Brand journalism: come diventare i media di se stessi
di Michela Trada - Esperta in Brand Journalism e strategie editorialiLa consapevolezza più grande, lato marketing e comunicazione, che ci è derivata da questi due anni di pandemia è certamente quella che, grazie al web, è possibile “fare a meno” dei media tradizionali per farci conoscere e comunicare all’esterno la nostra brand identity.
Un’affermazione forte da parte di un’addetta ai lavori, direte voi ma che, a ben guardare, va al pari, in termini di brand reputation, di quanto accaduto per i negozi fisici con l’avvento degli e-commerce e delle riunioni tradizionali con l’uso delle stanze virtuali.
Certo, la carta stampata continuerà ad essere il primo strumento di brand reputation (chi oggi non desidera finire sul giornale e farsene vanto) per imprenditori e libero professionisti, ma è l’online a farci conoscere veramente per quello che siamo.
Ecco perché è lecito dire che noi siamo i media di noi stessi: il nostro blog oggi rappresenta il nostro giornale proprietario e non abbiamo bisogno di intermediari per pubblicare i nostri contenuti né per deciderne gli argomenti; allo stesso modo, il canale Youtube assume il ruolo della nostra televisione personale e il podcast quello della nostra radio, sempre sintonizzata sulle nostre frequenze. Dulcis in fundo, ecco i social, la cassa di risonanza cross-mediale di quanto sopra citato.
Se ci siamo, quindi, trasformati nei giornalisti di noi stessi, imparare ad utilizzare nel modo corretto le tecniche giornalistiche per comunicare i nostri valori e le informazioni inerenti alla nostra mission, la nostra vision e la nostra competenza, è certamente doveroso.
Il brand journalism è il nostro fido scudiero in questa avventura; se è vero che sono i brand journalist a comunicare un’azienda e un’impresa come evidenziato nel mio articolo per LeRosa “Brand Journalism: chi può farlo”, è altresì inconfutabile che le medesime tecniche del giornalismo della marca possono essere apprese se esercitate con continuità.
Grazie al brand journalism, infatti, il focus si sposta dalla mera vendita di prodotto tipica del content marketing ad una logica informativa in cui il centro dell’attenzione non siamo più noi ma il nostro pubblico, i nostri lettori.
Che contenuto informativo potrebbe essere
utile alla mia community per
risolvere un determinato problema
o per avere più “sapere” rispetto all’universo
che caratterizza il mio campo d’azione?
Questa la domanda principale da porsi prima di iniziare a scrivere sulle nostre pagine social o sul nostro blog personale/aziendale.
Come il giornalista divulga le notizie ad un pubblico per il bene della comunità cosi noi dobbiamo farlo con noi stessi al fine di lasciare uno spunto significativo per il nostro destinatario e un contenuto può dirsi significativo solamente quando riesce ad influenzare le decisioni prese da uno stakeholder, un consumatore, un utente.