Disponibili le check list per valutare gli assetti organizzativi
di Fabio LanduzziLo scorso 25 luglio 2023, il CNDCEC ha pubblicato un Documento di ricerca intitolato “Assetti organizzativi, amministrativi e contabili; check-list operative”. Si tratta di un elaborato che, come indicato dallo stesso estensore, ha l’utile obiettivo di fungere da supporto per imprese e professionisti per coadiuvarli a raggiungere una valutazione tecnica, e un monitoraggio nel tempo, dell’adeguatezza degli assetti organizzativi aziendali, in linea con le disposizioni normative di cui all’articolo 2086, cod. civ., e all’articolo 3 del Codice della Crisi d’impresa.
È utile evidenziare come il documento in parola, in più parti, sottolinei la sua portata non esaustiva, ed in modo particolare, la necessità che l’impiego delle check list avvenga:
- secondo il criterio di proporzionalità, prescritto anche dalle disposizioni di legge sopra citate, ovvero;
- tenendo conto della complessità dell’impresa, della natura dell’attività economica svolta, della sua dimensione, delle esigenze poste dal suo mercato di riferimento, ecc..
A tale proposito, il documento richiama in premessa proprio le specificità delle realtà aziendali minori e, in riferimento ad esse, con particolare riguardo alla loro individuazione, fornisce come utile parametro quello rappresentato dai limiti dell’articolo 2435-ter, cod. civ.; sicché, alle imprese che superano tali soglie, si consiglia di procedere alla valutazione dell’adeguatezza degli assetti attraverso l’utilizzo di check list opportunamente adattate a ciascun caso di specie.
La struttura della check list passa in rassegna i vari punti che caratterizzano l’assetto dell’impresa:
- il primo step riguarda la conoscenza e la valutazione del “modello di business” aziendale;
- la seconda area concerne, invece, la valutazione del “modello gestionale” e, in questo ambito, si nota una spiccata enfasi posta:
- sul sistema informativo aziendale;
- sul funzionamento e l’adeguatezza dell’ERP rispetto alle esigenze del business;
- sull’architettura IT e sulla sicurezza informatica in generale.
- Nel terzo step si entra nel vivo della valutazione degli “assetti organizzativi” veri e propri, per cui l’attenzione viene posta:
- sulla disponibilità e l’adeguatezza di un organigramma aziendale, di un funzionigramma e di un mansionario, nonché;
- sul fatto che vi sia corrispondenza fra deleghe e funzioni assegnate alle persone, rispetto ai poteri gestori alle stesse attribuiti.
Particolare attenzione viene poi posta sulla qualificazione del personale aziendale, sia in fase di selezione che in corso di rapporto. Infine, costituisce elemento di rilievo anche l’esistenza di un sistema di controllo interno e l’eventuale adozione del modello organizzativo di cui al D.Lgs. 231/2001.
- Il quarto livello attiene alla valutazione degli “assetti amministrativi” intesi come riferiti alla corporate governance della società, al funzionamento dei suoi organi sociali, all’eventuale esternalizzazione di funzioni, ed infine all’esistenza (o meno) di policy e procedure per l’autorizzazione al compimento delle operazioni di gestione ed in particolar modo all’impiego delle risorse finanziarie.
- Il quinto punto attiene, infine, alla valutazione degli “assetti contabili”. Oltre al funzionamento del sistema di contabilità generale, ed eventualmente di contabilità analitica e industriale (ove esistente), il focus viene posto sull’impiego di procedure di budgeting e di reporting periodico, sulla frequenza delle analisi degli scostamenti, in chiave naturalmente non solo consuntiva, bensì prospettica. Un punto della check list attiene, infatti, al grado di attenzione posto, ancorché a titolo esemplificativo:
- alla gestione della tesoreria in un orizzonte temporale di sei mesi;
- all’analisi dei flussi di cassa;
- alla valutazione della posizione finanziaria netta dell’impresa.
Completano la check list l’indagine sulla identificazione dei principali KPI aziendali e, in primis, l’impiego di strumenti di monitoraggio degli indicatori nella prospettiva di valutare la sussistenza della continuità aziendale, e infine la tempestiva rilevazione di possibili segnali di crisi.
Le check-list proposte dal CNDCEC rappresentano, dunque, uno strumento prezioso volto ad essere utilizzato secondo quell’approccio “customizzato” indicato nello stesso elaborato, e ispirato al generale criterio della proporzionalità, con l’obiettivo di compiere una valutazione analitica (per quanto più possibile) aderente alla singola realtà aziendale in oggetto.