1 Ottobre 2018

Collaborazioni sportive dilettantistiche e maternità: quale tutela?

di Guido MartinelliM. Luisa Fini
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Il problema della maternità nello sport ha trovato una assai provvisoria e limitata soluzione nella previsione di cui all’articolo 1, comma 369, L. 205/2017, laddove viene istituito un fondo, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la tutela della maternità delle atlete dilettanti (“Al fine di sostenere il potenziamento del movimento sportivo italiano è istituito presso l’Ufficio per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri un apposito fondo denominato « Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano », ….. Tali risorse sono destinate a finanziare progetti collegati a una delle seguenti finalità: ………. d) sostenere la maternità delle atlete non professioniste……”). Va detto che non esiste in Italia uno sport professionistico “al femminile” ma, se esistesse, il problema sarebbe risolto dall’inquadramento delle atlete, per presunzione legislativa, quali lavoratrici subordinate.

Il problema resta irrisolto per tutte quelle figure che svolgono, come loro attività principale, quella di allenatrici, istruttrici, collaboratrici di associazioni e società sportive dilettantistiche e che ricevono un compenso inquadrato tra i redditi diversi ai sensi di quanto previsto dall’articolo 67, comma 1, lett. m), Tuir.

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