8 Novembre 2016

Cara associazione, ti scrivo

di Guido MartinelliMarta Saccaro
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Sono tempi duri per le associazioni sportive, non c’è che dire. Tra i controlli fiscali sensibilmente aumentati negli ultimi tempi e la legge delega di riforma del Terzo settore (L. 106/2016) che non li prende nemmeno in considerazione, gli enti associativi che svolgono attività nei confronti dei propri soci si interrogano sul proprio futuro e, nello specifico, si chiedono se ci sarà ancora posto per loro nel “non profit che verrà”.

Già perché il dubbio che si sta facendo spazio negli ultimi anni è la effettiva “tenuta” – alla prova della verifica fiscale – dell’articolo 148 del TUIR (e la analoga disposizione contenuta nella normativa IVA), che riconosca la decommercializzazione dei servizi resi a soci e tesserati, anche a pagamento, ma in conformità alle finalità istituzionali. Come sappiamo, questo vantaggio è attribuito agli enti associativi a condizione che garantiscano, nei propri documenti costitutivi, la democraticità della struttura (tutelata da precise clausole di salvaguardia) e che poi, nel concreto, rispettino i dettami statutari.

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Gli aspetti fiscali degli enti associativi
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