8 Settembre 2018

Custodia cautelare in carcere per la frode all’Agente della riscossione

di Angelo Ginex
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In tema di reati tributari, è legittima l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di un soggetto che per la particolare caratura e capacità criminale abbia saputo trasformare le proprie difficoltà imprenditoriali in un organizzato disegno criminoso di carattere transnazionale finalizzato a perseguire finalità illecite di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. È questo il principio sancito dalla Corte di Cassazione con sentenza 20.06.2018, n. 28515.

La vicenda prende le mosse dall’avvenuta ricostruzione di un disegno criminoso ben congegnato dall’indagato, le cui modalità attuative consistevano segnatamente nella predisposizione di perizie ideologicamente false sulla cui base venivano poi presentate querele pretestuose per i reati di usura e di estorsione nei confronti dell’Agente della riscossione funzionalmente strumentali ad ottenere i benefici di cui all’articolo 20 L. 44/1999, ossia la sospensione delle cartelle esattoriali previste dalla normativa antiusura.

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Gli illeciti societari
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