16 Ottobre 2024

TeamSystem ed Euroconference protagonisti al Convegno Nazionale dei Commercialisti a Pesaro

di Redazione
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TeamSystem ed Euroconference sono state protagoniste a Pesaro, al Convegno Nazionale dei Commercialisti del 15 e 16 ottobre, durante la tavola rotonda “Oltre la tradizione: opportunità e sfide di una professione che cambia”. Ospite alla tavola rotonda, l’Ing. Busacca – General Manager della BU Professional Solutions di TeamSystem e Amministratore delegato di Euroconference – ha posto al centro del suo intervento il ruolo dell’AI e l’importante trasformazione che sta portando negli studi professionali. L’intervista che segue riprende e sintetizza i passaggi fondamentali della visione di TeamSystem ed Euroconference sul futuro della professione.

 

L’Intelligenza Artificiale negli Studi professionali: è uno scenario futuro oppure già una realtà?

L’Intelligenza Artificiale è già entrata negli studi professionali e le opportunità che essa offre sono molteplici ed in continua crescita. Certamente non parliamo di una moda passeggera, ma di una tecnologia che può far evolvere significativamente l’intero settore, consentendo ai professionisti di rispondere ancor meglio alle esigenze sempre più sofisticate ed articolate manifestate dalle piccole e medie imprese che essi servono. Gli studi possono infatti migliorare la propria efficienza, la qualità dei servizi e il supporto ai clienti. Gli ambiti di applicazione sono numerosi: dal controllo di gestione all’analisi dei dati finanziari, fino all’automazione dei processi contabili e alla consulenza personalizzata, l’AI può affiancare il commercialista nel suo lavoro quotidiano. Ma come ogni grande innovazione, l’AI pone anche sfide, soprattutto in termini di formazione, adattamento alle nuove tecnologie e riflessioni etiche.

 

Quanto ci dice è confermato dalla velocità di diffusione dell’AI. Qual è il panorama nel mondo e in Italia?

La diffusione dell’Intelligenza Artificiale viaggia a ritmi senza precedenti. Per raggiungere i 100 milioni di utenti mensili globali, il telefono cellulare ha impiegato circa 80 volte più di ChatGPT. Tale velocità rimarrà certamente sostenuta anche in futuro. Le previsioni parlano di tassi annui vicini al 40% fino al 2030, e personalmente ritengo che sia una stima prudente.

Uno scenario verso cui si avvia anche l’Italia, seppur scontando un ritardo iniziale rispetto ad altri Paesi europei. Il nostro Paese, infatti, nel 2022 – prima della diffusione di ChatGPT – aveva mostrato un limitato ricorso alle soluzioni di Intelligenza Artificiale, con le PMI che nel 2022 si erano posizionate solo al 12° posto in Europa e le grandi imprese ferme in 14° posizione. Una dinamica che è destinata a cambiare radicalmente, così come emerso in uno studio sviluppato nel 2024 da The European House Ambrosetti in collaborazione con TeamSystem.

 

Cosa è emerso da questa ricerca?

Che il nostro tessuto economico, e le professioni in modo particolare, stanno attraversando in questi anni un percorso di trasformazione importante, che investe diversi ambiti della loro attività. La ricerca, infatti, si proponeva di identificare gli elementi che contribuiscono all’evoluzione del ruolo dei professionisti all’interno del più ampio processo di digitalizzazione del Paese, con particolare interesse per gli aspetti relativi all’Intelligenza Artificiale.

Dai risultati della ricerca si evidenzia come, con differenze su tempi e modi di attivazione, il 70% dei professionisti ha oggi approcciato iniziative legate all’implementazione dell’AI. Nel campione possono essere identificati 3 gruppi:

  • il 30% degli Studi sta già utilizzando soluzioni di Intelligenza Artificiale (nel 5,4% dei casi da oltre un anno) oppure sperimentando use-case specifici;
  • il 40% degli Studi è in una fase preliminare di studio e pianificazione della tecnologia AI con previsione di avvio di sperimentazioni già nel corso dell’anno oppure nei prossimi 18/24 mesi, con suddivisione sostanzialmente paritaria tra i due gruppi di rispondenti;
  • il restante 30% degli Studi non ha, invece, ad oggi un piano operativo di implementazione della tecnologia AI.

Altrettanto interessante, in ottica futura, il fatto che oltre l’80% dei professionisti riponga fiducia nei contenuti originati dall’Intelligenza Artificiale e le preoccupazioni legate al suo utilizzo siano limitate e circoscritte principalmente alla tutela della privacy.

 

In prospettiva, dunque, quale sarà il ruolo che assumerà l’AI all’interno dello Studio?

L’Intelligenza Artificiale, come tutte le tecnologie di grande impatto, può essere sviluppata in numerose direttrici di utilizzo. Tutte queste direttrici rappresentano opportunità per il professionista di fruire di un potente supporto nelle proprie attività, siano esse caratteristiche dello studio o finalizzate alla fornitura di servizi innovativi per i propri clienti.

Al giorno d’oggi, posso essere identificate tre principali direttrici lungo le quali si sta sviluppando l’AI per l’utilizzo negli studi professionali:

  • l’automazione di processo, ovvero i cosiddetti Copilot. Si tratta di sistemi in grado di automatizzare operazioni a valore aggiunto inferiore rispetto ad altre attività svolte nello studio, rappresentate da procedure oggi realizzate manualmente quali ad esempio la registrazione dei movimenti contabili o la riconciliazione dei movimenti bancari;
  • la generazione di contenuti, ovvero l’AI generativa. Comprende le soluzioni che consentono di rispondere a domande relative a contenuti tecnici e normativi posti in linguaggio naturale, utilizzando basi di dati predefinite ed affidabili. Questi strumenti possono complementare in modo efficace la formazione e in generale i processi tradizionali di creazione delle competenze;
  • la generazione di insight. Con queste soluzioni, l’AI elabora dati nei formati più vari, generati dallo studio stesso o dai clienti dello studio nelle più diverse operazioni ed attività, e può generare da essi informazioni ad alto valore aggiunto, utili per le attività di consulenza del professionista.

La capacità degli studi professionali di cogliere appieno il potenziale offerto da questa tecnologia dipenderà in modo significativo dalla capacità degli studi stessi di evolvere coerentemente i propri modelli di business e l’organizzazione del lavoro e delle attività.

In modo simile a quanto avvenuto per altre rivoluzioni tecnologiche del passato, da internet agli applicativi in cloud passando per gli smartphone, anche l’AI richiede infatti una riprogettazione del nostro modo di lavorare per sprigionare tutto il suo potenziale. Bisogna pensare ad un nuovo approccio, basato non sulla sostituzione ma sulla “collaborazione” con l’AI.

 

Proviamo ad approfondire questo concetto interessante?

Prendiamo spunto dall’efficienza delle dinamiche umane, nello specifico. Quando ci sono progetti da realizzare, piccoli o grandi che siano, all’interno del gruppo di lavoro si cerca di assegnare le differenti attività alla persona con le migliori capacità di affrontare la sfida del momento. Allo stesso modo, quando si deve lavorare con l’AI, dobbiamo considerare quest’ultima come uno strumento particolarmente potente in diverse funzioni, dalla scrittura all’analisi dei dati. In quest’ambito va progettata la sua applicazione.

È proprio nella fase di analisi delle attività che emerge chiaramente quali di queste possano essere svolte più efficacemente da un software e quali da un essere umano, valutando il livello di automazione possibile, la necessità di pensiero critico, la velocità di esecuzione o l’adattabilità richiesta dall’attività specifica e ci si regola di conseguenza.

Altrettanto importante è stabilire le corrette regole di autonomia: quando l’AI è libera di eseguire il compito assegnato e quando invece deve fermarsi e chiedere l’intervento dell’operatore. Esattamente come un collaboratore che chiederebbe il consiglio ad un collega o ad un professionista esperto.

 

Ci faccia degli esempi di collaborazione fra Intelligenza “Umana” e Artificiale in Studio

Come spiegato in precedenza, l’applicazione dell’AI per il mondo professionale sta seguendo tre principali direttrici, ovvero tre tipologie di casi d’uso: automazione (copilot), generativa e insight.

Pensiamo alla contabilità dove, grazie alla tecnologia del copilot, l’AI può svolgere operazioni ripetitive e meccaniche. In questo caso vengono significativamente ridotti i margini di errore e sono strutturalmente velocizzati i processi.

Per quanto riguarda l’AI generativa sono già oggi disponibili piattaforme o soluzioni editoriali che consentono di “semplificare” alcune fasi inerenti il reperimento delle informazioni. Pensiamo, nel dettaglio, alla ricerca tipica delle banche dati che mediamente risulta essere un momento “complesso” per il professionista. Queste soluzioni, in prospettiva, rappresentano una nuova generazione di prodotti-servizi che, a condizione di insistere su una base dati affidabile, consentono di risparmiare tempo ai professionisti.

Infine, altro interessante capitolo è quello dell’insight. Ovvero quella fase di elaborazione dei dati che permette di ottenere analisi ed evidenze utili per le attività di valutazione dei professionisti.

Questi sono ambiti che dimostrano una vera e propria “collaborazione” tra AI e professionisti nell’ottica di una semplificazione delle attività di studio.

 

Cambia anche il rapporto con il cliente

Certamente. La possibilità di avere un collaboratore che affianchi il professionista nelle attività sopra citate, libera importanti risorse che il professionista potrà destinare ad attività a valore aggiunto. In primis possiamo appunto individuare l’area della consulenza dove il commercialista potrà sviluppare nuove competenze e specializzarsi in nuovi ambiti tematici una volta che si sarà progressivamente liberato delle attività di natura operativa e procedurale che sottraggono un’importante quota di tempo.

 

Un’ultima riflessione sul tema?

Vorrei concludere citando il documento del CNDCEC “Il lavoro del commercialista nell’era dell’Intelligenza Artificiale” in cui si afferma in maniera esplicita che siamo di fronte a una sfida rivoluzionaria per la categoria, forse la più importante mai affrontata fino ad ora. Tutti noi non possiamo subirla ma dobbiamo cercare di comprenderla a fondo e, per quanto possibile, governarla, consci che si tratta di uno strumento che comporta sì rischi ma, soprattutto, offre enormi opportunità. Coloro che sapranno far tesoro di queste opportunità saranno competitivi e vincenti nello scenario futuro.