19 Giugno 2018

Criterio della commessa completata: doppio binario civilistico-fiscale

di Fabio Landuzzi
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L’aggiornamento del documento “La fiscalità delle imprese Oic Adopter” edito dalla Fondazione Nazionale Commercialisti e pubblicato il 24 aprile 2018 contiene, come abbiamo già avuto modo di commentare, una sezione dedicata ad alcune fattispecie contabili e fiscali abbastanza frequenti nella prassi professionale e perciò ritenute di comune interesse.

Fra i casi affrontati, uno di essi riguarda il tema della valutazione delle commesse (opere ultrannuali) e del regime fiscale applicabile in modo particolare quando, in bilancio, il lavoro in corso su ordinazione viene iscritto applicando il criterio della commessa completata.

La prima questione che si pone è quella relativa alla rilevanza o meno, ai fini fiscali, della valutazione dell’opera ultrannuale compiuta con il criterio della commessa completata.

Infatti, l’Oic 23, par. 43, prescrive le condizioni al ricorrere delle quali l’opera viene valutata in bilancio con il criterio della percentuale di completamento; se queste condizioni non sono verificate, va da sé che in bilancio la commessa, seppure di durata ultrannuale, viene rilevata con il criterio della commessa completata.

Di contro, ai fini fiscali, l’articolo 93 Tuir prescrive che la valutazione delle opere ultrannuali avvenga invece sempre con il criterio della percentuale di completamento.

Si pone quindi la questione di come coordinare l’articolo 93 Tuir con il principio di derivazione rafforzata affermato dall’articolo 83 Tuir, ogni qualvolta l’adozione del criterio della commessa completata sia compiuta da parte di una società Oic Adopter, non microimpresa, nel proprio bilancio in dipendenza della corretta applicazione del principio contabile Oic 23.

Il punto è: si tratta di un aspetto inerente la qualificazione, classificazione ed imputazione temporale, tale da rientrare nei canoni della derivazione rafforzata? Oppure, si tratta comunque di un fenomeno “valutativo” così che la norma fiscale non viene disinnescata dal comportamento contabile quand’anche questo fosse adottato in modo del tutto regolare?

Nelle risposte fornite a Telefisco 2018, l’Agenzia delle Entrate aveva affermato che, in questo caso, la norma fiscale avrebbe dovuto continuare ad essere applicata, così che l’opera ultrannuale dovrebbe essere comunque valorizzata con la percentuale di completamento, determinandosi un fenomeno di doppio binario civilistico fiscale.

Ora, il documento della FNC ritorna su questo tema evidenziando come la conclusione raggiunta dall’Amministrazione Finanziaria sia da condividere in quanto l’aspetto che contraddistingue la fattispecie in esame è strettamente valutativo, e non qualificatorio.

Di conseguenza, ove in forza della rigorosa applicazione del principio contabile Oic 23 la società dovesse valorizzare l’opera ultrannuale con il criterio della commessa completata, ne deriverebbe necessariamente un doppio binario civilistico fiscale.

Un secondo aspetto trattato dal documento della FNC, sempre attinente gli effetti della derivazione rafforzata sulla valutazione delle opere ultrannuali, riguarda la rilevanza o meno degli effetti della “combinazione e suddivisione dei lavori in corso su ordinazione”.

È il caso trattato ai par. 48 – 50 del principio contabile Oic 23, e si riferisce alle situazioni in cui la commessa viene suddivisa più fasi o più opere, poiché ricorrono le condizioni specificamente elencate al par. 49; in queste circostanze è possibile utilizzare civilisticamente corrispettivi frazionati per alcune fasi per determinare i ricavi maturati e /o valutare le opere per dette fasi.

In questa circostanza, trattandosi di un aspetto afferente la qualificazione e l’imputazione temporale”, a condizione che si resti nell’ambito del criterio della percentuale di completamento, il documento della FNC ritiene, in modo condivisibile, che il valore della commessa iscritto in bilancio trovi piena rilevanza anche ai fini fiscali.

 

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