Esternalizzazione di servizi e inerenza dei costi
di Fabio LanduzziLa Corte di Cassazione (sentenza n. 16730 del 18 giugno 2015) ha affrontato l’interessante caso riferito alla inerenza dei costi sostenuti da una società per l’impiego di beni strumentali concessi in comodato d’uso ad un’altra impresa alla quale la medesima comodante aveva altresì affidato la prestazione di alcuni servizi in forza di un processo di parziale esternalizzazione di alcune attività.
Il fenomeno del cd. outsourcing è assai frequente in particolare modo nell’ambito dei processi di riorganizzazione aziendale, essendo volto a ottimizzare la flessibilità della struttura aziendale, riducendo i costi fissi e quindi aumentando la sua capacità di adattarsi alle mutevoli condizioni del mercato. In concreto, ciò si traduce spesso nell’affidamento a imprese esterne di alcune fasi dell’attività aziendale che, un tempo, venivano invece svolte internamente. Questo processo può talvolta porre anche alcune questioni di carattere fiscale, come è avvenuto nel caso giunto sino al giudizio della Suprema Corte il quale ci offre alcuni interessanti spunti di riflessione in merito ad un principio, quello della “inerenza”, regolato dall’articolo 109, comma 5, del Tuir, ma da sempre piuttosto controverso nella sua applicazione pratica.





