Il servizio di Scambio sul Posto costituisce una modalità alternativa al regime di vendita dell’energia elettrica immessa in rete, ed è dedicato specificamente per gli impianti di produzione alimentati da fonti rinnovabili come il fotovoltaico o da cogenerazione ad alto rendimento, con potenza fino a 500 kW.
La gestione del servizio è stata normata con la Deliberazione del 20 dicembre 2012 n. 570/2012/R/efr dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), che ha approvato il c.d. Testo Integrato dello Scambio sul Posto (TISP). Il TISP disciplina in modo organico:
- le condizioni di accesso al servizio;
- i criteri per la determinazione del contributo economico in conto scambio;
- le modalità di erogazione da parte del Gestore dei Servizi Energetici (GSE);
- i rapporti contrattuali tra l’utente e il GSE.
Nel sistema dello Scambio sul Posto, l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico viene interamente immessa nella rete elettrica nazionale, sotto la gestione del Gestore dei Servizi Energetici (GSE). In parallelo, l’utente continua ad acquistare l’energia necessaria per i propri consumi dal fornitore elettrico locale. Il GSE, in un secondo momento, riconosce un contributo economico chiamato contributo in conto scambio, che ha lo scopo di compensare – in tutto o in parte – il costo sostenuto per l’energia prelevata. Tale contributo è calcolato periodicamente e corrisponde al valore minore tra l’energia immessa in rete e quella prelevata dalla rete, in termini economici.
Se, alla fine del periodo, la quantità di energia prodotta e immessa in rete supera quella prelevata, l’eccedenza non viene persa: può essere portata in compensazione negli anni successivi, in base a quanto stabilito dall’articolo 6, D.Lgs. 387/2003.
Dal 2025 il meccanismo di Scambio Sul Posto (SSP) è destinato a essere progressivamente eliminato. Con Deliberazione del 4 marzo 2025 n. 78/2025/R/EFR, infatti, l’ARERA ha stabilito la conclusione del regime di scambio sul posto, in attuazione dell’articolo 9, comma 2, D.Lgs. 199/2021. I nuovi impianti di produzione che entreranno in esercizio dopo il 29 maggio 2025 non potranno più accedere al regime di SSP. Tale data coincide con il termine di 90 giorni successivi all’efficacia del Decreto Ministeriale del 30 dicembre 2024, richiamato dall’articolo 9, comma 1, D.Lgs. 199/2021, divenuto operativo il 28 febbraio 2025.
Tra le principali motivazioni che hanno condotto a questo cambiamento vi è l’esigenza di allineare il sistema energetico nazionale ai più recenti strumenti di mercato e alle nuove politiche di incentivazione. L’abbandono dell’SSP intende favorire l’adozione di modalità più evolute ed efficienti di valorizzazione dell’energia immessa in rete, quali il meccanismo del ritiro dedicato e i modelli innovativi delle comunità energetiche.
Per poter accedere al regime di scambio sul posto prima della sua dismissione, gli impianti di produzione devono entrare in esercizio entro il 29 maggio 2025, sia per i Sistemi Semplici di Produzione e Consumo (SSPC) che per lo scambio sul posto altrove. A decorrere da tale data, gli impianti non potranno più beneficiare del regime di Scambio sul Posto.
L’istanza di accesso al regime di scambio sul posto deve essere presentata al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) non oltre il 26 settembre 2025. Questo termine è stato fissato per completare le procedure di ammissione prima della successiva definizione delle modalità graduali di uscita dal regime.
Le convenzioni di scambio sul posto in essere non potranno essere rinnovate per un periodo superiore a quindici anni dalla data di prima sottoscrizione. Al raggiungimento di tale limite, si procederà alla risoluzione e, se non diversamente richiesto, all’attivazione di una convenzione di ritiro dedicato.
La deliberazione prevede che i gestori di rete informino tempestivamente i richiedenti di connessione in merito alla cessazione dello scambio sul posto per gli impianti entrati in esercizio dopo il 29 maggio 2025. Dovranno inoltre comunicare la necessità di indicare una diversa modalità di ritiro dell’energia immessa in rete.
La dismissione del meccanismo SSP rappresenta una svolta per i produttori di energia da fonti rinnovabili su piccola scala, chiamati a nuovi confronti in un contesto regolatorio e operativo profondamente diverso. Il superamento di questo meccanismo di compensazione introduce nuovi modelli di gestione dell’energia generata, offrendo nuove opportunità che – se ben gestite – potrebbero accelerare la diffusione di soluzioni più efficienti. Sebbene la fase di transizione possa comportare incertezze e sfide, essa offre anche l’occasione di rivedere le logiche di valorizzazione dell’energia immessa in rete, promuovendo forme di autoconsumo più efficaci e integrate nel quadro delle politiche energetiche nazionali ed europee. In tale ottica, sarà essenziale monitorare attentamente le modalità di implementazione delle nuove disposizioni, affinché i meccanismi compensativi risultino equi e sostenibili anche per coloro che hanno investito nel fotovoltaico in virtù del precedente regime incentivante.