26 Settembre 2023

Indagini finanziarie: i dubbi sui prelievi dei lavoratori autonomi

di Gianfranco Antico
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La scheda di FISCOPRATICO

Come noto, l’articolo 7-quater, comma 1, D.L. 193/2016, ha apportato sensibili modifiche all’articolo 32, comma 1, n. 2, D.P.R. 600/1973, che consente agli uffici di valorizzare, nell’ambito del reddito d’impresa, i prelievi non giustificati come ricavi, ritenendoli presuntivamente utilizzati per acquisti in nero, per la successiva rivendita in nero. In particolare, il legislatore, da una parte, ha adeguato la norma alla pronuncia della Corte Costituzionale n. 228/2014 (eliminando le parole “o compensi), così da precludere la presunzione per il prelevamento relativamente ai lavoratori autonomi, dall’altra parte, sui prelievi delle imprese, ha fissato dei paletti quantitativi: solo i prelievi non giustificati superiori a 1.000 euro giornalieri e comunque superiori a 5.000 euro mensili possono essere valorizzati. La presunzione legale, quindi, continuerà ad operare solo per le somme che superano tali importi, spettando sempre al contribuente l’obbligo di indicare il soggetto beneficiario.

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