7 Settembre 2016

Determinazione redditi delle CFC secondo la disciplina nazionale

di Roberto Bianchi
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La disciplina CFC è stata oggetto di numerosi interventi di aggiornamento dalla sua introduzione nell’ordinamento nazionale (articolo 1, comma 1, lett. a), L. 342/2000) avvenuta in risposta a una raccomandazione OCSE destinata a tutte le Nazioni che non risultavano ancora provviste di disposizioni di contrasto ai paradisi fiscali (rapporto pubblicato nell’aprile 1998 “Harmful Tax Competition: an emerging global issue”). Il parlamento si è adoperato nel corso degli anni per rendere la disciplina più stringente e per ampliarne l’ambito di applicazione (in prima battuta alle casistiche di collegamento e in seguito anche a quelle di controllo negli Stati considerati white list).

Ciò ha sicuramente consentito di approntare un coacervo di disposizioni severo, omogeneo e adeguato che si è tuttavia coniugato in procedure onerose e in costi amministrativi elevati per le società, sistemi e spese che avrebbero probabilmente potuto essere ridotte senza debilitare l’impianto precettistico in contrapposizione al regime tributario delle nazioni a fiscalità privilegiata.

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Disciplina C.F.C. alla luce dei chiarimenti forniti dalla circolare 35/e/2016
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