18 Maggio 2018

Investimenti in paradisi fiscali: presunzioni irretroattive

di Andrea CaboniGianluca Cristofori
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Nel corso degli ultimi anni sono stati instaurati numerosi contenziosi in materia tributaria in cui i contribuenti lamentavano l’illegittima applicazione dell’articolo 12, comma 2, D.L. 78/2009 ai periodi d’imposta antecedenti la sua entrata in vigore, nel 2009. Nell’ambito dell’intenso dibattito giurisprudenziale sviluppatosi, in buona parte pro-contribuente, la recente sentenza della CTR Veneto n. 332 del 21.03.2018 assume particolare rilevanza, in quanto, nel ribadire l’irretroattività di tale norma, fa propri i principi da ultimo affermati anche dalla Corte di Cassazione, sentenza n. 2662/2018.

Nel merito della questione, l’articolo 12, comma 2, D.L. 78/2009 ha introdotto nell’ordinamento tributario italiano una presunzione legale in base alla quale, ai soli fini fiscali, gli investimenti e le attività di natura finanziaria detenute negli Stati o territori a regime fiscale privilegiato – in violazione degli obblighi di dichiarazione previsti in materia di monitoraggio fiscale – si presumono costituite, salva la prova contraria, mediante redditi sottratti a tassazione.

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