Holding industriali: nuovi criteri per il calcolo della “prevalenza”
di Edoardo PattonGianluca CristoforiCon il recepimento della cd. Direttiva “Atad”, ad opera del D.Lgs. 142/2018, sono state introdotte nel nostro ordinamento tributario le definizioni di “intermediari finanziari” e di “società di partecipazione” (più comunemente individuate con il termine “holding”).
La disposizione di riferimento, entrata in vigore il 12 gennaio u.s., è il nuovo articolo 162-bis Tuir, introdotto dall’articolo 12 del suddetto D.Lgs. 142/2018.
Con particolare riguardo alle società che svolgono, come attività esclusiva o prevalente, l’assunzione di partecipazioni (ovverosia le “società di partecipazione”) la disposizione in commento distingue tra le “società di partecipazione finanziaria” (altrimenti dette “holding finanziarie”) e le “società di partecipazione non finanziaria” (altrimenti dette “holding industriali”):
- le prime, ai sensi dell’articolo 162-bis, comma 1, lett. b), Tuir, sono quelle società “che esercitano in via esclusiva o prevalente l’attività di assunzione di partecipazioni in intermediari finanziari”;
- le seconde, ai sensi dell’articolo 162-bis, comma 1, lett. c), num. 1), Tuir, sono individuate “per differenza” rispetto alle precedenti, essendo quelle società “che esercitano in via esclusiva o prevalente l’attività di assunzione di partecipazioni in soggetti diversi dagli intermediari finanziari”.
Secondo il tenore letterale della norma (articolo 162-bis, commi 2 e 3, Tuir), il calcolo della “prevalenza”, necessario a verificare la natura “finanziaria” o “non finanziaria” di una holding, va condotto avendo riguardo ai soli elementi patrimoniali risultanti dall’ultimo bilancio approvato; in particolare:
- le “holding finanziarie” sono quelle per le quali l’ammontare complessivo delle partecipazioni in intermediari finanziari e degli altri elementi patrimoniali intercorrenti con gli stessi (per esempio, i crediti da finanziamento), unitariamente considerati, inclusi gli impegni ad erogare fondi e le garanzie rilasciate, sia superiore al 50% del totale dell’attivo patrimoniale;
- le “holding industriali” sono, invece, quelle per le quali l’ammontare complessivo delle partecipazioni in soggetti diversi dagli intermediari finanziari (tipicamente le società industriali, commerciali, di servizi o immobiliari) e degli altri elementi patrimoniali intercorrenti con i medesimi (per esempio, i crediti da finanziamento), unitariamente considerati, sia superiore al 50% del totale dell’attivo patrimoniale.
Per quanto concerne gli elementi dell’attivo da considerare ai fini del calcolo della “prevalenza”, rilevante ai fini della qualifica di società di partecipazioni non finanziarie (“holding industriali”), nel corso dell’interrogazione parlamentare n.5-01951 del 18.04.2019, è stato precisato che:
- non devono essere comprese le attività derivanti da rapporti commerciali con le società partecipate quali, per esempio, i crediti derivanti da canoni di locazione immobiliare, royalties per utilizzo brevetti e marchi, i crediti per imposte verso le partecipate derivanti dall’adesione al consolidato fiscale;
- vanno, invece, inclusi gli impegni ad erogare fondi e le garanzie rilasciate (indicati in Nota integrativa), nonostante il tenore letterale della norma (articolo 162-bis, comma 3, Tuir) richiami tali elementi esclusivamente con riguardo alle “holding finanziarie”.
Gli importi degli impegni a erogare fondi e delle garanzie prestate andranno, quindi, aggiunti al valore complessivo dell’attivo dello Stato patrimoniale risultante dal bilancio 2018 al fine di verificare la “prevalenza” rilevante ai fini dell’acquisizione dello status di holding (società di partecipazione), dirimente – tra le altre – ai fini dell’assoggettamento agli obblighi di comunicazione all’Anagrafe Tributaria dei rapporti finanziari di cui all’articolo 7 D.P.R. 605/1973.
Con particolare riguardo ai suddetti adempimenti, infatti, l’articolo 12, comma 4, D.Lgs. 142/2018 ha previsto la sostituzione della disposizione di cui all’articolo 10, comma 10, D.Lgs. 141/2010 che – nella sua previgente formulazione – disciplinava le condizioni alle quali le “holding industriali” erano tenute all’invio delle comunicazioni all’Anagrafe Tributaria, richiamando – nella sua attuale formulazione – le società di partecipazione (finanziare e non) di cui all’articolo 162-bis Tuir (ovverosia le holding).
È bene ricordare che, secondo la previgente disciplina, la “prevalenza” andava verificata avendo riguardo ai dati patrimoniali ed economici risultanti dallo Stato patrimoniale e dal Conto economico degli ultimi due bilanci approvati; in passato, pertanto, le holding cd. “miste” o “operative” che, per statuto, esercitavano anche altre attività commerciali (ivi comprese quelle di tipo immobiliare) erano, al più, soggette all’obbligo di comunicazione all’Anagrafe Tributaria una volta che avessero approvato due bilanci consecutivi nei quali erano verificati i requisiti di “prevalenza” allora vigenti.
Diversamente, le holding cd. “pure” o “statiche” (ovverosia quelle che hanno per oggetto sociale esclusivo la detenzione di partecipazione, senza possibilità di esercizio di ulteriori attività economiche, ivi compresa la fornitura di servizi infragruppo di qualsivoglia natura) erano (e rimangono) soggette all’obbligo di comunicazione all’Anagrafe Tributaria sin dalla loro costituzione (in quanto sarebbe stato tautologico attendere di verificare una qualsivoglia “prevalenza” di tipo patrimoniale o economico).
In seguito al recepimento della Direttiva “Atad”, invece, le “società di partecipazione non finanziaria” con oggetto sociale “misto” sono soggette all’obbligo di comunicazione all’Anagrafe Tributaria qualora, anche solo dall’ultimo bilancio approvato, risulti soddisfatto il “nuovo” parametro (esclusivamente patrimoniale) di “prevalenza”. L’intervallo temporale “di osservazione” per la verifica della “prevalenza” è stato, quindi, dimezzato rispetto alla previgente disciplina.
Quanto alla decorrenza degli obblighi di comunicazione all’Anagrafe Tributaria per le holding che soddisfino i nuovi criteri di “prevalenza”, l’Agenzia delle Entrate (in risposta alle richieste formulate da talune associazioni di categoria) ha avuto modo di precisare che il nuovo criterio di “prevalenza” deve applicarsi considerando i dati di bilancio relativi all’esercizio 2018 e che tali dati debbano essere necessariamente rinvenuti da un bilancio ritualmente approvato.
Alla luce di tale chiarimento, le holding (“società di partecipazione”) saranno tenute ad effettuare le comunicazioni mensili nei confronti dell’Anagrafe Tributaria dei rapporti finanziari a decorrere dal mese successivo a quello di approvazione del bilancio 2018 qualora, sulla base di dati rinvenibili in tale bilancio, l’ammontare complessivo delle partecipazioni in società “non finanziarie” e degli altri elementi patrimoniali di natura finanziaria intercorrenti con i medesimi soggetti “partecipati” (per esempio, i crediti da finanziamento), unitariamente considerati ed inclusi gli impegni ad erogare fondi e le garanzie rilasciate, sia superiore al 50% del totale dell’attivo patrimoniale (necessariamente aumentato dell’importo complessivo delle eventuali garanzie prestate e degli impegni ad erogare fondi assunti dalla società e non iscritti all’attivo dello Stato patrimoniale).