Conto economico – documento interpretativo 1 del Principio contabile 12 e bozza dell’Oic 12 (Ia parte)
di Luca Dal Prato
In fase di chiusura di bilancio 2013, il documento interpretativo n. 1 pubblicato il 13 luglio 2005 sul Principio contabile 12 “Classificazione nel conto economico dei costi e ricavi” (di seguito “il documento”) può essere un utile strumento di lavoro per verificare la corretta composizione delle poste dello schema di Conto Economico, come prescritto dall’art. 2425 del codice civile. Occorre tuttavia tenere in considerazione che l’Organismo italiano di contabilità (Oic) ha diffuso la bozza del principio Oic 12 (in consultazione fino allo scorso 28 febbraio 2014, di seguito anche il “nuovo documento”) che incorpora ora l’attuale documento interpretativo n. 1.
Si riporta di seguito un commento al documento interpretativo n. 1, tenendo però in considerazione alcune delle novità pubblicate nella bozza del nuovo documento.
Nel numero odierno concentreremo la nostra attenzione sugli aggregati A e B, mentre domani ci soffermeremo sulla parte “bassa” del conto economico.
Partendo dall’analisi dell’aggregato A, il documento illustra che i “Ricavi delle vendite e delle prestazioni” di competenza di cui alla voce A1) sono relativi esclusivamente alla gestione caratteristica dell’impresa e, ai sensi dall’art. 2425-bis, 1° comma, Cod. civ., devono essere iscritti al netto di premi, abbuoni, resi e sconti di natura commerciale. Non sono quindi qualificabili nell’aggregato A gli sconti di natura finanziaria, come lo sconto di cassa per pagamento contanti, da indicare alla voce C171) in commento sotto.
Secondo il nuovo documento, i ricavi sono iscritti nella voce A1 al netto delle rettifiche che, se relative a ricavi di precedenti esercizi, sono rilevate nelle voci E20) ed E21). I ricavi da indicare alla voce A1) sono depurati degli elementi rettificativi, anche se questi sono determinati in base a stime (cfr. OIC 29). Per quanto riguarda i lavori in corso su ordinazione (Oic 23) i ricavi di commessa acquisiti a titolo definitivo sono rilevati alla voce A1) mentre il valore della produzione eseguita nell’esercizio, al netto di quella portata a ricavo, è rilevato alla voce A3).
Le “Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti” di cui alla voce A2) e le “Variazioni dei lavori in corso su ordinazione” di cui alla voce A3) devono essere valutate con particolare attenzione al segno da attribuire alla valutazione: se le rimanenze finali sono maggiori di quelle iniziali la variazione è positiva e, di conseguenza, aumenta il valore della produzione; se le rimanenze iniziali sono maggiori di quelle finali la variazione è negativa e, di conseguenza, riduce il valore della produzione.
La voce A4) relativa agli “Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni” comprende invece costi capitalizzati che danno luogo ad iscrizioni all’Attivo dello Stato Patrimoniale, purché si tratti di costi interni o, eventualmente, esterni laddove sostenuti per realizzare i lavori interni, come l’acquisto di materiale vario per la realizzazione delle immobilizzazioni indicate nel documento.
Infine la voce A5) “Altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio” considerata di natura residuale, include componenti positivi di reddito di natura ordinaria, riguardanti le gestioni accessorie e non finanziarie. Un esempio possono essere le plusvalenze da alienazione, per fisiologica sostituzione, di beni strumentali impiegati nella normale attività: non vanno invece considerate le plusvalenze di natura straordinaria, da rilevare alla voce E20) e le plusvalenze derivanti da alienazioni di titoli, partecipazioni o altre attività finanziarie che, se ordinarie, sono iscritte alle voci C15 o C16. Sono inoltre da includere in questa voce i ripristini di valore (nei limiti del costo) a seguito di precedenti svalutazioni delle immobilizzazioni materiali ed immateriali e dei crediti iscritti nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide – se le precedenti svalutazioni sono state iscritte alla voce B10) – e i contributi in conto esercizio, da rilevare nell’esercizio in cui è sorto con certezza il diritto a percepirli.
Secondo il nuovo documento, in particolare, sono incluse in questa voce anche le componenti reddituali positive derivanti da certificati ambientali.
Per quanto riguarda l’aggregato “Costi della produzione” di cui alla voce B) il documento illustra che, anche in questo caso, gli importi sono da inserire al netto di resi, sconti, abbuoni e premi ma non degli sconti finanziari, da rilevare alla voce C16 in commento sotto.
Nei costi “Per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci” di cui alla voce B6) sono inclusi anche i costi accessori di acquisto (trasporti, assicurazioni, carico e scarico, ecc.) se inclusi dal fornitore nel prezzo di acquisto; diversamente, tali costi vanno iscritti in B7. Al costo possono essere aggiunte anche eventuali imposte di fabbricazione o l’IVA non recuperabile: l’Iva recuperabile va invece detratta dal costo.
La voce B7) “Per servizi” contiene costi – certi o stimati e al netto delle rettifiche sopra richiamate derivanti dall’acquisizione dei servizi dell’attività ordinaria dell’impresa, come trasporti non addebitati in fattura dai fornitori e utenze. La voce include anche costi per prestazioni di servizi riguardanti il personale, non rilevabili nella voce B9), come prestazioni di personale esterno, buoni pasto distribuiti ai dipendenti, corsi di aggiornamento professionale dei dipendenti e spese di vitto e alloggio di dipendenti in trasferta. In tale voce vanno iscritti i costi per i servizi eseguiti da banche ed imprese finanziarie, diversi dagli oneri finanziari veri e propri.
Secondo il nuovo documento, la voce B7) contiene i costi per servizi, in cui l’oggetto di un rapporto contrattuale con terzi consiste nel fornire una prestazione di fare, come i costi per consulenze tecniche e assicurazione, energia elettrica, sistemi di vigilanza, royalties etc..
La voce “Per godimento di beni di terzi” B8) include i corrispettivi, al netto delle rettifiche di cui sopra, per il godimento di beni di terzi, sia materiali che immateriali, come il canone d’affitto d’azienda e i canoni per la locazione di beni immobili con oneri accessori.
Nella voce B9) vanno iscritti i costi “Per il personale” dipendente. Non vanno invece iscritti in questa voce i corrispettivi per prestazioni di lavoro autonomo, in base a rapporti di collaborazione coordinata e continuativa senza vincolo di subordinazione, da rilevare alla voce B7). La voce include più sottovoci tra cui “Salari e stipendi” (B9a) che includono le quote maturate e non corrisposte di mensilità aggiuntive e gli “Oneri sociali” (B9b) a carico dell’impresa (come INPS, INAIL, INPDAI) al netto degli importi “fiscalizzati”, il “Trattamento di fine rapporto” di cui alla voce B9c) e il “Trattamento di quiescenza e simili” di cui alla voce B9d) relativamente ad accantonamenti ad eventuali fondi di previdenza integrativi diversi dal T.F.R. La voce residuale B9e) contiene gli “Altri costi” che non siano iscritti nelle altre sottovoci o nelle voci B6, B7, B8 o B14.
Anche il nuovo documento, privilegiando la rappresentazione sostanziale, comprende nella voce B9) il lavoro interinale, che non rappresenta una prestazione di servizi ma una prestazione di lavoro del personale impiegato nell’attività dell’impresa.
Nella voce B10) “Ammortamenti e svalutazioni” vanno inclusi gli ammortamenti e le svalutazioni, di natura ordinaria, delle immobilizzazioni materiali ed immateriali, dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide. Le svalutazioni delle immobilizzazioni finanziarie e dei titoli a reddito fisso iscritti nell’attivo circolante vanno invece rilevate alla voce D19) mentre, le svalutazioni straordinarie, vanno rilevate nella voce E21). La sottovoce B10d) “Svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide” contiene gli accantonamenti e le svalutazioni dei crediti commerciali e diversi iscritti nell’attivo circolante ma non le perdite realizzate su crediti che. non derivando da valutazioni, vanno iscritte nella voce B14).
Per quanto riguarda la voce B10d) il nuovo documento comprende le svalutazioni dei ratei e risconti attivi di natura non finanziaria come i contratti di affitto. Diversamente, le svalutazioni di ratei e risconti attivi di natura finanziaria (i.e. interessi) sono incluse nelle voci delle classi C o D.
La voce “variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci” di cui alla voce B11) contiene le differenze fra rimanenze iniziali e rimanenze finali relative ai beni da magazzino. Nel caso in cui le rimanenze finali siano maggiori di quelle iniziali, il segno è negativo; nel caso in cui le rimanenze finali siano minori di quelle iniziali, il segno è positivo. In particolare, la somma algebrica degli importi iscritti nelle voci B6) e B11) determina i “consumi” di materie, semilavorati, merci e materiali impiegati nella produzione realizzata nell’esercizio e, come per le voci A2) e A3), occorre tener conto di eventuali svalutazioni e ripristini.
La successiva voce B12) “accantonamenti per rischi” contiene gli accantonamenti, di competenza dell’esercizio, a fondi rischi che non costituiscono poste rettificative dell’attivo: un esempio può essere il fondo rischi per cause in corso.
Nella voce B13) “altri accantonamenti” vanno invece inseriti gli accantonamenti che rappresentano costi certi nell’esistenza, ma di importo stimato, diversi dagli accantonamenti di cui sopra e dai fondi per imposte, dai fondi di quiescenza ed assimilati e dal T.F.R. come, ad esempio, il fondo per buoni sconti e concorsi a premio o il fondo di recupero ambientale.
Nella voce “oneri diversi di gestione” di cui alla lettera B14) sono iscritti i costi della gestione caratteristica non iscrivibili nelle altre voci e i costi delle gestioni accessorie non riferiti a costi straordinari o finanziari. Un esempio possono essere le minusvalenze da alienazione di beni strumentali impiegati nella normale attività; le sopravvenienze e insussistenze passive relative a valori stimati che non derivino da errori, le imposte indirette, tasse e contributi e i costi ed oneri diversi se di natura non finanziaria.
Secondo il nuovo documento, nella voce B14 sono compresi i componenti negativi reddituali derivanti da certificati ambientali.