Default, Insolvency, Bankruptcy: come tradurre “fallimento” in inglese?
di Eugenio VaccariStefano Maffei
Ogni crisi economica implica per le imprese (business entities) profonde difficoltà, soprattutto finanziarie, e il diritto si preoccupa di evitare che esse si estendano a:
- fornitori (suppliers),
- finanziatori (lenders),
- dipendenti (employees)
- e consumatori (customers).
Nelle Università inglesi e statunitensi il tema del fallimento dell’impresa è oggetto della materia denominata Corporate Insolvency Law o Bankruptcy Law. Sul proprio profilo LinkedIn, il commercialista italiano esperto in crisi d’impresa e in risanamento d’impresa, potrà definirsi anche Expert in Debt Restructuring Procedures, oppure Expert in Business and Corporate Rescue.
Familiarizziamo ora con alcuni termini inglesi utili per esprimere l’impossibilità di fare fronte ai propri debiti.
Il sostantivo default (letteralmente “mancanza”) sottolinea proprio il mancato rispetto di un impegno di pagamento. Un mortgage default è il caso di colui che non sia in grado di corrispondere le rate del proprio mutuo. Nel caso di un prestito bancario, si parla di loan default. A proposito della recessione di alcune aree dell’Eurozona, capita di leggere che In 2011, there was a significant increase in the number of corporate defaults in Southern Europe. Attenzione: to default è utilizzato anche come verbo e regge la preposizione on: The giant food company Parmalat defaulted on its debt in 2002.
Il default di un pagamento è il primo segno delle difficoltà in cui versa una business entity. Le imprese in crisi sono talvolta descritte sulle riviste specializzate come distressed, walking-dead o zombie companies poiché, dovendo impegnare il proprio fatturato per ripagare i debiti, non sono in grado di rimanere competitive sul mercato. Ma un’impresa in crisi non è ancora un’impresa “fallita”.
Per tradurre “fallire” suggeriamo di utilizzare to go bankrupt. Ecco un esempio: The company is deep in debt and is likely to go bankrupt soon (la società è piena di debiti ed è probabile che fallisca presto). Il termine bankruptcy è impiegato laddove sussista una ufficiale certificazione di fallimento ad opera di un giudice, il quale deve ritenere che the company is unable to pay its debts as they fall due (la società non è in grado di pagare i debiti alle scadenze previste) or that the value of its assets is inferior to its liabilities (in sostanza, che il valore delle passività eccede il valore dell’attività).
La dichiarazione di fallimento è solitamente emessa a seguito di una richiesta da parte del debitore o dei creditori: The company creditors filed for bankruptcy immediatly after the resignation of the board of directors (traduzione libera: i creditori della società hanno portato i libri in Tribunale subito dopo le dimissioni del consiglio di amministrazione). Attenzione, inoltre, a non utilizzare l’aggettivo insolvent come sinonimo di bankrupt. A company is insolvent quando non è in grado di pagare i propri fornitori in un dato momento, ma l’insolvenza può essere solo temporanea.
Da ultimo, evitate con cura l’utilizzo errato del falso amico to fail che, pur esprimendo il concetto di insuccesso, è completamente estraneo al tema delle procedure concorsuali. Così, ad esempio, il praticante svogliato has failed to pass the bar exam for the second time (è stato respinto all’esame di abilitazione alla professione di avvocato per la seconda volta). Allo stesso modo, failure non significa fallimento e non va usato come sinonimo di bankruptcy. Al contrario, failure traduce sia il concetto di malfunzionamento (ad es: computer failure o power failure) oppure, specialmente nel diritto penale, quello di omissione e reato omissivo (failure to act).
Per spunti e terminologia sull’inglese commerciale visitate il sito di EFLIT: www.eflit.it.