15 Ottobre 2024

I “nuovi” rapporti di collaborazione coordinata e continuativa nello sport

di Alessandra MagliaroSandro Censi
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Crediamo sia possibile affermare, senza tema di smentita, che il D.Lgs. 36/2021 abbia introdotto, nel mondo dello sport, una vera e propria rivoluzione copernicana, relativamente alla qualificazione giuslavoristica e, di conseguenza, tributaria, per coloro che, a vario titolo, operano in questo mondo.

Ed invero, fino all’entrata in vigore della riforma dello sport la L. 91/1981 operava una summa divisio fra sportivi professionisti e sportivi dilettanti. Professionisti erano considerati gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi ed i preparatori atletici, che esercitano l’attività sportiva a titolo oneroso con carattere di continuità nell’ambito delle discipline regolamentate dal CONI e che conseguono la qualificazione dalle federazioni sportive nazionali”. Ricordiamo che erano – e sono tuttora – solo 4 le Federazioni che avevano richiesto ed ottenuto la citata qualificazione professionistica (si trattava, ma solo per alcune categorie, delle federazioni di calcio, basket, ciclismo e golf). Sempre la citata L. 91/1981 stabiliva che il rapporto di lavoro dei citati professionisti era da inquadrare tra quello dipendente o (in rari casi particolari) autonomo.

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