Ave, puntarella, morituri te salutant
di Chicco Rossipuntarelle con le
acciughette. Commuovente lo scrocchiare della puntarella mentre il gusto forte e al tempo stesso dolce dell’acciuga prende possesso dei sensi, con una chiusura amarognola.
Gaius Iulius Caesar Octavianus Augustus di cui quest’anno si commemorano i 2000 anni dalla morte.
Augusto proiettata al Foro che prende il suo nome sito lungo la via imperiale, con la voce narrante di Piero Angela che descrive nei minimi particolari il sito, sorto accanto all’attuale
via
Alessandrina e all’epoca dominato dalla statua di Augusto alta dodici metri. Con l’occasione torna l’orgoglio di essere italiani.
Colosseo per rivederlo nel suo pieno splendore (lasciamo stare le proposte di questi giorni di recuperare l’antica arena, “basta un po’ di coraggio…”, aggiungiamo noi per non vergognarsi dello stato in cui si trova tuttora Pompei), l’occasione è buona per fare una piacevole passeggiata, sfruttando il dolce autunno romano, nella zona del
Campidoglio.
Paolo III, ha ridisegnato questo colle donandole l’aspetto attuale? Si aprono le scommesse.
pavimentazione che, tuttavia, è stata
realizzata solamente nel
’40 sulla base di un’
incisione del
1567 o la
statua
equestre di
Marco Aurelio (attenzione, l’originale è nei vicini
Musei
capitolini), ma noi siamo andati a visitare una delle chiese più amate dai romani: Santa Maria in
Aracoeli, scrigni di
tesori inarrivabili, a cui si accede dalla scala trecentesca incastonata tra il Vittoriano e la scalinata che porta al Campidoglio.
Tempio di
Giunone
Moneta e sebbene di “natura” gotica, ha un’
anima pienamente
barocca.
L’interno è strutturato in tre navate con archi a tutto sesto. All’interno sono presenti opere del
Donatello e del Pinturicchio.
Terrazza
delle
Quadrighe potendo in tal modo godere di una
vista
mozzafiato su quella che fu la capitale del mondo e che dovrebbe ricordarselo per tornare a ergersi a tale, almeno dal punto di vista culturale.
passeggiata fino a un quartiere che è simbolo di romanità, quel
Testaccio che nonostante la naturale evoluzione di una metropoli del nuovo millenni, conserva ancora i tratti genuini e “autoctoni”.
pizza al
taglio romana, fine e croccante che si chiude a libretto.
cicoria e il
peperoncino ma se vede quella
bianca
ripiena di
mortazza non c’è ne è per nessuno.
Circo Massimo e risaliamo direzione Fao per poi prendere il
viale
Aventino fino ad arrivare alla
Piramide Cestia, in stile egizio, costruita tra il 18 e il 12 a.C. come tomba per
Gaio Cestio
Epulone.
mons Testaceus): 35 metri di cocci (
testae, in latino) e detriti vari, accumulatisi nei secoli come residuo dei trasporti che facevano capo al porto di Ripa grande, per la
via
Marmorata passando davanti al mitico
Perilli dove un piatto di carbonara ha il peso medio di circa 150 grammi o addentrarsi per le vie interne destinazione Via Benedetta da
Checco er carrettiere.
fiori di
zucca fritti ripieni con la
mozzarella e l’
acciughetta per poi proseguire su una perfetta
pasta alla gricia, la variante della più nobile pasta all’amatriciana a cui viene tolto il pomodoro di modo che resti in bianco, con il guanciale che scrocchia al punto giusto sotto ai denti per poi sciogliersi lentamente in bocca.
Campo Vecchio Igt di
Castel De Paolis, un frascati superiore doc prodotto con un blend di malvasia di Candia al 50%, Malvasia Puntinata a25%, Trebbiano toscano al 10%, e un mix di Bellone, Greco e Bombino nella restante percentuale del 15%.