D.L. Crescita: le misure per il rilancio delle imprese
di Debora ReverberiCon la pubblicazione in G.U. n. 100 del 30.04.2019 è attualmente in vigore il D.L. 34/2019 (cosiddetto Decreto Crescita), contenente un insieme organico di misure agevolative finalizzate a sostenere la crescita economica delle imprese italiane e a contrastare il trend negativo degli investimenti.
Le misure per il rilancio dell’economia italiana sono articolate in 4 linee direttrici, “le 4 I per far ripartire l’Italia”, come definite nel Comunicato stampa del Mef n. 84 del 24.04.2019:
- Investimenti
- Incentivi
- Imprese
- Immobili.
Il testo pubblicato in G.U. presenta affinità ma anche alcune differenze rispetto alle versioni delle bozze di D.L. circolati nel corso dell’iter di approvazione: è confermata la prevista struttura in 4 capi contenente sia il rifinanziamento di misure agevolative già note, sia l’introduzione di incentivi inediti a supporto delle imprese, in particolare a sostegno del processo di trasformazione tecnologica e digitale secondo il modello previsto dal “Piano Nazionale Impresa 4.0”. Risultano tuttavia ridimensionati alcuni incentivi e assenti proroghe annunciate.
Il Disegno Legge è strutturato in 4 capi contenenti un pacchetto di misure urgenti per le imprese italiane:
- misure fiscali per la crescita economica
- misure per il rilancio degli investimenti privati
- tutela del made in Italy
- ulteriori misure per la crescita.
Nell’ambito del capo I “misure fiscali per la crescita economica” il D.L. contiene, fra le altre, le seguenti importanti misure fiscali:
- reintroduzione del superammortamento con un nuovo tetto massimo complessivo di euro 2.500.000,00, per investimenti effettuati dal 01.04.2019 al 31.12.2019, o entro il 30.06.2020 alle due condizioni, da verificarsi al 31.12.2019, di accettazione dell’ordine dal fornitore e pagamento di un acconto pari ad almeno il 20% del costo di acquisizione;
- semplificazione della mini Ires, introdotta dalla 145/2018 (c.d. Legge di Bilancio 2019), con una progressiva riduzione dell’aliquota Ires applicabile agli utili d’impresa reinvestiti, ovvero accantonati a riserve diverse da quelle di utili non disponibili, nei limiti dell’incremento di patrimonio netto (riduzione del 1,5% nel 2019, 2,5% nel 2020, 3 % nel 2021 e 3,5% a regime dal 2022);
- aumento progressivo della deducibilità dalle imposte sui redditi dell’Imu sugli immobili strumentali (deduzione del 50% nel 2019, 60% nel 2020 e 2021, 70% a regime dal 2022);
- modifiche semplificative alla disciplina del patent box;
- incentivi per la valorizzazione edilizia tramite applicazione delle imposte di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa a euro 200,00 cadauna sulla cessione di interi fabbricati a favore di imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, purché destinati ad essere demoliti e ricostruiti nei successivi 10 anni conformemente alla normativa antisismica e col conseguimento della classe energetica A o B;
- potenziamento del “sisma bonus” con estensione anche alle zone classificate a rischio sismico 2 e 3 oltre che 1;
- modifiche alla disciplina degli incentivi per interventi di efficienza energetica e rischio sismico con introduzione della facoltà di optare per uno sconto sul corrispettivo dovuto al fornitore, in luogo all’utilizzo diretto della detrazione; lo sconto sarà rimborsato al fornitore tramite riconoscimento di un credito d’imposta utilizzabile esclusivamente in compensazione in 5 quote annuali costanti.
In particolare si segnala che, nel testo del D.L. pubblicato in G.U., risulta assente l’annunciata proroga della disciplina del credito d’imposta R&S fino al periodo d’imposta in corso al 31.12.2023, contrariamente a quanto contenuto nelle versioni di bozza del D.L.: allo stato attuale l’incentivo risulta dunque in vigore fino al periodo d’imposta in corso al 31.12.2020.
Nell’ambito del capo II “misure per il rilancio degli investimenti privati” si segnalano i seguenti incentivi:
- semplificazione del Fondo Garanzia PMI;
- rifinanziamento del Fondo Garanzia prima casa;
- semplificazioni operative alla misura nota come “Nuova Sabatini” e incremento del valore massimo del finanziamento concedibile a ciascuna impresa beneficiaria da euro 2.000.000,00 a euro 4.000.000,00;
- introduzione di una nuova misura di sostegno alla capitalizzazione che ricalca il collaudato schema della “Nuova Sabatini” finanziando programmi di investimento per sostenere processi di capitalizzazione delle Pmi;
- introduzione delle nuove agevolazioni a sostegno di progetti di R&S per la riconversione dei processi produttivi nell’ambito dell’economia circolare finalizzati ad un uso più efficiente e sostenibile delle risorse tramite due distinte modalità, finanziamento agevolato per una percentuale nominale delle spese e dei costi ammissibili pari al 50% oppure contributo diretto alla spesa fino al 20% delle spese e dei costi ammissibili;
- introduzione della nuova agevolazione “digital transformation” per favorire la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle Pmi secondo il paradigma 4.0, riconoscendo un incentivo in misura massima pari al 50% delle spese ammissibili sostenute.
In particolare si segnala che, nel testo del D.L. pubblicato in G.U., risulta assente la nuova misura di sostegno al ricambio generazionale, che nelle versioni di bozza del D.L. era stata introdotta congiuntamente alla misura di sostegno alla capitalizzazione.
Nell’ambito del capo III “tutela del made in Italy” sono inserite misure di tutela dei marchi storici italiani e di tutela al fenomeno dell’italian sounding, imitazione di un prodotto o di una denominazione o di un marchio tramite evocazione di una presunta origine italiana:
- tutela dei marchi storici italiani con istituzione di apposito registro e di un Fondo;
- introduzione di una nuova agevolazione ai consorzi nazionali che operano in mercati esteri per tutelarne l’originalità dei prodotti italiani, anche agroalimentari, in misura pari al 50% delle spese sostenute per la tutela legale dei prodotti vittime di italian sounding, entro un importo massimo annuale di per beneficiario di euro 30.000,00;
- introduzione del voucher 3I “Investire in innovazione” a favore delle start up innovative, di cui al L. 179/2012, convertito con modificazioni dalla L. 221/2012, a sostegno dei processi di innovazione nel triennio 2019/2021; il voucher finanzia le spese di brevettazione di un’invenzione (consulenza per ricerca sulla brevettabilità e ricerche di anteriorità, stesura domanda di brevetto, deposito presso l’ufficio italiano marchi e brevetti, estensione all’estero della domanda nazionale).
Infine il capo IV “ulteriori misure per la crescita” è destinato ad incentivi volti a sostenere la crescita dell’economia tramite, ad esempio, il potenziamento delle assunzioni negli enti locali.
Il capo IV contiene la proroga al 2020 del termine per la trasformazione delle banche popolari in società per azioni.
Particolare enfasi viene attribuita al FIR, il Fondo per l’indennizzo dei risparmiatori coinvolti nelle crisi delle banche, con definizione della platea di risparmiatori, individuazione di quelli soddisfatti con priorità a valere sulle dotazioni del FIR e indicazioni delle modalità di accesso al Fondo per azionisti e obbligazionisti, da integrarsi con le disposizioni attuative che saranno contenute in un D.M. del Mef.
Si segnala infine, all’articolo 49 D.L. 34/2019, un nuovo credito d’imposta per incentivare la partecipazione delle Pmi a fiere internazionali e migliorarne il livello e la qualità di internazionalizzazione: trattasi di un credito d’imposta del 30% riconosciuto nell’attuale periodo d’imposta ed entro l’importo massimo di 60.000,00 euro sulle seguenti spese per manifestazioni fieristiche di settore organizzate fuori dal territorio italiano:
- affitto degli spazi espositivi;
- allestimento degli spazi espositivi;
- pubblicità, promozione e comunicazione connesse alla partecipazione alla fiera.
Gli aspetti operativi dei nuovi incentivi introdotti sono demandati a successivi Decreti del Ministero competente (Mise, Mef o entrambi).