M. 24.10.2020 (e auspicando che non si debbano ulteriormente accentuare), il Governo ha approvato un nuovo Decreto “Ristori” contenente gli aiuti alle categorie penalizzate dalle misure anti-contagio.
Il Decreto Ristori (D.L. 137/2020) è stato pubblicato nella notte nella Gazzetta Ufficiale n. 269 del 28.10.2020.
Viene previsto un contributo a fondo perduto per le “imprese” dei settori oggetto delle restrizioni.
Per capire se si sia compresi in detti settori si dovrà verificare se il codice Ateco della propria attività è ricompreso o meno tra quelli riportati nella tabella allegata al decreto.
Si segnala, a tal fine, ad esempio, che il codice 85.51.00, riferito ai corsi sportivi e ricreativi, non appare nella prima tabella allegata.
Si dovrà possedere una partita iva attiva alla data del 25 ottobre 2020. Attivazioni successive non consentiranno l’accesso al contributo.
Tale ultimo requisito e la definizione di “settore economico” dell’attività svolta sembra escludere da tale aiuto le associazioni sportive dilettantistiche che svolgono esclusivamente attività in favore dei propri associati e, come tali, non dotate di partita Iva.
Le sportive che hanno già ricevuto il contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio riceveranno l’accredito diretto sul conto corrente; solo le sportive che non hanno già richiesto il contributo sulla base delle precedenti norme emergenziali dovranno ripresentare la domanda la cui quantificazione avverrà sulla base dei criteri indicati dall’articolo 25 D.L. 34/2020.
Viene incrementato il fondo previsto presso l’istituto per il credito sportivo al fine di erogare contributi in conto interessi sui finanziamenti erogati dallo stesso istituto o da altre banche per le esigenze di liquidità delle sportive.
L’articolo 3 costituisce un apposito fondo di 50 milioni di euro per il sostegno delle associazioni e società sportive dilettantistiche. Al momento non sono noti i criteri di distribuzione di tali risorse: i criteri di ripartizione delle risorse saranno stabiliti con provvedimento del Capo del Dipartimento per lo Sport che dispone la loro erogazione.
Sempre per le attività indicate dai codici Ateco espressamente elencati è previsto un credito di imposta sugli affitti per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Viene eliminato ogni requisito di accesso in funzione del volume dei ricavi. Il relativo credito è cedibile al proprietario dell’immobile locato.
Anche qui la norma usa il termine “imprese”. Sarà necessario attendere circolari interpretative per capire se possano rientrare in tale definizione anche le Asd. Nessun dubbio, invece, per le società sportive dilettantistiche.
Viene introdotto nuovamente il voucher per il controvalore degli spettacoli dal vivo a cui non si potrà assistere. Si ritiene che vi potranno essere ricompresi anche eventuali biglietti acquistati in prevendita per manifestazioni sportive originariamente calendariate alla presenza di pubblico nel periodo 24 ottobre-31 gennaio 2021.
Viene prevista la cancellazione della seconda rata Imu, la proroga al 10 dicembre per la presentazione del modello 770, la proroga della cassa integrazione e un parziale esonero da contributi previdenziali. Viene prorogata la sospensione della possibilità di effettuare licenziamenti per giustificato motivo oggettivo.
Infine, diffusamente preannunciata dal Ministro Spadafora, è stata riproposta, per il mese di novembre 2020 e nel limite massimo di 124 milioni di euro, una indennità pari a 800 euro (rispetto ai 600 euro corrisposti in primavera) in favore “dei lavoratori impiegati con rapporti di collaborazione presso … le società e associazioni sportive dilettantistiche … i quali in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid 19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività”.
L’emolumento non concorrerà alla formazione del reddito ma non potrà essere riconosciuto ai percettori di altro reddito da lavoro o del reddito di cittadinanza. Si considerano redditi da lavoro che escludono dal diritto di percepire l’indennità i redditi da lavoro autonomo di cui all’articolo 53 Tuir, i redditi da lavoro dipendente o assimilati nonché le pensioni di ogni genere e gli assegni ad essi equiparati con esclusione di quello di invalidità.
I soggetti che hanno già beneficiato di detta indennità per i mesi da marzo a giugno non dovranno fare alcun adempimento e riceveranno il bonifico da “Sport e Salute” direttamente sul conto corrente senza necessità di ulteriore domanda.
Chi non l’avesse presentata ritenendo di averne diritto potrà farlo per il mese di novembre, unitamente alla autocertificazione di possesso dei requisiti richiesti entro il 30 novembre sulla apposita piattaforma di “Sport e Salute”.
29 Ottobre 2020 a 15:15
In merito a :
” Si segnala, a tal fine, ad esempio, che il codice 85.51.00, riferito ai corsi sportivi e ricreativi, non appare nella prima tabella allegata.”
Visto la correlazione specifica del codice ateco 85.51.00 agli istruttori, maestri ect. con partita iva ed iscritti alla gestione separata Inps si chiede come si possa chiedere l’integrazione del codice nell’allegato 1 del decreto ristori.
30 Ottobre 2020 a 8:30
Purtroppo l’assenza del codice indicato, come già evidenziato anche nel testo, penalizza fortemente il mondo dello sport.
Al momento l’unica cosa da fare è evidenziare il problema affinchè il legislatore in sede di conversione in legge del provvedimento possa rimediare
29 Ottobre 2020 a 19:08
Ho proprio il caso di una SSD che fa corsi riconosciuti dal CONI e non, con codice ateco 85.51.00. Riceveranno anche loro il contributo a fondo perduto visto che lo hanno già percepito a luglio o non essendoci l’ateco nell’allegato 1 al D.L. Ristori non lo percepiranno?
30 Ottobre 2020 a 8:32
Vale il messaggio precedente. Non riceveranno il contributo salvo che i codici allegati non siano integrati in sede di conversione in legge del provvedimento
2 Novembre 2020 a 14:32
Sempre in merito ai messaggi precedenti, poichè credo siano moltissimi gli istruttori di palestre, maestri ed enti con codice ateco 85.51.00, la cui esclusione dai ristori è assurda, come si può, in maniera concreta e fattibile, evidenziare il problema agli organi istituzionali ? Grazie. G.M. di Ancona
3 Novembre 2020 a 8:58
Il secondo comma dell’art. 1 del decreto prevede espressamente la possibilità di individuare con decreto interministeriale, ulteriori codici Ateco che possano integrare quelli nella tabella allegata.
In più la possibile integrazione potrebbe essere effettuata con la legge di conversione del decreto.
Pertanto la possibilità e le strade sono aperte. Alle rappresentanze delle categorie interessate l’onere di sollecitare la soluzione del problema