Il valore delle immobilizzazioni, tuttavia, diventa importante laddove la farmacia sia, ad esempio, dotata di un magazzino robotizzato; si tratta di un macchinario dell’Industria 4.0 e perciò interconnesso al sistema aziendale che consente di automatizzare alcuni processi di gestione delle scorte migliorando anche l’attività a banco del farmacista. Un tale bene strumentale può arrivare a costare anche più di 200.000 euro.
Tra le immobilizzazioni, inoltre, può risultare iscritto l’avviamento. Nei bilanci delle farmacie, infatti, non è raro trovare una posta avente ad oggetto questo bene immateriale, il quale può derivare dall’acquisto dell’azienda oppure da un’altra operazione straordinaria di riorganizzazione aziendale. Esso, a seconda dei casi, può avere o meno riconoscimento fiscale.
Le altre poste dell’Attivo di Stato patrimoniale caratteristiche dell’attività di farmacia sono rappresentate da:
- le rimanenze finali, il cui valore va individuato in contraddittorio con il farmacista cliente;
- le partecipazioni, tipicamente possedute in società o cooperative che esercitano attività all’ingrosso dei prodotti venduti dalla farmacia. Si tratta di un modus operandi diffuso tra le farmacie che consente di avere un rapporto di fiducia e fattiva collaborazione con un partner commerciale strategico;
- i crediti verso clienti, che sono costituiti prevalentemente da crediti verso l’autorità sanitaria locale per vendite di farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Dal lato del Passivo di Stato patrimoniale, le poste più rilevanti sono tipicamente rappresentate da:
- i debiti verso i fornitori della merce che comunque, nella maggior parte dei casi, sono finanziariamente “coperti” dalle scorte di magazzino presenti;
- il fondo Tfr dei dipendenti.
Per quanto riguarda il Conto economico, i Ricavi delle farmacie sono formati per la maggioranza dalle vendite di prodotti, quali farmaci, dispositivi medici, parafarmaci, integratori, alimenti per la prima infanzia, prodotti dietetici, eccetera. La prevalenza delle cessioni sulle prestazioni è un fattore tipico di ogni farmacia.
Le vendite comprendono le cessioni di farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale, che vengono riepilogate con cadenza mensile nella cosiddetta distinta contabile (“DCR”) elaborata dall’autorità sanitaria locale, e tutte le altre cessioni verso privati, certificate per la stragrande maggioranza con documento commerciale.
Tra i Ricavi figurano anche i proventi derivanti dalle prestazioni di servizi erogate:
- verso l’autorità sanitaria territoriale. Si tratta, tipicamente, della distribuzione per conto di farmaci;
- ai clienti privati, quali i servizi di autoanalisi, che non prevedono l’intervento di un operatore sanitario, e di analisi (ECG, vaccini, tamponi, nonché prestazioni sanitarie in genere) resi direttamente dal farmacista o da un altro operatore sanitario.
Pur essendo in termini di ammontare di gran lunga inferiore ai ricavi delle vendite, negli ultimi anni il fatturato dei servizi è aumentato in maniera importante.
Sotto il profilo dei componenti negativi di reddito, i costi che più caratterizzano la farmacia sono quelli sostenuti per l’acquisto delle merci.
L’altra voce di costo di natura operativa che merita particolare attenzione, considerato il relativo peso sempre più crescente, è quella del personale; d’altro canto i dipendenti, con la loro empatia verso i clienti e professionalità, costituiscono il vero valore aggiunto dell’attività al dettaglio.