L’aggregazione quale fonte primaria di innovazione negli studi professionali
di Riccardo Conti di MpO & PartnersIn ambito aziendale innovare significa introdurre per la prima volta nel sistema economico nuovi prodotti/servizi (innovazione di prodotto) o processi (innovazione di processo), oppure migliorare quelli esistenti. Il tema dell’innovazione assume significativa importanza anche all’interno del mondo degli studi professionali, specie se contestualizzato nel particolare momento storico che stiamo attraversando, quello post-pandemico, in cui tutti, professionisti compresi, sono stati costretti a rivedere l’assetto organizzativo e strutturale del lavoro.
Obiettivo di questo articolo è quello di presentare le dinamiche alla base del processo innovativo negli studi professionali, analizzandone i principali ostacoli e le possibili soluzioni da adottare per superarli.
Presupposto essenziale affinchè si possa innovare all’interno di uno studio professionale è rappresentato da una piena e completa consapevolezza del concetto di innovazione. La vera dimensione dell’innovazione è di carattere culturale, dal momento che un processo innovativo in grado di produrre effetti tangibili nel lungo periodo poggia le fondamenta non tanto in una sua esigenza contingente, la quale conduce il più delle volte ad un cambiamento non duraturo, bensì su un vero e proprio cambio di mentalità che, partendo da chi ha il controllo e le responsabilità dello studio ne investe tutti i livelli secondo una logica top-down.
Il primo ostacolo all’interno di uno studio professionale potrebbe essere quindi la cultura dell’errore. Albert Einstein scriveva “non hai mai commesso un errore se non hai mai tentato qualcosa di nuovo”. Questa frase sintetizza perfettamente una delle problematiche più comuni negli studi professionali e non solo, ovvero quella dell’accettazione dell’errore. Quindi, un’impostazione di fondo per cui l’errore viene accettato ed utilizzato come leva per la futura crescita, e non considerato quale elemento negativo e paralizzante, è fondamentale affinché nello studio si possa raggiungere il cambio di mentalità sopra menzionato.
Un secondo ostacolo da prendere in considerazione riguarda il tempo e le risorse. Solitamente, all’interno di studi professionali di piccole dimensioni difficilmente potrà trovare spazio l’aspetto innovativo, dal momento che l’attività operativa di studio assorbe la maggior parte del tempo disponibile sia di dipendenti e collaboratori sia del titolare. Un ulteriore ostacolo, sempre questo senso è dato dalla mancanza di risorse finanziarie da investire nel processo innovativo e di strutture societarie adeguate ad accogliere questi capitali.
Ultimo ostacolo, non di certo per importanza, è rappresentato, soprattutto nel caso di attività professionali esercitate nella forma di studio individuale, dalla mancanza di un’adeguata cultura imprenditoriale, presupposto fondamentale per uscire dalla propria comfort-zone ed intraprendere processi di cambiamento.
Le operazioni di aggregazione professionale, sempre più diffuse nel nostro Paese, possono fornire una soluzione unitaria alla pluralità di ostacoli che impediscono di intraprendere e realizzare al meglio un processo di innovazione.
Continua a leggere qui