I nuovi principi di revisione italiani
di Andrea SopraniSono trascorsi 5 anni dall’introduzione nel nostro ordinamento della revisione legale dei conti, senza che fosse stata posta una parola definitiva su quali fossero i principi di revisione da applicare nello svolgimento dell’incarico o, meglio, senza che i principi di revisione fossero considerati, in maniera condivisibile da tutti, gli standard di riferimento per l’esecuzione di revisione legale ai sensi del D. Lgs n. 39/2010.
Tale difformità di opinioni discendeva anche dal fatto che in Italia esistevano dei principi di revisione emanati dagli allora Consigli nazionali dei dottori commercialisti e dei ragionieri che, seppur non recependo integralmente i principi di revisione internazionali allora in vigore, sono stati i principi di riferimento per lo svolgimento delle revisioni delle società quotate, essendo stati recepiti dall’allora vigente art. 162 del TUF. Tuttavia il CNDCEC aveva ribadito che questi principi, non essendo stati approvati sulla base di una convenzione così come definita dall’art. 11 del citato D. Lgs. n. 39/2010, non avevano nessuna valenza giuridica obbligatoria, ma dovevamo essere considerati solo come principi professionali di svolgimento dell’attività di revisione degli enti non di interesse pubblico.
Ora il processo di adozione dei principi di revisione può invece considerarsi condiviso, in quanto, a seguito della convenzione stipulata tra MEF, ASSIREVI, CNDCEC, INRC, sono stati emanati i nuovi principi di revisione italiani che pertanto sono giuridicamente obbligatori per lo svolgimento della revisione legale ai sensi del D. Lgs. n. 39/2010.
Che differenza c’è rispetto a quelli vigenti? Innanzitutto i nuovi principi di revisione sono frutto di una traduzione e adattamento di quelli internazionali attualmente in vigore (i c.d. ISA clarified). Essi sono denominati ISA Italia e sono costituiti da:
- 33 principi di revisione internazionali (ISA Italia). Si tratta, come detto, della rielaborazione degli International Standards on Auditing (ISA), nella loro versione Clarified 2009, emanati dallo International Auditing and Assurance Standards Board (IAASB) di IFAC (International Federation of Accountants) e già tradotti e pubblicati in lingua italiana dal CNDCEC nel corso del 2010, con la collaborazione di ASSIREVI e CONSOB. La rielaborazione effettuata ora è finalizzata ad integrare il contenuto degli standard internazionali ISA con considerazioni specifiche che ne supportino l’applicazione nell’ambito delle disposizioni normative e regolamentari dell’ordinamento italiano;
- 2 principi di revisione nazionali, predisposti al fine di adempiere a disposizioni normative e regolamentari dell’ordinamento italiano non previste dagli ISA ed aventi ad oggetto:
- le verifiche periodiche in materia di regolare tenuta della contabilità sociale (250B);
- l’espressione, nell’ambito della relazione di revisione, del giudizio sulla coerenza delle informazioni contenute nella relazione sulla gestione e di alcune informazioni contenute nella relazione sul governo societario e gli assetti proprietari (720B).
Esaminando poi la struttura dei nuovi principi, è giusto segnalare che la nuova versione dei principi di revisione contiene, inoltre, alcune novità rispetto alla già pubblicata e citata versione del 2010 tradotta dal CNDCEC ed in particolare riferite alla peculiarità normative e regolamentari dell’ordinamento italiano. In questi casi sono stati inseriti nel principio alcuni paragrafi che riportano l’indicazione (I) per specificare la loro applicazione italiana. Sono stati inoltre evidenziati in grigio quei paragrafi che non risultano applicabili in Italia stante la normativa del D. Lgs. n. 39/2010.
Gli ISA Italia rimangono organizzati in base agli specifici aspetti dell’attività e delle fasi del lavoro, come ad esempio la pianificazione del lavoro, l’acquisizione di elementi probativi, la relazione del revisore etc. La loro struttura è ovviamente uguale a quella dei principi internazionali con tre sezioni principali:
- quella delle REGOLE: dove la parola ricorrente è DEVE per indicare le attività che il revisore deve obbligatoriamente fare per rispettare i dettami dei principi;
- quella delle LINEE GUIDA: dove sono forniti suggerimenti operativi per l’applicazione delle regole;
- e da ultimo, quando applicabile, anche delle APPENDICI, dove vengono forniti esempi di applicazione delle prescrizioni del principio.
Le parte iniziali di ogni principio sono poi suddivise in tre specifiche sezioni denominate “Introduzione”, “Obiettivi” e “Definizioni”. Su quest’ultimo punto va anche ricordato che, unitamente alla pubblicazione dei singoli principi, è stato anche redatto un documento denominato “GLOSSARIO Italia” che contiene un elenco completo dei termini, come definiti nei principi di revisione internazionali (ISA Italia).
È stato inoltre elaborato il Principio internazionale sul controllo della qualità (ISQC Italia) n. 1 “Controllo della qualità per i soggetti abilitati che svolgono revisioni contabili complete e limitate del bilancio, nonché altri incarichi finalizzati a fornire un livello di attendibilità ad un’informazione e servizi connessi” che rappresenta un corollario, nonché un presupposto, per la corretta applicazione dei principi di revisione.
Tale principio contiene, sostanzialmente, direttive e procedure relative all’organizzazione interna del revisore, implementate e attuate per garantire la qualità del processo di revisione. Si attende quindi a breve, sempre nell’ambito della stessa convenzione, l’emanazione del regolamento del controllo di qualità, che definirà le regole di svolgimento dei controlli sui singoli incarichi acquisiti dal revisore che, si ricorda, avranno cadenza ogni 6 anni per gli enti non di interesse pubblico e di 3 anni negli altri casi.
Sono stati inoltre aboliti alcuni principi di revisione italiani tra cui, tra i più rilevanti, il n. 1005 dedicato alla revisione degli enti di minore dimensione e il principio n. 100 relativo all’indipendenza del revisore. La prima eliminazione trova ragione nel principio ispiratore della revisione contabile che si sintetizza nella frase: “an audit is an audit” e, quindi, i principi di revisione devono essere applicati dal revisore in maniera uniforme seppur tenendo conto delle semplificazioni che discendono da una società di minori dimensioni (che vengono spesso indicate nel corpo degli stessi principi). L’eliminazione del principio 100 trova invece ragione nella futura emanazione di principi di indipendenza ed obiettività che, unitamente a quelli di deontologia professionale, riservatezza e segreto professionale, verranno emanati sempre nell’ambito della convenzione stipulata. I principi saranno obbligatori dalle revisione dei bilanci 2015, fatto salvo quelli sulle verifiche periodiche (250B) e sul controllo di qualità (ISQC1 Italia), che sono in vigore già dal 01.01.2015. Il CNDCEC ha inoltre annunciato che nei mesi a venire concentrerà la sua attività “nel fornire ai colleghi impegnati nell’attività di revisione contributi pratici allo svolgimento degli incarichi nonché strumenti idonei a declinare lo svolgimento delle attività previste dai principi di revisione nell’ambito del funzionamento del collegio sindacale”.