26 Ottobre 2019

Inerenza delle spese: un giudizio “qualitativo” ma non “soggettivo”

di Fabio Landuzzi
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La scheda di FISCOPRATICO

La Cassazione (si vedano le sentenze n. 450/2018, 3170/2018, 13882/2018 e 18904/2018), come si è avuto modo di commentare già in altre occasioni, ha chiaramente affermato una lettura per così dire “evoluta” del principio di inerenza, indispensabile, nell’ambito della determinazione del reddito di impresa, per la deduzione fiscale dei componenti negativi di reddito.

La citata giurisprudenza ha quindi riconosciuto che, pur conservandosi, in termini di ripartizione dell’onere della prova, in capo al contribuente che intende portare in diminuzione del proprio reddito imponibile la necessità di dimostrare l’inerenza della spesa sostenuta, il principio di inerenza si ricava dalla nozione stessa di reddito d’impresa; ovvero, tale principio si esprime nei termini di “una correlazione tra costi ed attività d’impresa in concreto esercitata”, con la conseguenza che esso si traduce, in concreto, sempre e solo in un “giudizio di carattere qualitativo” il quale deve astrarre in toto da ogni valutazione che sia “di tipo utilitaristico o quantitativo”.

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