22 Luglio 2020

Il “Patto per l’Export” e le misure per l’internazionalizzazione

di Sara Frigeni – Export Manager di Nexus International
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Acquista particolare importanza, alla luce delle recenti iniziative promosse a livello nazionale, il tema dell’internazionalizzazione delle imprese italiane.

I primi giorni di giugno è stato presentato dal Ministero degli esteri il cosiddetto “Patto per l’Export”, con una dotazione di ben oltre 1,3 miliardi di euro, che delinea la prossima strategia nazionale di sostegno alle aziende italiane; in tale ambito, 316 milioni di euro sono riservati al “Made in Italy” messo a dura prova dal recente problema sanitario e dalla conseguente congiuntura economica.  Lo sbocco sui mercati internazionali della produzione italiana agevola, difatti, una differenziazione del rischio e permette la creazione di dinamiche positive, quali la possibilità di economie di scala e di gestione ottimale nei cali di vendita dovuti a stagionalità di prodotto.  Se correttamente effettuata la ricerca di nuovi clienti, soprattutto in territori esteri, permette un significativo aumento sia di fatturato, sia di profitto.

Dai pilastri strategici definiti nel Patto si evincono pertanto le seguenti direttive su cui si focalizzeranno le misure di sostegno alle imprese nei prossimi mesi:

I. COMUNICAZIONE con una forte attenzione al “Made in Italy” e alle filiere nazionali. Si punterà, a tal proposito, sugli strumenti di nuova generazione la cui importanza è risultata evidente nel recente periodo. Al via, dunque, campagne atte a promuovere le aziende italiane attraverso l’uso di piattaforme digitali;

II. PROMOZIONE INTEGRATA che valorizzi, in toto, l’eccellenza italiana, con attenzione anche a settori industriali meno conosciuti, quali quello dell’industria aerospaziale oppure focalizzati su economia circolare o economia green;

III. FORMAZIONE/INFORMAZIONE con incentivi all’export in grado di coinvolgere anche aziende presenti, per lo più, sul mercato nazionale, attraverso i quali sarà favorito l’impiego di figure professionali, quali Temporary Export Manager (TEM) e Digital Export Manager (DEM), in grado di semplificare l’accesso delle PMI ai nuovi mercati.  La nuova misura, in arrivo per l ’autunno 2020, prevede un contributo a fondo perduto sotto forma di voucher per il cofinanziamento al 50 % dei progetti realizzati per il tramite di TEM/DEM, sui quali le aziende italiane potranno far affidamento nella ripartenza;

IV. E-COMMERCE attraverso una facilitazione all’accesso di piattaforme digitali, anche per le aziende che, sino ad oggi, non ne hanno ricorso all’utilizzo;

V. SISTEMA FIERISTICO con l’agevolazione alla partecipazione delle PMI alle Fiere internazionali e attraverso eventi e fiere digitali;

VI.FINANZA mediante risorse riservate a finanziamenti a tassi agevolati e a fondo perduto, e attraverso la semplificazione dell’accesso alle opportunità.

Tali iniziative di prossima attivazione si affiancheranno ai contributi a fondo perduto ed ai finanziamenti a tasso zero già esistenti concessi da SACE SIMEST soprattutto, ma non solo, alle PMI dietro presentazione di apposita richiesta. In particolare, tali agevolazioni, che consistono in un contributo a fondo perduto fino al 40% abbinato ad un finanziamento del 60% senza garanzie, sono riconosciute per i seguenti interventi da realizzare in Paesi extra UE, che le aziende possono porre in essere:

  • studi di fattibilità all’estero, associati ad investimenti di natura commercial e/o produttiva (sono agevolate in tal caso, ad esempio, spese per il personale, soggiorni e viaggi);
  • programmi finalizzati alla creazione di strutture all’estero atte a favorire una presenza aziendale stabile tramiti uffici, negozi, spazi espositivi, punti di assistenza e relativa promozione;
  • programmi di assistenza tecnica, successivi agli investimenti, per formare il personale attivo all’estero (sono agevolate in tal caso, ad esempio, spese per il personale, per gli spostamenti, i soggiorni, per la consulenza necessaria);
  • programmi per l’affiancamento in azienda, per un periodo limitato di tempo, di un professionista in ambito internazionale, cosiddetto “Temporary Export Manager”;
  • progetti di e-Commerce, per la creazione di una propria piattaforma informatica di e-commerce o per l’impiego di market place di fornitori esterni;
  • partecipazione a Fiere Internazionali, Mostre e Missioni di Sistema (sono agevolate in tal caso, ad esempio, le spese legate alla logistica, alla promozione, agli spazi espositivi e alla consulenza finalizzata alla partecipazione stessa).

Oltre alle sei misure sopra citate, di assoluto rilievo è anche il contributo a fondo perduto del 40% accessibile da parte delle piccole e medie imprese, società di capitali, per favorirne la patrimonializzazione. In particolare, deve trattarsi di aziende che, allo stato attuale, abbiano un fatturato export pari ad almeno il 35% quale media degli ultimi 3 esercizi approvati (tale % potrebbe scendere nelle prossime settimane, favorendo l’accesso ad un più ampio ventaglio di imprese, alla luce di valutazioni in corso da parte dell’ente competente).

È da rimarcare il fatto che tali contributi saranno resi presto ancor più appetibili, in quanto oggetto delle seguenti novità:

  • estensione anche agli interventi da realizzare all’interno della UE;
  • innalzamento al 50% del contributo a fondo perduto.