Costi di gestione degli studi professionali: alcuni dati sulle componenti software e locazione
di Riccardo Conti di MpO & PartnersLa struttura dei costi degli studi contabili è estremamente semplice, anche rispetto ad altre tipologie di professionisti (come i dentisti o i farmacisti). La forza lavoro è l’unica voce rilevante, dal momento che lo staff apporta, in termini di lavoro, il contributo principale ai servizi ed alle prestazioni forniti dallo studio. Ciò non toglie che, ai fini di un’ottimale gestione dello studio, è opportuno attenzionare anche le altre componenti di costo sostenute. Il canone per il software ed il canone di locazione, nel caso di esercizio dell’attività presso un immobile di proprietà di terzi, costituiscono la seconda voce di costi per ordine di importanza.
Ad agosto 2022 la Fondazione nazionale dei Commercialisti ha pubblicato un interessante e-book dal titolo “L’evoluzione della professione di Commercialista”, nel quale sono stati presentati alcuni dati ed effettuate alcune indagini statistiche svolte tra il 2018 e il 2021 su un campione di studi professionali. Tra queste analisi, di significativo rilievo sono i risultati dell’indagine statistica sul software utilizzato negli studi professionali, di cui si riportano nel seguito i principali risultati.
L’analisi, sviluppata dapprima a livello di macroaree del territorio e poi a livello regionale, ha avuto per oggetto quattro aspetti: numero di addetti dello studio, numero di utenze del software di contabilità utilizzate dallo studio, costo sostenuto dallo studio per l’insieme dei software utilizzati e tipologia di software. Per quanto riguarda la distribuzione degli studi per classi di addetti, è emerso che gli studi fino a 3 addetti sono il 52,7% del totale, quelli con 4-5 addetti sono il 18,9%, quelli da 6 a 10 addetti sono il 17,8%, infine quelli con più di 10 addetti sono il 10,6%. La stragrande maggioranza degli studi professionali ha 2 o più utenze del software di contabilità, mentre gli studi con utenza singola sono il 16,9%. Il 29% degli studi ha più di 5 utenze. Con riferimento alla spesa sostenuta dagli studi, il 9,6% corrisponde un canone che non supera i 1.500€, il 21,1% sostiene una spesa da 1.500€ a 3.000€, il 26,3% da 3.000€ a 5.000€, il 17,6% da 5.000€ a 7.500€, il 12,1% da 7.500€ a 10.000€ ed il 13,4% supera i 10.000€.
Obiettivo di questo contributo è di presentare alcuni dati e considerazioni in merito all’incidenza sul fatturato annuo del software e della locazione in uno studio di commercialista/consulente del lavoro, osservando anche come questa cambi al variare della dimensione dello studio.
I dati fanno riferimento ad un campione di 138 di studi di commercialisti e consulenti del lavoro estratto dal database di MpO.
Il fatturato medio degli studi ammonta ad € 384.530, il costo medio per il software sostenuto dagli studi esaminati è stato pari ad € 9.654, vale a dire il 2,5% del fatturato, mentre il costo medio per il canone di locazione è stato di € 21.030, ossia il 5,5% del fatturato. Dunque, l’incidenza totale di software e locazione sul fatturato è in media pari all’8%. Il numero medio di componenti dell’organico degli studi è pari a 5.
Queste considerazioni di carattere generale sono poi integrate da un’analisi per classi dimensionali. Il parametro utilizzato per effettuare i raggruppamenti è il fatturato, per cui il campione è stato suddiviso in 4 classi: studi “micro” con fatturato fino a 100.000€, studi “piccoli” con fatturato compreso tra 100.000€ e 300.000€, studi “medi” con fatturato tra i 300.000€ e i 750.000€ e studi “grandi” con fatturato superiore a 750.000€. Nel campione sono presenti 13 studi micro, 55 studi piccoli, 56 studi medi e 14 studi grandi.