Leadership e scrittura: il potere delle parole
di Michela Trada - Esperta in Brand Journalism e strategie editorialiDa grandi poteri derivano grandi responsabilità. Prendo in prestito la celebre frase cinematografica pronunciata da Ben Parker al nipote Spiderman per parafrasarla in uno stimolante quanto potente “dall’uso delle parole derivano grandi responsabilità”. Se vogliamo, infatti, diventare autorevoli, punto di riferimento nel nostro settore e “influenti” nel mercato di pertinenza in cui agiamo, dobbiamo iniziare davvero ad usare le parole per fare business.
Business nel senso letterale e non del termine dal momento che anche la brand awareness, oggi, gioca un ruolo fondamentale in campo di brand equity ovvero di notorietà e “potere di acquisto” di un brand.
L’informazione sconfigge la polarizzazione
Di fronte a contenuti che diventano ogni giorno sempre più polarizzati saper informare la propria community, il proprio pubblico su argomenti e valori che ci rappresentano oggi fa davvero la differenza.
In comunicazione, infatti, la neutralità non paga mai: per essere rilevanti occorre generare un sentimento di totale accordo o disaccordo in chi ci legge, ascolta e vede.
In questa epoca post pandemica e dai venti di guerra produrre contenuti rilevanti utilizzando la tecnica del brand journalism che ci permette di diventare giornalisti di noi stessi e del nostro brand si rivela una strategia vincente in chiave brand identity.
Chi vogliamo essere? Come vogliamo essere ricordati? Che impatto vogliamo lasciare sul territorio e le generazioni future? Queste le domande da porsi prima di intraprendere qualsiasi strategia editoriale.
Ogni qualvolta pigiamo i tasti sulla tastiera per realizzare un post sui social, un articolo sul nostro blog, il testo della newsletter settimanale, dobbiamo tenere a mente che quel contenuto andrà a formare un tassello importante della nostra brand reputation e che risponderà in parte alle domande che ho elencato poc’anzi. Persino quando rispondiamo ai commenti altrui nelle discussioni generali “sociali” dobbiamo tenere a mente questa regola aurea. Ricordiamoci, infatti, sempre che verba volant, ma scripta manent e Google manent.
I nostri contenuti ci devono rappresentare
Qual è la promessa del nostro brand? Che cosa devono aspettarsi i lettori quando atterrano sui nostri canali?
- Chiarezza espositiva e coerenza con il proprio sé, la propria vision e la propria mission;
- Piano e calendario editoriali pertinenti ai propri obiettivi e al proprio scopo/mercato;
- Individuare un pubblico a cui parlare.
Sono queste le tre macro-aree da seguire per uno sviluppo efficace in chiave business dal punto di vista della scrittura.
Il valore aggiunto non sono il nostro job title e la nostra specializzazione: il valore aggiunto del nostro brand siamo noi stessi. Frasi fatte, modi di dire, testi preconfezionati e presi in prestito da Google non ci porteranno risultati; parole che ci rispecchiano, che raccontano qualcosa di noi e del nostro perché, al contrario, fanno la differenza e ci elevano ad opinion leader. E oggi più che mai c’è bisogno di leader gentili e autorevoli nell’uso della parola.