Il decreto interviene su tre fronti:
- nuove imprese dell’industria culturale;
- imprese dell’industria culturale e turistica;
- terzo settore nell’industria culturale.
La prima linea di intervento è dedicata a due tipologie di beneficiari, ubicati nelle Regioni Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia:
- le persone fisicheche vogliono costituire un’impresa, purché la costituzione avvenga entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni;
- le imprese dell’industria culturale, comprese le cooperative, costituite da non più di 36 mesi, iscritte nel Registro delle imprese e in regola con le norme vigenti.
In entrambi i casi sono ammessi agli aiuti i programmi di investimento avviati successivamente alla presentazione della domanda e da concludere entro 12 mesi dalla stipula del contratto di finanziamento. Gli investimenti, di importo non superiore a 400mila euro, possono riguardare la creazione o l’introduzione di innovazioni di processo, di prodotto o servizio, organizzative, di mercato, in più aree: economia della conoscenza, economia della fruizione, economia della gestione, economia della conservazione.
Le spese ammissibili alle agevolazioni comprendono: macchinari, impianti, attrezzature, arredi e mezzi mobili, purché strettamente necessari e collegati al ciclo di produzione, beni immateriali ad utilità pluriennale, quali programmi informatici, brevetti, licenze e marchi, nonché certificazioni, know how e conoscenze tecniche, anche non brevettate. Sono ammesse nel limite del 20% dell’importo anche le spese di gestione per: servizi per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione; personale interno qualificato; consulenze esterne specialistiche prestate da Università e Centri di ricerca pubblici o da imprese e persone fisiche dotate di documentate competenze in materia. Sono previste due forme di aiuto: un contributo a fondo perduto pari al 40% delle spese ammissibili e un finanziamento agevolato a tasso zero pari al 40% delle spese ammissibili della durata massima di otto anni di ammortamento, oltre ad un preammortamento di un anno per il periodo di realizzazione dell’intervento.
La seconda linea di intervento riguarda le imprese che sono costituite in forma societaria da almeno 36 mesi, incluse le cooperative, con programmi di investimento nei settori dell’industria culturale, turistica, creativa, dello spettacolo e dei prodotti tipici locali. In questo caso, l’unità produttiva dovrà essere ubicata nei Comuni delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Puglia inseriti nell’elenco delle aree di attrazione culturale allegato al D.M. dell’11 maggio 2016 (la Sicilia è esclusa). I programmi di investimento, avviati dopo la presentazione della domanda di aiuto riguardano una delle tre aree di intervento indicate:
- fruizione turistica e culturale degli ambiti territoriali di riferimento degli attrattori;
- promozione e comunicazione per la valorizzazione delle risorse culturali;
- recupero e valorizzazione di produzioni locali di beni e servizi.
Le spese ammissibili corrispondono a quelle della prima linea di intervento, quindi investimenti materiali e immateriali e spese di gestione, nel limite del 20% dell’importo, per personale, servizi ICT e consulenze.
Anche per questa tipologia sono previste due forme di aiuto: un contributo a fondo perduto pari al 20% delle spese ammissibili e un finanziamento agevolato senza interessi pari al 60% delle spese ammissibili della durata massima di otto anni di ammortamento, oltre ad un preammortamento di un anno per il periodo di realizzazione dell’intervento. Come nella prima linea di intervento, la somma degli incentivi sale dall’80% al 90% in caso di imprese femminili, giovanili o in possesso del rating di legalità.
L’ultima linea di intervento – quella del terzo settore – è diretta a imprese sociali, comprese le cooperative, e Onlus, con unità produttiva ubicata nei Comuni delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia inseriti nell’elenco delle aree di attrazione culturale allegato al D.M. dell’11 maggio 2016. I programmi di investimento, da avviare dopo la presentazione della domanda e di importo non superiore a 400mila euro, possono riguardare:
- attività collegate alla gestione degli attrattori e delle risorse culturali del territorio;
- attività collegate alla fruizione degli attrattori e delle risorse culturali del territorio;
- attività di animazione e partecipazione culturale.
Confermati gli investimenti in impianti e macchinari, da una parte, e software e brevetti, dall’altra, quali costi ammissibili, mentre le spese di gestione non sono ammesse per questa linea d’azione. Escluse anche le agevolazioni in forma di finanziamenti, mentre i contributi a fondo perduto coprono l’80% delle spese ammissibili e possono salire al 90% per imprese femminili, giovanili e in possesso del rating di legalità.
Il soggetto incaricato a ricevere le domande è Invitalia che si occuperà degli adempimenti tecnici e amministrativi riguardanti la ricezione, la valutazione e l’approvazione delle domande, l’adozione dei provvedimenti, la stipula del contratto di finanziamento, l’erogazione, il controllo e il monitoraggio delle agevolazioni. Per tutte le linee di intervento le agevolazioni sono concesse con procedimento a sportello, quindi fino ad esaurimento delle risorse stanziate. L’istruttoria si concluderà entro 60 giorni dalla presentazione della domanda.
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