Business Intelligence e professioni
di Carmelo BarettiLa transizione sanitaria (e una serie di norme del Fisco italiano) hanno dato una spinta vigorosa alla digitalizzazione delle attività economiche, spingendole forzosamente verso cambiamenti già in corso da anni sul mercato nazionale ed internazionale.
Tra le attività che maggiormente si sono dovute adeguare, ci sono anche quelle dei professionisti (avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e consulenti in genere).
Le innovazioni tecnologiche Hardware e Software (e la dinamica esponenziale di generazione di dati a disposizione di chiunque) hanno reso questa transizione più agevole, anche per piccole e medie imprese e Professionisti.
La Business Intelligence (in breve BI) è il processo di trasformazione dei dati in informazioni utili per prendere decisioni aziendali basate su fatti e può aiutare i Professionisti a migliorare la loro efficienza, produttività, conformità fiscale e strategia.
Mentre, non più di una ventina di anni fa, raccogliere dati e trasformarli in informazioni strategiche richiedeva ingenti investimenti in hardware e in sofisticati software gestibili solo attraverso la collaborazione con qualificati professionisti informatici, oggi, chiunque, compresi i piccoli Studi professionali e le piccole imprese, hanno la possibilità di raccogliere, archiviare, elaborare e monitorare dati ed informazioni utili alla propria gestione con un semplice PC e con software economici comunque performanti.
La Business Intelligence, da strumento dell’Elite imprenditoriale, si è evoluto in uno strumento economico aperto a chiunque tant’è che oggi si parla di “Business Intelligence Self Service”: chi non si adegua, pertanto, avrà più difficoltà a seguire l’evoluzione della digitalizzazione e le trasformazioni ad essa dovute perdendo competitività.
Secondo un recente sondaggio dell’Osservatorio professionisti e innovazione digitale del Politecnico di Milano (fatto su un campione di un migliaio di Studi professionali), gli Studi che adottano le nuove tecnologie registrano un fatturato medio pari al doppio di quello degli studi meno digitalizzati. Questi studi hanno potuto realizzare questi risultati attraverso la qualificazione e l’implementazione di servizi alternativi ad alto valore aggiunto quali:
- report sull’andamento aziendale;
- consulenza sulla crisi d’impresa;
- consulenza strategica;
- revisione legale;
- pianificazione e consulenza finanziaria.
Sempre secondo lo studio dell’Osservatorio Professionisti 2023, il 78% degli studi presenta regolarmente ai propri clienti dei report di analisi e monitoraggio dell’attività aziendale, ma solo il 30% utilizza software specifici per l’analisi, evidenziando come molto ci sia ancora da fare per implementare l’efficientamento del lavoro di Studio attraverso la digitalizzazione.
Tra le tecniche utilizzate dagli studi che usano strumenti di Business Intelligence ci sono metodologie di data mining, reporting, analisi descrittiva, predittiva e prescrittiva, query e analisi statistica applicata alle varie aree di business degli studi professionali quali contabilità, il rapporto con i clienti, l’audit, la contabilità analitica ed il controllo di gestione.
Va da sé che, per adeguarsi a questa tendenza, gli Studi dovranno investire in formazione per poter approcciare le nuove tecniche informatiche, acquisendo consapevolezza delle loro potenzialità. Gli strumenti software a disposizione oggi (Power BI, Qlik Sense e Tableau) sono talmente accessibili e facili da usare che oggi è possibile sfruttarli, senza necessariamente avere competenze specifiche di programmazione e grazie alle funzioni preimpostate dalle case di produzione (Microsoft, Tableau, Qlik, SAP e Oracle).
Conoscere i fondamenti della Business Intelligence e conoscere come funzionano gli strumenti oggi sul mercato, approcciandosi ad essi con maggiore naturalezza, permetterebbe ad un vasto numero di Studi di iniziare in autonomia ad applicare sistemi di Business Intelligence alla contabilità e all’automazione dei processi contabili, riducendo gli errori e il tempo necessario per le operazioni di routine, e permettendo loro di concentrarsi sull’analisi e sulla strategia.
Ancora, nel rapporto con i clienti, l’utilizzo di chatbot e di sistemi di intelligenza artificiale, permetterebbe di fornire risposte automatizzate e personalizzate alle domande dei clienti, aumentando la soddisfazione e la fidelizzazione.
Nell’attività di Audit, l’uso di strumenti di self-service intelligence permetterebbe di individuare e correggere errori comuni nei report finanziari, assicurando una maggiore aderenza alle normative fiscali e riducendo il rischio di sanzioni.
Infine, l’uso di strumenti di visualizzazione dei dati condivisi con i clienti (dashboard e grafici), permetterebbe ai professionisti di monitorare e confrontare le prestazioni aziendali, le tendenze del mercato e le opportunità di business implementando, anche in questo caso, la qualità del servizio offerto e la fidelizzazione della propria clientela.
Tutto ciò è alla portata di chiunque abbia le necessarie e sufficienti informazioni di base di funzionamento degli strumenti a disposizione e sia disponibile ad una progressiva digitalizzazione della propria attività, aprendo i propri Studi alla diversificazione della formazione propria e dei propri collaboratori alle tecniche informatiche di Business Intelligence sino ad oggi ritenute estranee alle nostre professioni.