Il nodo quale è?
di Luigi Canalecravate, che a sua volta fonda le proprie radici nel croato
hrvat, che vuol dire “croato”, infatti la prima versione si ha con Luigi XIV e i cavalieri croati da lui assoldati.
- nodo semplice o nodo “four in hand” oppure “nodo da regata”;
- nodo doppio semplice – lo dice lo stesso nodo: è il nodo semplice con un giro in più. Attenzione, alla vista si presenta asimmetrico ed è l’ideale con le cravatte sottili;
- nodo Windsor: intramontabile, un grande classico. Si presenta molto spesso, grande e ben triangolare. È il nodo perfetto per le grandi occasioni. La sua consistenza comporta che la cravatta non deve essere troppo spessa;
- nodo mezzo Windsor o scoppino: è perfetto per tutte le occasioni. È asimmetrico, meno grosso e spesso del cugino Windsor e per questo più versatile;
- americano: consistente e adatto alle cravatte larghe ed imbottite ma questo non vuol dire che non sia utilizzabile anche sugli altri tipi di cravatta.
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come in tutte le cose anche per la cravatta è una questione di misura: quella giusta è compresa tra gli 8,5 e i 9,5 cm nel punto più largo;
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il nodo: importante imparare a farlo senza stringere troppo, per evitare l’effetto “impiccato”. Disfarlo sempre la sera e appendere la cravatta ben tesa durante la notte;
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avere la stoffa giusta: seta jacquard per le regimental, seta più leggera tipo foulard per gli stampati, fantasie per le cravatte dal tono elegante, lana a righe o fantasie scozzesi per l’abbigliamento invernale sportivo;
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una cravatta per ogni occasione: al mattino preferire la cravatta chiara e di fantasia, la sera optare per una cravatta più scura;
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non farsi consigliare e non demandare a nessuno la scelta della cravatta: l’unica regola è seguire l’istinto. Scegliere la cravatta deve essere un atto irrazionale;
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anche l’istinto deve seguire una certa logica. Assolutamente da evitare: i disegni molto grandi e vistosi, quelle con un unico disegno centrale ma anche quelle troppo smorte e anonime. Ricordarsi che la cravatta rivela il carattere;
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da preferire: quelle in tinta unita in colori decisi, piccoli disegni (pois, losanghe, quadretti, rombi, piccole stampe cachemire), righe trasversali di due o tre colori al massimo;
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i colori: la cravatta deve “staccare” dall’abito e dalla camicia, senza per questo fare a pugni. Deve essere di colore più scuro della camicia e più intenso di quello della giacca. È spesso l’unica nota colorata di un abbigliamento serioso ma attenzione a non esagerare! Evitare il verde pisello, il giallo canarino così come il rosso fuoco ed il rosa confetto. Più scuri senza essere anonimi i bordeaux ed i rossi scuri, i blu, i verdi e i marroni;
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l’abbinamento con la camicia è un campo minato in cui solo il buongusto vi può guidare: da evitare comunque la sovrapposizione di una cravatta dal disegno fitto su una camicia a quadretti o l’abbinamento “tutto righe” di una cravatta regimental, camicia rigata e giacca in tessuto operato e
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mai il coordinato cravatta + fazzoletto da taschino: è un’inutile quanto anacronistica affettazione. Evitare sempre di avere un aspetto d’insieme troppo curato e lezioso e optare per un’eleganza
decontractée.