La base imponibile della“flat tax incrementale”
di Laura MazzolaLa “flat tax incrementale” – che sostituisce l’applicazione dell’Irpef e delle relative addizionali (regionale e comunale) limitatamente all’anno 2023 – deve essere applicata su una base imponibile pari alla differenza tra il reddito di impresa (o di lavoro autonomo) determinato nel 2023 e il reddito di impresa (o di lavoro autonomo) di importo più elevato dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, successivamente abbattuta del 5%.
Ne deriva che, ai sensi dell’articolo 1, comma 55, L. 197/2022, occorre procedere nel seguente modo:
- individuare i redditi dichiarati dal contribuente negli anni 2020, 2021 e 2022;
- individuare il reddito più elevato dichiarato nel triennio di monitoraggio;
- calcolare il reddito relativo all’anno 2023;
- calcolare la differenza tra il reddito del 2023 e il reddito più elevato del triennio precedente;
- abbattere tale risultato del 5 % del reddito più elevato del triennio.
L’ulteriore quota di reddito, oltre la differenza o il limite di 40.000 euro, non è assoggettata ad imposta sostitutiva, ma confluisce nel reddito complessivo che concorre alla determinazione dell’Irpef secondo gli ordinari scaglioni di reddito.
Vediamo, di seguito, un paio di esempi che possono aiutare la comprensione del meccanismo di calcolo.
Si ipotizzi, con il primo esempio, che un contribuente professionista abbia conseguito i seguenti redditi di lavoro autonomo:
- 000 euro nel periodo di imposta 2023;
- 000 euro nel periodo di imposta 2022;
- 000 nel periodo di imposta 2021;
- 000 euro nel periodo di imposta 2020.
Il reddito più elevato dichiarato nel triennio di monitoraggio è pari a 80.000 euro.
Tale importo deve essere sottratto al reddito relativo all’anno 2023, pari a 120.000 euro, ottenendo un risultato di 40.000 euro (entro la soglia limite), il quale dovrà essere successivamente decurtato della franchigia del 5 % sul reddito più elevato, pari a 4.000 euro = (80.000 euro*5%), al fine dell’ottenimento della base imponibile.
Va da sé che l’imposta è pari a 5.400 euro, ossia il 15 % della base imponibile di 36.000 euro = (40.000 euro – 4.000 euro).
L’importo che, invece, confluisce nel reddito complessivo, da assoggettare ad Irpef ordinaria e relative addizionali, è pari a 84.000 euro, quale differenza tra il reddito dell’anno 2023 di 120.000 euro e la base imponibile della “flat tax incrementale” di 36.000 euro.
Si ipotizzi ora, con il secondo esempio, che un contribuente artigiano abbia conseguito i seguenti redditi di impresa:
- 70.000 euro nel periodo di imposta 2023;
- 60.000 euro nel periodo di imposta 2022;
- 15.000 nel periodo di imposta 2021, con inizio di attività il 1° settembre.
Innanzitutto, occorre ragguagliare ad anno il reddito conseguito nell’anno 2021; in particolare, si deve suddividere l’importo per i giorni di attività (122) e, successivamente, moltiplicare il risultato per i giorni dell’intero anno solare (365); il reddito ragguagliato ad anno così ottenuto è pari a 44.877 euro = ((15.000 euro/122) x 365).
Il reddito più elevato dichiarato nel triennio di monitoraggio è quello relativo al periodo d’imposta 2022 (60.000 euro). Tale importo deve essere sottratto al reddito relativo all’anno 2023 (70.000 euro), ottenendo un risultato di 10.000 euro = (70.000 euro – 60.000 euro), e tale risultato deve essere successivamente decurtato della franchigia del 5 % sul reddito più elevato, pari a 3.000 euro = (60.000 euro * 5%), al fine dell’ottenimento della base imponibile.
Va da sé che l’imposta è pari a 1.050 euro, ossia il 15 % della base imponibile di 7.000 euro = (10.000 euro – 3.000 euro).
L’importo che, invece, confluisce nel reddito complessivo, da assoggettare ad Irpef ordinaria e relative addizionali, è pari a 63.000 euro, quale differenza tra il reddito dell’anno 2023 di 70.000 euro e la base imponibile della “flat tax incrementale” di 7.000 euro.
3 Ottobre 2023 a 9:20
E’ UN VERO E PROPRIO “ROMPICAPO”. CHI HA INVENTATO TALE METODO DI TASSAZIONE HA UNA MENTE ECCELSA SE NON “CONTORTA”.