23 Marzo 2020

Chiusura per tutte le attività produttive non strettamente necessarie

di Lucia Recchioni - Comitato Scientifico Master Breve 365
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Continueranno a restare aperti i supermercati, i negozi di generi alimentari e di prima necessità, così come le farmacie, i servizi bancari, postali e assicurativi, nonché i servizi pubblici essenziali come i trasporti. Al di fuori delle attività essenziali e delle attività produttive rilevanti per il Paese, il lavoro sarà consentito solo in modalità smart working.

È stato annunciato nella serata di sabato, 21 marzo, dal Presidente del Consiglio dei Ministri, in diretta Facebook, l’ulteriore blocco delle attività produttive.

Escluse dalla chiusura una serie di attività ritenute strettamente necessarie, la cui lista è stata però oggetto di integrazioni e modifiche fino alla serata di domenica 22 marzo, quando è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.P.C.M. 22.03.2020.

L’articolo 1, lettera a), del D.P.C.M. esclude dalla sospensione le attività professionali, ricordando altresì che, per le attività commerciali, continua a trovare applicazione quanto disposto dal precedente D.P.C.M. 11.03.2020.

Viene quindi indicato, all’allegato 1, l’elenco delle attività produttive industriali e commerciali che possono continuare ad essere svolte: il suddetto elenco, tuttavia, potrà essere modificato con decreto del Ministero dello sviluppo economico, sentito il Ministero dell’economia e delle finanze.

È inoltre fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi in un comune diverso da quello nel quale attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta emergenza o per motivi di salute. Non è quindi più consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

Le disposizioni producono effetto sin da oggi, lunedì 23 marzo, e fino al 3 aprile.

La nuova misura risponde all’appello di Regioni, Comuni e anche dei sindacati, che nei giorni scorsi si erano rivolti al Governo per chiedere una chiusura totale delle attività produttive, soprattutto alla luce del costante aumento dei malati e delle vittime.

D’altra parte, però, il blocco di tutte le attività produttive sin dalla giornata di lunedì, con un annuncio nella tarda serata di sabato, si scontra, inevitabilmente, con numerose criticità, manifestate da Confindustria in una lettera inviata nella giornata di domenica del Presidente del Consiglio.

Secondo Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, sarebbe stato infatti necessario assicurare alle attività e alle strutture “i tempi tecnici necessari dall’entrata in vigore del provvedimento, a concludere le lavorazioni in corso, ricevere materiali e ordinativi già in viaggio verso i siti produttivi, consegnare quanto già prodotto e destinato ai clienti”.

L’attenzione esclusivamente rivolta ai codici Ateco, sempre secondo Confindustria, ignora inoltre tutta una serie di peculiarità del mondo produttivo: si pensi, ad esempio, a tutte quelle attività non espressamente incluse nella lista dei codici Ateco che sono, però, funzionali alla continuità di quelle ritenute essenziali, o a tutte quelle attività che, pur se non ritenute necessarie non possono essere interrotte per ragioni tecniche.

Il D.P.C.M., a fronte delle esposte criticità, ha innanzitutto espressamente previsto che le imprese le cui attività sono sospese possano completare le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo, compresa la spedizione della merce in giacenza.

Inoltre, il decreto:

  • ammette lo svolgimento delle altre attività che sono comunque funzionali ad assicurare la continuità delle filiere di cui all’allegato 1, nonché dei servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali, previa comunicazione al Prefetto,
  • ammette lo svolgimento delle attività che erogano servizi di pubblica utilità, nonché servizi essenziali,
  • consente l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di famaci, tecnologia sanitaria, dispositivi medico-chirurgici, prodotti agricoli e alimentari e ogni altra attività funzionale a fronteggiare l’emergenza,
  • consente le attività degli impianti a ciclo produttivo continuo, previa comunicazione al Prefetto,
  • ammette lo svolgimento delle attività dell’industria dell’aereospazio e della difesa, nonché le altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale, previa autorizzazione del Prefetto.

Sempre in considerazione della grave crisi in atto, il Presidente delle Regione Lombardia, nella serata di sabato 21 marzo, ha emanato l’ordinanza n. 514, in vigore dal 22 marzo fino al 15 aprile, con la quale è stata disposta, tra l’altro, la chiusura delle attività degli studi professionalisalvo quelle relative ai servizi indifferibili ed urgenti o sottoposti a termini di scadenza”.

Anche la Regione Piemonte è intervenuta, sempre nella giornata di sabato 21 marzo, con il decreto n. 34, finalizzato ad individuare misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Codiv-19, valide nel periodo tra il 22 marzo al 3 aprile 2020. Il decreto è stato emanato in sinergia anche con la Regione Lombardia, al fine di prevedere misure il più possibile omogenee, anche in considerazione della contiguità territoriale.

Stop anche al Lotto e Superenalotto. Dopo il blocco che ha interessato le sale giochi, scommesse e bingo, con la determinazione prot. 96788/RU del 21 marzo 2020, il Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha disposto sospensione della raccolta dei giochi “SuperEnalotto”, “Superstar”, “Sivincetutto”, “Lotto tradizionale” e “Eurojackpot” presso le tabaccherie e altri esercizi per i quali non vige obbligo di chiusura. Dal termine dei concorsi di sabato 21 marzo 2020 la sospensione per tali giochi è stata inoltre estesa alla modalità di raccolta online nonché alle conseguenti attività estrazionali, al fine di ulteriormente limitare gli spostamenti ed il contatto tra soggetti.