Con la circolare 25/E l’Agenzia detta il piano di contrasto all’evasione per il 2014
di Sergio PellegrinoCon la circolare 25/E di ieri l’Agenzia ha delineato le linee guida che gli Uffici devono seguire nell’attività di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale per il periodo di imposta 2014.
Le principali direttrici di carattere generale fornite per orientare l’attività di verifica possono essere sintetizzate nei seguenti punti:
- privilegiare i controlli dai quali possono emergere maggiori imposte accertabili, a scapito di quelle meno significative o che comportano violazioni di natura esclusivamente formale;
- “lavorare” le annualità più recenti per rendere più proficua l’attività di riscossione;
- favorire ulteriormente la definizione della pretesa tributaria da parte dei contribuenti attraverso gli istituti deflattivi del contenzioso;
- fare ricorso in modo “attento” agli strumenti di ricostruzione presuntiva del reddito;
- concentrare i controlli sui settori economici a più alto rischio e su quelli che hanno avuto una minor incidenza di verifiche negli anni precedenti.
Entrando nello specifico, le indicazioni operative sono differenziate in relazione alle diverse tipologie di contribuenti.
Per quanto riguarda i grandi contribuenti viene ribadita la funzione essenziale dell’attività di tutoraggio per valutarne preventivamente il livello di rischiosità. Fra le fattispecie alle quali dedicare maggiore attenzione vi sono le situazioni nelle quali si ritiene possa essere stata attuata una delocalizzazione dei redditi verso paesi a fiscalità di favore.
Con riferimento alle imprese di medie dimensioni, se queste fanno parte di gruppi societari, la Direzione Regionale è chiamata a coordinare l’attività di controllo da parte degli uffici.
Per piccole imprese e lavoratori autonomi, la pianificazione dei controlli da porre in essere nel corso del 2014 deve essere basata su un’analisi del rischio effettuata con gli specifici applicativi e le liste delle posizioni trasmesse agli uffici.
Indicazioni interessanti vengono fornite dal documento di prassi in relazione a studi di settore e indagini finanziarie.
Per gli studi viene evidenziato come questi, più che come “autonomo” strumento accertativo, devono essere utilizzati principalmente come strumento di selezione per ulteriori attività di controllo; viene poi ribadita la valenza degli accessi breve per intercettare situazioni di non fedele compilazione dei dati.
Le indagini finanziarie devono essere utilizzate in particolare nei confronti dei professionisti, attesa l’asserita difficoltà di ricorso ad altre attività istruttorie per ricostruire l’effettiva disponibilità reddituale. Il documento di prassi sottolinea però anche le garanzie che devono essere riconosciute ai contribuenti al fine di evitare un utilizzo delle indagini “arbitrario”, evitando in particolare le richieste di dettaglio su importi poco rilevanti e riferibili alle normali spese personali e/o familiari.
Nell’ambito degli enti non commerciali, massima attenzione naturalmente rivolta a “smascherare” i soggetti soltanto apparentemente non profit, ma anche in questo caso con un invito alla prudenza nei confronti degli uffici: quello di evitare di perseguire situazioni in cui l’attività istituzionale abbia evidente rilievo sociale (vengono fatti al riguardo gli esempi degli enti che fanno formazione sportiva per i giovani o assistenza agli anziani o ai soggetti svantaggiati).
Per le persone fisiche lo strumento di controllo “principe” sarà il redditometro, che “beneficerà” del nuovo applicativo informatico “VE.R.DI.” (sempre brillante la scelta degli acronimi …) per l’analisi di rischio e la determinazione sintetica del reddito. L’applicativo, per ammissione della stessa Agenzia, è “perfettibile” e quindi deve essere utilizzato con attenzione.
Viene sottolineata l’importanza di un’accurata selezione dei contribuenti da accertare, concentrando l’attenzione soltanto sui soggetti che evidenziano scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa dimostrata.
Grande rilevanza, come sempre, anche per i controlli sugli oneri dedotti, le detrazioni di imposta e le ritenute.
Obiettivo di fondamentale importanza per l’Agenzia è poi quello di contribuire a rendere più efficiente l’attività di riscossione e per questo motivo verranno potenziate le strutture dedicate nell’ambito delle Direzioni Provinciali.