17 Dicembre 2013

Il sito web dello studio

di Michele D’Agnolo
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Negli ultimi anni il modo di esercitare la professione è profondamente mutato: oltre alla capacità di proporre soluzioni valide sul piano tecnico giuridico, è diventato ormai un imperativo saper adeguare modalità e strumenti di relazione e di interazione con una clientela che, sul punto, pretende dal professionista molto di più di quanto aspettasse in un passato nemmeno poi così lontano. Da questo punto di vista, il sito web dello studio porta con sé tutta una serie di opportunità ma anche di insidie che lo studio deve saper governare.

Il web può garantire visibilità a basso costo e quindi rappresenta ora come ora il principale alleato nella comunicazione della professione, dispersa in una miriade di microstudi. Ma il miracolo riesce solo se lo strumento viene gestito con consapevolezza e con cognizione di causa. E la cosa non è poi così scontata come può sembrare. Capita, infatti, di imbattersi spesso in siti web standardizzati, assolutamente inadeguati in termini di contenuti e di stile espositivo, che non rispecchiano l’identità dello studio, scarni di informazioni utili all’utente e insufficienti in termini di possibilità di interazione con lo studio, che è invece ciò che il cliente si attende.

Il sito web dello studio è allora insieme una chance e una trappola. Tutto dipende dalla visione, dalle risorse, dall’impegno e dal tempo che decidiamo/possiamo mettere in campo.

A seconda del tipo d’investimento che si è disposti a fare, non solo in termini di progettazione ed implementazione ma soprattutto in termini di manutenzione e aggiornamento, il sito web può assolvere a diverse funzioni:

  • può fungere da semplice vetrina, attraverso la quale lo studio si limita a statuire la propria esistenza nell’ambito del mondo virtuale,
  • ma può anche diventare uno strumento di differenziazione rispetto ai propri competitors, laddove si riesca ad introdurre elementi di innovazione nella modalità di relazione e interazione con il cliente.

Ad esempio, accedendo ad una sezione riservata del sito, il cliente potrebbe:

  • da un lato essere parte attiva del processo di realizzazione della prestazione professionale (e quindi conferire documenti, dati, informazioni)
  • e dall’altra avrebbe accesso alla sua pratica, esaminare i suoi documenti o scaricarne copia, da qualunque luogo si trovi.

Con evidente beneficio per tutti:

  1. per lo studio che può rendere più efficienti i processi di lavorazione della pratica,
  2. e per il cliente può reperire ciò che gli occorre in tempo reale.

Un ulteriore valore aggiunto può essere rappresentato dalla disponibilità di una serie di informazioni volte all’approfondimento di alcune tematiche ritenute utili per il target di riferimento dello studio (come ad esempio materiale tecnico scientifico, meglio se con un taglio divulgativo), che possono essere proposte sia in formato di documenti da scaricare, sia – e questo è più interessante – in formato di podcast da scaricare e ascoltare o visualizzare in qualunque momento.

Pur animato da buone intenzioni, lo studio però non riesce sempre a trarre giovamento dal sito web che ha magari faticosamente messo a punto. Le cause principali che rendono un sito web poco frequentato e delle quali è opportuno tenere conto sono normalmente:

  • L’autoreferenzialità dei contenuti (siamo i consulenti più bravi del mondo, facciamo questo, quello e quest’altro)
  • La scarsità d’informazioni utili per il potenziale cliente, che dovrebbero già costituire l’assaggio del nostro approccio e della nostra qualità professionale
  • Un non buon posizionamento nei motori di ricerca,
  • La staticità ovvero il mancato continuo aggiornamento dei contenuti
  • La scarsa personalità del layout grafico e della logica di navigazione,
  • La lentezza o la difficoltà di navigazione
  • La mancanza di possibilità d’interazione con i visitatori

Per ovviare a questi problemi, è quanto mai opportuno affidarsi a esperti del settore. Succede, infatti, molto di frequente che il professionista aspiri ad avere un proprio sito e ambisca, come per altri aspetti organizzativi di studio, al fai da te e che poi non riesca a dedicargli il tempo necessario, rimandando tutta una serie di aspetti per mesi se non per anni e così il sito dello studio rimane statico se non incompiuto. E’ preferibile quindi accantonare la tuttologia, che sarebbe del tutto controproducente, e ricorrere a figure professionali in grado di gestire tutti gli aspetti che riguardano la progettazione e la messa in funzione del sito web. Più specificatamente, lo studio dovrebbe affidarsi ad un web master per la progettazione e lo sviluppo del sito (un po’ come se fosse l’ingegnere per una costruzione), il web designer per la messa a punto dello stile e della grafica (l’arredatore d’interni, per mantenere la metafora) e, soprattutto, avvalersi dell’assistenza continuativa di un seo specialist per garantire un buon posizionamento del sito nei motori di ricerca (un sito favoloso ma non visibile è inutile). Per gli studi di nuova generazione o che intendono fare un ulteriore salto nel mondo del web, vale la pena considerare l’idea di affidarsi ad un social strategist per dare visibilità al sito sui social network più importanti, quali Facebook, LinkedIn, Twitter, Youtube.

Qualunque sia la scelta strategica che lo studio intende operare, è importante costruire un sito ad hoc, coordinato con gli altri elementi che caratterizzano lo studio e in linea con l’immagine che lo studio vuole dare di sé, coerentemente che con altri strumenti di comunicazione di cui lo studio si avvale.