Concordato biennale: le modifiche per incentivarne l’adesione
di Angelo GinexIl Consiglio dei ministri del 25.7.2024, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, ha approvato, in via definitiva, il decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive in materia di concordato preventivo biennale, così come regolato dal D.Lgs. 13/2024.
Le ultime modifiche superano quanto previsto dal precedente decreto, approvato dal Consiglio dei ministri in esame preliminare lo scorso 20.6.2024, in considerazione dei pareri espressi dalle commissioni competenti di Camera e Senato.
L’obiettivo dichiarato è quello di rendere maggiormente “appetibile” il nuovo istituto dopo che da più parti sono state evidenziate notevoli criticità e perplessità circa l’eventuale adesione da parte dei contribuenti.
Al riguardo, si consideri che i redditi concordati stimati per il 2024 e il 2025 (per il solo 2024 nel caso dei contribuenti in regime forfettario), tenendo conto dei criteri di calcolo stabiliti dal D.M. 14.6.2024 per i soggetti Isa e dal D.M. 15.7.2024 per i contribuenti forfettari, saranno, nella maggior parte dei casi, superiori rispetto a quanto dichiarato nel 2023.
In via generale, il decreto correttivo dovrebbe introdurre, da un lato, una tassazione sostitutiva (e più favorevole) di quella ordinaria e, dall’altro, la possibilità di rateizzare il pagamento del secondo acconto.
Nello specifico, dovrebbe trovare applicazione un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali sulla differenza, se positiva, tra il reddito concordato (ovvero, proposto e accettato dal contribuente) e quello relativo all’anno 2023 indicato dal contribuente nel modello CPB (in sintesi, si tratta di una sorta di flat tax incrementale che mira a rendere più “leggero” il prelievo qualora il reddito concordato sia più elevato rispetto a quello del 2023).
L’aliquota (ovvero, la misura di tale imposta) sarà variabile in funzione del voto Isa ottenuto dai contribuenti e, più precisamente, maggiore sarà l’affidabilità fiscale e minore sarà l’aliquota dell’imposta sostitutiva. In particolare, stando alle prime anticipazioni, il decreto correttivo dovrebbe prevedere che:
- per i contribuenti con voto da 8 a 10, la misura dell’imposta sostitutiva sarà pari al 10%;
- per i contribuenti con voto compreso tra 6 e 8, l’aliquota sarà pari al 12%;
- per i contribuenti con voto insufficiente, ovvero inferiore a 6, l’aliquota sarà pari al 15%.
La modifica in esame, ove confermata, accoglie le proposte avanzate dai commercialisti al fine di migliorare il concordato preventivo biennale. Secondo i commercialisti, la flat tax incrementale potrebbe agevolare l’adesione al concordato biennale anche da parte di chi riceve proposte con redditi concordatari consistenti, come accade per i contribuenti meno affidabili dal punto di vista fiscale. Così facendo, è possibile mitigare gli esiti degli Isa che, per loro natura, in quanto basati su elaborazioni statistiche di larga scala, possono non cogliere pienamente le peculiarità dell’attività del contribuente.
Non è ancora ben chiaro, invece, cosa accadrà per i contribuenti forfettari, e cioè se sarà previsto un meccanismo analogo oppure no.
Inoltre, con riferimento al versamento degli acconti, il decreto correttivo dovrebbe introdurre la possibilità di rateizzare il secondo acconto in caso di adesione al concordato preventivo biennale.
Al riguardo, si rammenta che lo scorso anno questa possibilità era riservata esclusivamente alle persone fisiche con ammontare dei compensi o ricavi relativi all’anno 2022 non superiore a 170.000 euro. La novella, invece, dovrebbe rendere ordinaria tale facoltà, a prescindere dalla forma giuridica del soggetto interessato e dall’ammontare dei ricavi o compensi.
L’adesione al concordato biennale dovrebbe essere favorita anche dal differimento del termine di versamento della quinta rata della rottamazione-quater, originariamente previsto per il 31.7.2024 e ora fissato al 15.9.2024, con possibilità di beneficiare dei 5 giorni di tolleranza (concessi dal fisco) e che fanno slittare ulteriormente la scadenza del termine al successivo 20.9.2024, senza incorrere nella decadenza dal piano agevolato.
Il mancato pagamento di tale rata, infatti, determinerebbe la decadenza dai benefici della rottamazione con la naturale conseguenza di dover provvedere al pagamento degli interi importi dovuti, non più al netto di sanzioni e interessi. E ciò, evidentemente, impedirebbe l’accesso al concordato biennale per tutti coloro che superano la soglia pari a 5.000 euro di debiti fiscali.
Si rileva, poi, che il termine ultimo per l’adesione al concordato biennale è fissato al 31.10.2024, data coincidente con la scadenza della presentazione del Modello Redditi 2024.
Da ultimo, è opportuno precisare che per la conferma delle citate modifiche occorre attendere il testo definitivo del provvedimento in esame con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il quale dovrebbe prevedere anche ulteriori novità in tema di cause di esclusione e decadenza, nonché di componenti irrilevanti ai fini della determinazione del reddito concordato.